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Berrettini non ci sta, è assurdo: “Cattiverie gratuite sul mio conto”

Matteo Berrettini è tornato in azione nel torneo Masters 1000 di Cincinnati, dopo oltre un mese di assenza dalla finale di Wimbledon persa contro Djokovic. Per il tennista romano è l’occasione per sfogarsi: “Leggere cattiverie gratuite sul mio conto mi ha ferito. Ma fa parte del gioco, devo farci l’abitudine”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Matteo Berrettini sarà impegnato nella notte italiana negli ottavi di finale del torneo di Cincinnati, dove affronterà il canadese Felix Auger-Aliassime, cui lo lega un rapporto di amicizia cementato dal fatto che le loro fidanzate sono cugine. Il 25enne tennista romano aveva battuto al secondo turno – il primo per lui, che aveva usufruito di un bye – lo spagnolo Ramos Vinolas in un match tirato, concluso al terzo set. Era il rientro sui campi per Berrettini dopo oltre un mese dalla finale persa a Wimbledon con Djokovic: in mezzo c'erano state le Olimpiadi saltate, con annesse polemiche sul suo infortunio, da qualcuno messo in dubbio.

Il numero uno d'Italia non ci sta e replica con fermezza: "È stata una doppia sofferenza. Da una parte perché ho dovuto saltare i Giochi, a cui tenevo tantissimo, e poi perché svegliarsi la mattina e leggere cattiverie gratuite sul mio conto mi ha ferito. Ma fa parte del gioco, devo farci l’abitudine. Chi mi conosce non ha mai dubitato di niente e sa quanto male sono stato, ci saranno sempre persone che diranno la loro e parleranno senza conoscere i fatti. E poi già sono perseguitato dagli infortuni, penso che arrivare a inventarsene uno, dopo tutto quello che ho passato, sarebbe un po’ come tirarmi addosso la iella".

"Adesso la gamba sta bene – spiega Berrettini alla Gazzetta dello Sport – È stato un periodo difficile, durante la finale di Wimbledon avevo dolore ma non immaginavo si trattasse di una lesione al vasto mediale. Ho dovuto attendere un po’ prima di riprendere perché la ferita doveva saldarsi e ricucirsi prima di tornare ad allenarmi".

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Il romano torna poi sulla finale persa a Wimbledon: "Se ho metabolizzato? In parte. Diciamo che ci ho pensato più volte, con sentimenti alterni. Per ora comunque è il risultato più importante della mia carriera, non può che essere un punto di riferimento positivo del mio percorso. Sono felicissimo di averla giocata. Io sentivo che avrei potuto arrivare a una finale dello Slam, perché conosco i miei mezzi e le mie possibilità. Forse è cambiata la percezione da parte degli altri. Adesso sanno che ci sono anch’io".

Adesso il Masters 1000 di Cincinnati è il viatico per gli US Open: "Innanzitutto c’è Cincinnati, che è uno degli appuntamenti più importanti della stagione. Voglio far bene e capire a che punto è la mia gamba. A New York, ovviamente, spero di andare avanti il più possibile. Contro Djokovic ho capito che l’esperienza è decisiva in una finale Slam. Dovrò fare tesoro di quello che ho imparato a Wimbledon".

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