Battaglino squalificato per il Clostebol: “Felice per Sinner, ma per tutti sono un appestato”
Stefano Battaglino non riesce a darsi pace. Questo tennista italiano 26enne, che ha come best ranking il numero 760 del mondo, era stato trovato positivo al Clostebol durante un torneo in Marocco disputato nel 2022, proprio come Jannik Sinner. Al contrario di quanto accaduto al numero uno al mondo però, Battaglino è stato squalificato per 4 anni, con il Tribunale Arbitrale dello Sport che ha confermato il provvedimento dell'International Tennis Integrity Agency (Itia). Cosa c'è dietro questa disparità di trattamento? In realtà è molto semplice, Sinner con l'ausilio dei suoi legali è riuscito a dimostrare in ogni minimo dettaglio i motivi che hanno portato all'involontaria contaminazione, e dunque per lui è stato appurato che non ci sia stata alcuna "colpa o negligenza".
L'amarezza di Battaglino squalificato per Clostebol
Non è stata la stessa cosa per Battaglino, tornato sulla vicenda in un'intervista a Corriere.it. Grande amarezza per il tennista che ha dichiarato innanzitutto: "Il farmaco è lo stesso, come ridotto era il quantitativo: a uno nulla, a me 4 anni. Mettiamo una cosa in chiaro: sono felice per Sinner, cui auguro tutti i successi del mondo; ma per me sono davvero deluso, tantissimo. Per lo sport, sono un appestato".
Perché Battaglino è stato squalificato, le differenze dal caso Sinner
Anche lui, come Jannik Sinner è stato "incastrato" da un massaggio di un fisioterapista, questa volta perrò durante una partita del torneo di Casablanca. Un intervento a mani nude per provare a risolvere un problema al polpaccio. Battaglino dopo la competizione venne trovato positivo al Clostebol, anche lui in doti assolutamente irrisorie. Nonostante la ricostruzione della contaminazione però, Stefano non è riuscito a sfruttare la testimonianza del massaggiatore coinvolto. Ecco dunque che il TAS in udienza ha considerato le sue argomentazioni non soddisfacenti per provare che la violazione fosse accidentale.
Nel caso Sinner, tutto è stato considerato credibile anche perché a sostegno della sua tesi sono stati portati anche documenti e testimonianze. Il tribunale indipendente ha scagionato il giocatore italiano, con l'agenzia internazionale anti-doping che potrebbe però ancora presentare ricorso sulla vicenda. Nel frattempo Jannik ha deciso di interrompere il suo rapporto lavorativo con Naldi e Ferrara, fisioterapista e procuratore, pagando di fatto solo la responsabilità oggettiva per il loro comportamento.
Amarezza enorme dunque per Battaglino che si è ritrovato di fronte un muro: "Detto che io non ho mai preso nulla, neanche integratori, temo che i giudici vivano in un mondo bellissimo, fatto di Us Open e Wimbledon, ma che non abbiano la benché minima idea degli altri livelli, dal numero 250 in giù". La beffa oltre al danno per Battaglino che ha rintracciato il fisioterapista solo tempo dopo, con il professionista che si è limitato a dire che lui "usa sempre i guanti e si lava le mani".
La carriera e la vita di Battaglino stravolte dalla squalifica
Insomma la sua carriera e di conseguenza la sua vita, sono cambiate drasticamente con Battaglino che oggi ha messo da parte il tennis per lavorare nell'azienda di famiglia. Oggi prova a pensare al bicchiere mezzo pieno, guardandosi indietro e provando a pensare agli aspetti meno piacevoli e stressanti della vita da tennista. Alla fine però quella macchia di essere considerato un "dopato" pesa tantissimo: "Sapere che qualcuno pensi che sia un “dopato”, cioè che abbia assunto sostanze per barare: non è così, non l’ho mai fatto. E invece, chi non mi conosce, magari legge solo il titolo e spara giudizi. Ma quando racconto l’intera storia, tutti mi dicono che è una follia".