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La frustrazione di Berrettini per la rinuncia alle Olimpiadi: “Ho faticato a riprendermi”

Matteo Berrettini è pronto a tornare, giocherà la prossima settimana a Cincinnati, ma in un’intervista ha parlato della sua enorme delusione per aver saltato a causa di un infortunio le Olimpiadi di Tokyo: “Io le Olimpiadi le sognavo, sono sempre state un obiettivo. Non poter andare mi ha fatto male, è stata una cosa difficile da digerire, ci ho messo un po’ a riprendermi, sono stato parecchio giù, non riuscivo nemmeno a vedere le gare. Per giorni mi sono isolato, non ne volevo sapere di niente e nessuno”.
A cura di Alessio Morra
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Matteo Berrettini ha vissuto due settimane magiche, è stato il primo italiano a qualificarsi per la finale del torneo di Wimbledon, e quella finale l'ha giocata pure bene, ha vinto il primo set prima di arrendersi a un super Djokovic, che insegue il Grande Slam. Quella stessa sera da tifoso vide, sempre a Londra, vincere l'Italia a Wembley gli Europei, il giorno dopo con la Nazionale di calcio è stato ricevuto da Draghi e da Mattarella. Momenti magici che non dimenticherà mai.

Purtroppo però pochi giorni dopo il tennista romano ha dovuto dare forfait alle Olimpiadi, una mazzata vera e propria per Matteo che voleva volare a Tokyo, voleva rappresentare l'Italia e sperava di vincere una medaglia. Ora ha recuperato, si prepara al torneo 1000 di Cincinnati ma non ha nascosto le difficoltà vissute dopo quella dolorosa rinuncia, come ha raccontato in un'intervista rilasciata a ‘Il Messaggero': "Per me è stata durissima, ho passato brutti momenti, dolore fisico e dolore dell’anima. Ora sto meglio, la gamba ha recuperato dalla lesione al quadricipite, sono pronto a ripartire da Cincinnati".

Berrettini ha parlato delle giornate intense che ha vissuto a cavallo della finale di Wimbledon e ha parlato a cuore aperto delle emozioni (negative) che ha provato quando ha dovuto rinunciare alla partecipazione ai Giochi di Tokyo:

Non mi nascondo, sono stato molto male. Sono passato dalla felicità immensa, io in finale a Wimbledon poi premiato da Mattarella e Draghi, infine vincitore morale, diciamo così, insieme ai ragazzi della Nazionale che avevano vinto davvero. Insomma, dal momento più bello sono precipitato in quello più brutto. Gli infortuni fanno parte della carriera di un atleta, ma questo mi ha privato di un sogno che rincorrevo fin da ragazzo, l’Olimpiade. All’inizio ho reagito malissimo, è stata una delusione. Io le Olimpiadi le sognavo, sono sempre state un obiettivo. Non poter andare mi ha fatto male, è stata una cosa difficile da digerire, ci ho messo un po’ a riprendermi, sono stato parecchio giù, non riuscivo nemmeno a vedere le gare. Per giorni mi sono isolato, non ne volevo sapere di niente e nessuno.

Infine Berrettini ha rivelato di aver giocato con un problema alla coscia la partita più importante della sua carriera, ma certo non poteva rinunciare a giocarla: "Ero infortunato, lo sapevo, me lo sentivo e un atleta lo sa quando si fa male, anche prima della diagnosi di un medico. Ho sentito la gamba tirare in semifinale, la lesione già c’era, ma quella finale la avrei giocata anche con una gamba sola". 

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