Berrettini lascia Kokkinakis scioccato con un colpo impensabile, poi spiega: “Merito dei miei genitori”
La grinta e la costanza di Matteo Berrettini sono state premiate nel durissimo match di Coppa Davis che ha permesso all'Italia di portare a casa il primo punto contro l'Australia. C'è stato un momento in particolare in cui le cose sembrano essere cambiate in modo definitivo a favore dell'azzurro: quando ha ottenuto un punto meraviglioso nel finale del terzo set, che ha lasciato letteralmente impietrito il suo avversario.
L'eccezionale dritto difensivo di Berrettini che ha cambiato il match di Davis
Sul punteggio di 5-5 e 15-0 per Kokkinakis, ecco il capolavoro di Matteo. Messo alle corde dall'australiano in fase di spinta, il tennista italiano si è inventato una difesa pazzesca. Dritto tagliato per recuperare una pallina molto profonda che gli aveva tolto il tempo quasi di colpire in modo piatto, e palla che con un'angolazione strettissima è morta in una zona del campo irraggiungibile per l'aussie.
La reazione di Kokkinakis, impietrito in campo
Kokkinakis è rimasto immobile, quasi scioccato dall'esito inaspettato del punto e dalla traiettoria imprendibile disegnata da Berrettini. Quest'ultimo, in visibilio, ha portato l'indice al cielo festeggiando con il pubblico per la sua giocata eccezionale. Da lì in poi, non c'è stata quasi più sfida: Berrettini ha piazzato il break facendo tre punti di fila, e ha perso solo un punto nel successivo turno di servizio.
Logico pensare che quel clamoroso punto sia stato un colpo tremendo per Kokkinakis che non si è più ripreso. Come spiegare quella giocata difensiva, diventata offensiva? Berrettini ne ha parlato al termine del match: "Quel dritto? Ci sono punti che cambiano il corso di un match. Me lo porto un po' dietro dai tantissimi anni in cui ho giocato sulla terra, magari c'è anche qualcosa di genetico: quindi è un po' merito anche dei miei".
E non è mancata una battuta anche sui tifosi, arma in più: "Dopo aver perso il primo set non è stato facile, ma quando ho guardato la mia panchina, ho visto che i ragazzi erano molto più fiduciosi che avrei vinto, quindi ho continuato a lottare e crederci, e ora sono felice. Qui sembra come in Italia, è incredibile, è vero che non ci sono solo italiani ma quando giochi contro un avversario così forte e fai un bel gioco, ti emozioni per quelli che guardano".