Berrettini lascia gli US Open in sedia a rotelle dopo le urla di dolore sul campo: è disperato
Le immagini di Matteo Berrettini che abbandona il campo prima sostenuto a braccia e poi in sedia a rotelle, con la testa china e le mani nei capelli per la disperazione, danno le esatte proporzioni della sfortuna che sembra si diverta a tormentare il tennista romano. Gli ha fatto l'ennesimo sgambetto proprio quando, dopo Wimbledon, aveva dato segnali di ripresa incoraggianti. Invece no, deve fare ancora i conti con la malasorte.
Questa volta è stata una distorsione alla caviglia destra a metterlo ko, costringendolo ad abbandonare gli Us Open e a consegnare il match nelle mani del francese Arthur Rinderknech. Gli esami diagnostici a cui si sottoporrà chiariranno entità del trauma subito all'articolazione (che s'è gonfiata): se c'è interessamento dei legamenti oppure (si spera) è qualcosa di meno grave, così da stabilire anche il lasso di tempo necessario alla eventuale riabilitazione e al recupero.
Una disgrazia per il romano e anche per l'Italia che dal 12 al 17 settembre sarà impegnata in Coppa Davis nella fase a gironi in programma a Bologna: la maglia azzurra e capitan Volandri lo attendono assieme a Bolelli, Fognini, Musetti e a Jannik Sinner per affrontare Canada, Cile e Svezia. Matteo ce la farà? Al solo pensiero sta più male e lo sconforto l'assale. Al momento non può e non riesce a guardare oltre il vetro del centro medico dove i test diranno cosa si è fatto.
L'infortunio di Berrettini: è a terra e urla per il dolore
La sequenza videoclip è da brividi. Se si focalizza l'attenzione sulle gambe del campione italiano si può notare cosa gli è successo durante la sfida del secondo turno. Il risultato era di 6-4, 5-3 in favore di Rinderknech. Lo scambio fatale avviene su punteggio di A-40 per il transalpino. The Hammer sta dando il massimo per restare in partita: risponde da fondo campo al servizio dell'avversario ma nel tentativo di piazzare un rovescio in ricorsa il piede destro ha una torsione impropria, s'impunta, la caviglia destra è messa sotto pressione e si gira, non regge il peso del corpo che è sbilanciato e l'azzurro cade gridando per il dolore.
L'urlo di dolore, il corpo disteso per terra, il viso rivolto verso terra, le mani che si muovono nervose sono i fotogrammi della sofferenza di Berrettini. Il tentativo di stare in piedi da solo, l'intervento dello staff medico e, infine, la resa forzata scandiscono quei momenti durissimi per The Hammer. Ha lo sguardo torvo, preoccupato, arrabbiato, non sa cosa gli è successo. O forse lo ipotizza perché in quei momenti ti passano la testa i cattivi pensieri peggiori, sensazioni che non ti danno pace. E lui, almeno negli ultimi tempi, non ne ha avuta affatto per quanto gli è capitato a livello muscolare (per il patimento agli addominali obliqui) e per l'operazione alla mano: intoppi che lo hanno relegato dietro le quinte, con inevitabili riflessi sulla condizione fisica e sulla possibilità di ritrovare la forma migliore per tornare a essere competitivo.