Berrettini campione e gentiluomo, batte Davidovich Fokina e va ai quarti dell’Us Open poi fa un bel gesto

Matteo Berrettini aveva aveva un conto aperto con Davidovich Fokina. L'ha chiuso battendolo in cinque set (3-6, 7-6, 6-3, 4-6, 6-2) conquistando la qualificazione ai quarti di finale dell'Us Open (per la terza volta negli ultimi quattro anni) e vendicando quella sconfitta che ancora gli rodeva dentro. Poi però fa un bel gesto nei confronti del rivale che ha resistito in maniera stoica nonostante il problema muscolare: gli va vicino, lo abbraccia e si congratula con lui, abbracciandolo e stringendogli la mano.
Un anno fa, al Masters 1000 di Montecarlo, rientrava in campo dopo l'infortunio agli addominali che lo aveva costretto al ritiro all'Australiano Open e perse 7-5, 6-3. Ora lo attende il norvegese Ruud (numero 7 nel Ranking Atp) che ambisce a diventare il nuovo numero 1 al mondo.
Un match lungo, tirato, durato cinque set e quasi quattro ore, tra alti e bassi, che nel finale l'italiano ha indirizzato anche per il cedimento dello spagnolo, infortunatosi al ginocchio ma rimasto in gioco per onor di firma. Un match dove a contare non è stata solo la forza dei nervi e dei colpi ma anche chi ha sbagliato di meno e, alla distanza, è riuscito a imprimere al duello la stoccata vincente.

Trentasei minuti di buio. Il tennista romano ci ha messo tempo a carburare. Il primo set è scivolato via scandito dalla pressione dello spagnolo e dalle ‘strane' incertezze mostrate da "the hammers". Più che martello, l'italiano è sembrato incudine almeno per tutta la prima parte della sfida.

Uno due micidiale. Berrettini lo ha piazzato tra il secondo e terzo set: s'è aggiudicato il primo al tie break poi ha sfiancato l'avversario facendo salire il ritmo delle giocate, l'intensità della sua prestazione, la determinazione che ha tolto un po' di ruggine e restituito quello smalto che lo ha sempre contraddistinto.
È mancato l'acuto. Nel quarto set, quello che poteva essere decisivo per strappare il pass dei quarti, a spostare l'ago della bilancia dalla parte di Davidovich Fokina sono una serie di errori, sbavature che trasformano la gara dell'azzurro nella fatica di Sisifo. Tiene il gioco in mano, prova a dettarlo, ma fa e disfa la tela. Si aggrappa al violento colpo di dritto ma la sfortuna, un po' di imprecisione e la reattività dell'avversario spingono l'incontro fino al quinto set.

La zampata del campione. È in questo frangente dell'incontro che Berrettini tira fuori gli artigli e azzanna il match. Lo spagnolo è logorato e quando il game fa segnare il 4-1 in favore dell'italiano allora tenta il tutto per tutto. Si porta sul 4-2 con un rovescio incrociato e poi chiede l'intervento dello staff medico per un fastidio al ginocchio. L'orgoglio lo tiene in piedi. Ma non basta perché vi sia qualche altra sorpresa. Servizio, dritto e smash di Berrettini spalancano la strada verso il 6-2 inchiodato con un ace.