Lo strano infortunio di Berrettini contro Alcaraz: “C’è qualcuno che mi fa i riti voodoo”
Una battaglia durata oltre quattro ore sul cemento degli Australian Open al Melbourne Park. Un match durante il quale è successo di tutto e che Matteo Berrettini, numero 7 della classifica Atp e del tabellone, è riuscito a vincere dando tutto. Più forte anche della malasorte che ha provato, ancora una volta, a stopparlo sul più bello. Il tennista romano ha battuto al terzo turno Carlos Alcaraz (31° del ranking) con il punteggio di 6-2, 7-6, 4-6, 2-6, 7-6 e s'è qualificato agli ottavi di finale dove incrocerà Pablo Carreno Busta.
Più forte dei muscoli e del fiato di colui che in patria è stato ribattezzato piccolo Nadal. Matteo ce l'ha fatta. Lo hanno aiutato nervi d'acciaio e carattere: ha toccato il cielo con un dito e poi ha rischiato di schiantarsi al suolo quando una storta alla caviglia ne ha messo in discussione il prosieguo del match. Come Icaro volato a un passo dal sole. L'avversario martellava, sfoderando colpi e agonismo fino a rimettere l'incontro in parità (dal 2-0 per il tennista romano al 2-2), l'italiano teneva botta. Vacillava, non mollava.
Non lo ha fatto nemmeno quando, durante il quinto set, l'articolazione destra gli ha fatto un brutto scherzo: ha preso una storta, sentito un dolore acuto e intenso, una fitta che gli ha strappato una smorfia e lo ha piegato. Ma non s'è spezzato. Ha chiesto al medico se poteva continuare e non se l'è fatto ripetere due volte: è tornato in campo s ‘è ripreso tutto quello che è suo, spegnendo ogni velleità di Alcaraz.
Incantesimo spezzato. Berrettini scherza, ha ancora abbastanza fiato per farlo e, soprattutto, imparato a guardare la sfortuna negli occhi e a sorriderle di rimando. Due anni fa lo fermò un problemi all’inguine, l’anno scorso un infortunio muscolare agli addominali, quest’anno gli è capitata prima la dissenteria (ha ringraziato l'imodium pr avergli permesso di essere in campo) e adesso la caviglia.
Con un filo di voce nel corso delle interviste post gara si lascia scappare una frase: "La storta alla caviglia? In ogni partita c'è sempre qualcosa che mi succede… Forse c’è qualcuno che mi fa i riti voodoo con una bambolina. Niente di grave, continuerò a lottare". E quanto sia difficile mandarlo ko lo ha sperimentato anche il diciottenne spagnolo che ha ingaggiato con lui un duello emozionante, per tecnica e potenza, fairplay (quando s'è recato nei pressi di Berrettini per verificarne le condizioni e gli ha reso la racchetta) e classe. È lo sport, bellezza