Berrettini a terra infortunato, Alcaraz fa un gesto di grande sportività: “Impressionante”
Carlos Alcaraz ha perso contro Matteo Berrettini. È durata cinque set e oltre quattro ore la sfida contro il tennista italiano dinanzi al quale s'è dovuto chinare solo al tie-break. Lo spagnolo ha dato un saggio di potenza, tecnica, talento confermando – delusione a parte per aver sfiorato l'impresa – di aver fatto un altro passo in avanti in carriera, che la sconfitta all'ultimo assalto è un trampolino di lancio. "Sono molto orgoglioso della mia prestazione – ha raccontato ai media iberici -. Sono stato battuto ma ho dato tutto, recuperando due set di svantaggio e questo mi ha fatto capire che il mio livello è molto vicino ai migliori.
Baby Nadal, così lo chiamano i tifosi iberici che vedono per il diciottenne una carriera luminosa. Non adesso, non ancora: contro di lui Berrettini ci ha messo quel che in gergo viene chiamata esperienza, la capacità di dominare il corso degli eventi anche quando tutto sembra compromesso, la forza emotiva di alzare un muro contro il quale le velleità dell'avversario sono andate a sbattere. Dal 2-0 al 2-2 fino al super tie-break con il brivido della storta alla caviglia: Alcaraz ci ha provato, il futuro è suo ma il presente ancora del romano. Ha perso ma vinto al tempo stesso.
Non poteva passare il bel gesto fatto nel momento in cui il match ha rischiato di essere interrotto e deciso dalla caduta del rivale. Dall'altra parte del campo e della rete Berrettini perde improvvisamene l'equilibrio: sente la caviglia destra cedere e cade, si sbuccia gomito e mano nell'impatto col cemento, resta a terra per qualche minuto poi torna alla sedia e si fa visitare dal medico. Intende proseguire, non pensa affatto alla possibilità di alzare bandiera bianca. E nemmeno lo vuole Alcaraz, che dal campo desidera uscire a testa alta e con la vittoria piena in pugno, senza macchia né appendice fortunosa.
Lo spagnolo va subito nei pressi del romano. Si avvicina, gli mette una mano sulla spalla per capire quali sono le sue condizioni. "Que pasa… como estas?" sembra dirgli. Prende la racchetta e gliela porge: lo attende di nuovo in campo per chiudere il match. Passerà il turno Berrettini, il suo elogio di Alcaraz sarà sincero proprio come la grande sportività che per lui è stata una carezza in un momento difficile. "Alcaraz è giovane, ha un bellissimo gioco e mi ha costretto a dare il meglio – ha ammesso il tennista romano -. Fisicamente è molto forte, non ha punti deboli. È impressionante, oggi ha mostrato il suo potenziale. Alla sua età io non avevo punti ATP".