Berrettini distrutto dopo l’infortunio alle Atp Finals: “Tutto questo mi sta uccidendo”
Deve cercare di essere forte Matteo Berrettini e probabilmente pensare il meno possibile. La delusione per quelle Atp Finals tanto volute e rivelatesi così amare dopo appena un set giocato davanti ai suoi tifosi, è immensa per il tennista italiano costretto al ritiro nel match d'esordio contro Zverev a Torino. Un infortunio agli addominali, che fa male sia fisicamente che umanamente al numero uno del tennis azzurro alle prese con i fantasmi di un nuovo stop. Anche un ragazzo sempre positivo come lui, non è riuscito a trattenere le lacrime in campo, consolato dal suo avversario tedesco anche lui visibilmente colpito da quanto accaduto.
Quando si è presentato poi, pochi minuti dopo in conferenza stampa, gli occhi lucidi hanno tradito ancora una volta un'emozione difficile da trattenere in quella che ha definito come la "giornata peggiore che ha passato su un campo da tennis della sua vita". A renderla tale c'è tutto quello che è accaduto prima con un Berrettini sugli scudi e capace di giocare alla pari con Zverev, costretto ad annullare due set point prima di imporsi al tie-break. Il tutto in un'atmosfera magica con il pubblico torinese che a più riprese ha scandito il suo nome "Matteo, Matteo". Una situazione che rende il ritiro inevitabile per infortunio difficile da digerire: "Me l'ero meritato e mi sta sfuggendo di mano senza che io possa fare nulla. Sul campo ho sentito la più bella atmosfera della mia vita durante il primo set. Per questo fa ancora più male".
Improvvisamente all'inizio del secondo set del match contro Zverev è calato il gelo e un silenzio surreale, quando Berrettini ha lasciato cadere la racchetta portandosi le mani sul viso, dolorante al costato. Così Matteo ha raccontato quei momenti terribili in cui si è reso conto che non sarebbe riuscito a finire il match: "Non ho sentito nulla, ma poi ho sentito qualcosa come quando m'infortunai in Australia, durante il servizio. È qualcosa mentalmente molto difficile da accettare perché sembra vicino alla stessa area, quindi è ancor più complicato giocare sul dolore. Devo capire ora di cosa si tratta, il pensiero di non essere riuscito a finire il match mi sta uccidendo".
Tantissimi i messaggi d'affetto per Berrettini in queste ore complicate. Pensare alla possibilità di una prosecuzione del torneo è difficile, anche se Matteo ha ancora una piccola speranza e non vuole mollare: "C’era un grandissimo lavoro di team e tendo a non mollare quando ci sono situazioni difficili… vediamo. Domani farò dei controlli e cercherò di capire cosa è successo. La speranza è l’ultima a morire, ma è difficile perché tra due giorni dovrei tornare in campo e il livello non è facile da gestire. È difficile da immaginare una situazione positiva, ma devo farlo perché così magari ho una chance di girarlo. Comunque non entrerò in campo se avrò la percezione di non poter giocare per vincere". In caso di bandiera bianca, sarà Jannik Sinner a sostituirlo, per una situazione che sicuramente nemmeno il giovane italiano avrebbe mai voluto che si concretizzasse in questo modo.