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Battaglino distrutto dalla squalifica per il Clostebol: “Non posso giocare a padel o a calcetto”

Stefano Battaglino è tornato a parlare di come è cambiata la sua vita, sportiva e non dopo la squalifica di 4 anni per doping a causa della positività al Clostebol.
A cura di Marco Beltrami
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Stefano Battaglino non riesce a darsi pace. Questo tennista italiano 26enne, che ha come best ranking il numero 760 del mondo, era stato trovato positivo al Clostebol durante un torneo in Marocco disputato nel 2022, proprio come Jannik Sinner. Al contrario di quanto accaduto al numero uno al mondo però, Battaglino è stato squalificato per 4 anni, con il Tribunale Arbitrale dello Sport che ha confermato il provvedimento dell'International Tennis Integrity Agency (Itia). Cosa c'è dietro questa disparità di trattamento? In realtà è molto semplice, Sinner con l'ausilio dei suoi legali è riuscito a dimostrare in ogni minimo dettaglio i motivi che hanno portato all'involontaria contaminazione, e dunque per lui è stato appurato che non ci sia stata alcuna "colpa o negligenza".

Battaglino torna a parlare della squalifica di 4 anni per il Clostebol

Stefano Battaglino potrà tornare a giocare a tennis ad inizio 2027 ma difficilmente lo farà a livello professionistico. Questo in virtù della squalifica di 4 anni per la positività al Clostebol, la stessa sostanza del caso Sinner. Nel caso dell'ex numero 760 del ranking, il TAS ha confermato il provvedimento dell'ITIA. Una differenza di trattamento rispetto a quella di Jannik, che è riuscito a dimostrare in ogni dettaglio i motivi dell'involontaria contaminazione, senza alcuna "colpa o negligenza", con l'accordo successivo con WADA per una sospensione di 3 mesi per responsabilità oggettiva.

In un'intervista a Relevo, Battaglino ha raccontato quanto accaduto: "Vado in Egitto per tre settimane. La seconda settimana faccio un test antidoping e risulta negativo. Dopo aver giocato questi tre tornei e avendo visto che i voli erano economici, ho deciso di aggiungerne altri due in Marocco. Per me, finanziariamente parlando, era meglio fare così che tornare a casa. Nel secondo e ultimo a Casablanca ho chiesto un time-out medico".

Battaglino positivo dopo il massaggio di un fisioterapista

E qui si è verificato il fattaccio per colpa dell'intervento di un fisioterapista: "Ero molto stanco, forse anche a causa della fatica fisica, dello stress e del ritmo che tenevo tra una partita e l'altra e gli allenamenti. Dopo quella partita mi sono sottoposto a un altro test antidoping. Tutti sanno cosa è successo. Appena arrivato in Italia dopo aver giocato in Tunisia, ho ricevuto questa dichiarazione, in inglese, dall'ITIA. All'inizio ho pensato che fosse uno scherzo, ma dopo aver letto sul portale internet… La prima cosa che ho fatto è stata chiudere l'app e aprire Google per digitare la parola Clostebol. Non sapevo cosa fosse".

Dopo le controanalisi altrettanto positive, Battaglino è riuscito a ricostruire quanto accaduto. Plausibile la contaminazione per colpa del fisioterapista, visto che questa era stata l'unica cosa diversa rispetto a colleghi con i quali aveva condiviso anche la routine fuori dal campo: "L'unica cosa che ho fatto diversamente è stata chiamare il fisioterapista. Capisci? Ho mangiato come tutti i miei amici, non ho preso nessun farmaco, nemmeno la Tachipirina… Ho dovuto solo pensare a quello che era successo negli ultimi 21 giorni, perché vi ricordo che avevo già fatto un altro test prima (negativo)".

Il fisioterapista ha negato tutto

Il fisioterapista ha poi negato tutto: "Capisco che lui voglia proteggersi dicendo che ha usato dei guanti e che non sapeva nulla del Clostebol. Se lo vedessi ora non lo riconoscerei. Non lo ricordo, non ricordo il suo volto. Perché dovresti rischiare l'intera carriera per qualcuno come me, che si trova dall'altra parte del mondo? Lui non mi conosce, non sa chi sono. Non lo biasimo per nulla". E quindi Battaglino ha dovuto spendere ingenti somme per difendersi senza fortuna.

Ed è difficile per lui anche confrontarsi con altri sport, sia per la competitività che per la squalifica: "Ho giocato un po' di più a paddle tennis con i miei amici, ma il problema di qualsiasi sport è che non posso praticarlo. Solo per divertimento, senza competizione… Beh, non posso neanche giocare un torneo di futsal. Sto solo facendo festa con i miei amici. È assurdo. Capisco il divieto di quattro anni per un giocatore di tennis professionista, ma altri sport amatoriali… È incredibile". 

Quando scadrà la squalifica difficilmente Stefano tornerà a giocare: "Prenderò la racchetta per giocare, ma non credo che lo farò più come professionista. Mi mancherà la voglia, l'energia mentale per ripartire da zero!". Questo anche perché sarà difficile a livello economico ripartire da zero.

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