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Australian Open: le 10 cose che (forse) non sapete

Qual è la partita finita più tardi nella storia del tennis? E l’incontro femminile più lungo? Chi è l’unico ad aver vinto lo stesso major due volte nello stesso anno? Scopritelo…
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Scatta a Melbourne il primo Slam del 2015. La prima edizione dell'Australian Open, allora noto come Australasian Championships, si è disputata nel 1905. Fino al 1987 si è giocato sull'erba. Inoltre, fino al 1971, si è giocato anche in città diverse da Melbourne: 17 volte a Sydney, 14 a Adelaide, 7 a Brisbane, 3 a Perth e due volte addirittura in Nuova Zelanda, a Christchurch nel 1906 e a Hastings nel 1912. Abbiamo raccolto dieci curiosità sullo Slam “Down Under”.

Due volte in un anno – Nel 1982, per la prima volta nella storia del tennis, uno stesso giocatore ha vinto due volte lo stesso torneo dello Slam nello stesso anno solare. Peraltro nello stesso posto e contro lo stesso avversario. L'Australian Open 1981, infatti, si è chiuso il 3 gennaio 1982. Johan Kriek, alla prima partecipazione, batte Steve Denton, il primo tennista a vincere quattro partite al quinto set in un major, 6-2 7-6 6-7 6-4. Diventa così il primo sudafricano a conquistare uno Slam. L'edizione successiva si chiude il 13 dicembre 1982. Kriek si conferma con un punteggio ancora più netto: 6-3 6-3 6-2. Denton giocherà sei finali in carriera, e le perderà tutte.

Il più giovane e il più vecchio – Chi è il più giovane vincitore dell'Australian Open al maschile? Ken Rosewall. E il più vecchio campione maschile? Ken Rosewall. “Muscles” infatti ha trionfato a 18 anni nel 1953 su Mervyn Rose e a 37 nel 1972 su Mal Anderson, più giovane di lui di appena due anni.

Il campione che non t'aspetti – Mark Edmondson rimane nella storia per due ragioni: è l'ultimo australiano ad aver vinto lo Slam di casa e il vincitore di un major con la più bassa classifica di sempre. È numero 212 del mondo nel 1976, e due settimane prima dell'inizio del torneo pulisce le finestre dell'ospedale dove sua sorella lavora come infermiera per guadagnare qualche soldo extra. In finale batte una leggenda del tennis Aussie, John Newcombe, con un solo segno di nervosismo: fa cadere il trofeo durante la cerimonia di premiazione.

Mai così tardi – L'Australian Open non costringe alle ore piccole solo gli italiani. Nel 2008 il pubblico della Rod Laver Arena ha dovuto resistere fino alle 4.34 del mattino ora locale per vedere la conclusione del match tra Lleyton Hewitt e Marcos Baghdatis, che due anni prima era arrivato in finale e convinto un ristorante greco di Melbourne, lo Stalactites, a dedicargli il suo souvlaki. Entrati in campo alle 23.47, Hewitt e Baghdatis si danno battaglia per quasi cinque ore. L'australiano ha la meglio 4-6 7-5 7-5 6-7(4) 6-3 al quinto match point e paga la colazione a tutti i 5 mila spettatori rimasti sulla Rod Laver Arena. È la partita finita più tardi nella storia.

Le più lunghe – Nel 2012, Djokovic ha sconfitto Nadal nella partita più lunga della storia del torneo e la finale Slam più lunga di sempre: 5-7 6-4 6-2 6-7(5) 7-5 in 5 ore e 53 minuti. Un anno prima, Francesca Schiavone annulla sei match point a Svetlana Kuznetsova negli ottavi e riesce a vincere 6-4 3-6 16-14 dopo 4 ore e 46 minuti: è il match di singolare femminile più lungo di sempre in uno Slam.

La prima squalifica – Nell'ottavo di finale del 1990 contro lo svedese Pernfors, John McEnroe, già ammonito per condotta antisportiva, a metà del quarto set se la prende con un bambino che piange. “Dategli il latte, ha fame” grida. Il giudice di sedia, Gerry Armstrong, chiede ai genitori di portare il figlio fuori dallo stadio. McEnroe sbaglia poi due dritti e spacca la racchetta. Come da regolamento, l'arbitro assegna un punto all'avversario. McEnroe gli urla contro di tutto, fa scendere anche il supervisor Ken Farrar mentre continua a protestare. È la sua terza violazione. Diventa il primo giocatore squalificato per comportamento antisportivo negli Slam nell'era Open (l'ultimo era stato lo spagnolo di origine colombiana Willie Alvarez al Roland Garros del 1963). McEnroe non sa che proprio quell'anno è cambiato il regolamento: se prima la squalifica scattava alla quarta violazione, ora ne bastano tre. Ma la legge non ammette ignoranza.

Troppo poco impegno – Nel 2000, il russo Marat Safin perde al primo turno 7-6 (4) 6-4 6-1 dal qualificato sudafricano Grant Stafford. A fine partita l'allora 19enne, che otto mesi dopo avrebbe dato una pesante lezione a Pete Sampras in finale all'Us Open, viene multato di 2 mila dollari per non aver dato il massimo durante la partita. L'impegno mostrato sarebbe stato al di sotto della cosiddetta “best effort rule”, la regola del massimo impegno.

Longevità il tuo nome è Martina – Nel 2003, Martina Navratilova arriva a Melbourne in macchina da Sydney: sono 800 chilometri. Perché? “Ho un cane e per qualche misteriosa ragione in Australia non fanno viaggiare gli animali in cabina” spiega. Ma la stanchezza non la ferma. Navratilova, che ha vinto il titolo in singolare nel 1981, 1983 e 1985, vince il torneo di doppio misto in coppia con l'indiano Leander Paes. A 46 anni, è la più anziana vincitrice di un titolo in uno Slam.

Questione di centimetri – Nel 1954, gli Australian Championships si giocano a Brisbane. Mervyn Rose, che vincerà il titolo, si lamenta: commette troppi doppi falli, e sempre quando serve da una stessa parte del campo. Non è una coincidenza. Il rettangolo di battuta nell'altra metà campo era più corto di una cinquantina di centimetri. In quella stessa edizione, pare che il presidente della federazione australiana Charles Edwards, appena arrivato allo stadio e irritato dal fatto che la semifinale femminile non fosse ancora conclusa, abbia costretto gli organizzatori a interromperla e spostarla su un altro campo.

Tutti possono sbagliare – Nel 2013, sul trofeo viene inciso il nome della campionessa: Victoria Azarenka, BEL. Peccato che l'abbreviazione della Bielorussia sia BLR…

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