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Andre Agassi: “Ricordo quando ero numero 1 del tennis. Ero la persona più sola e infelice al mondo”

Andre Agassi è stato uno dei tennisti più forti della storia. L’americano ha raccontato che quando divenne numero 1 non era felice: “La gente pensava lo fossi, ma non era così”.
A cura di Alessio Morra
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Andre Agassi da qualche tempo è tornato a far parte del mondo del tennis. Sarà capitano del Team World dalla prossima Laver Cup e si fa vedere in alcuni tornei. La scorsa settimana era a Phoenix Agassi è stato ospita del torneo Challenger dove ha risposto anche a tante domande, parlando anche della sua carriera dicendo che quando era il numero 1 della classifica mondiale si sentiva la persona più sola al mondo.

"La gente pensava vivessi un sogno, ma ero la persona più infelice al mondo"

Agassi è stato invitato dagli organizzati del Challenger di Phoenix, che lo hanno voluto alla finale. L'americano ha detto sì e ha visto dal vivo il successo del brasiliano Joao Fonseca, giovane tennista dal futuro assicurato. L'otto volte vincitore Slam ha parlato tanto anche della sua carriera e ha detto che al contrario di quanto molti potessero pensare quando era numero 1 della classifica ATP, lo divenne per la prima volta nel 1995, non era felice ed anzi si sentiva la persona più sola al mondo: "Quando ero il numero 1 al mondo la gente pensava che stessi vivendo un sogno che fossi la persona più felice al mondo, ma era esattamente il contrario. Per molti versi ero probabilmente la persona più sola e infelice del mondo".

L'americano già da ragazzino era un fenomeno, nel 1990 era già uno dei tennisti più famosi del pianeta, anche per via del suo look e del suo carattere. Nel 1992 vinse Wimbledon, poi divenne numero 1 dando vita a grandi duelli con Pete Sampras. Un testa a testa che nel 1995 vide Agassi inizialmente prevalere, poi Sampras gli tolse il primato.

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I challenger che hanno fatto bene ad Agassi: "È stata la volta che mi sono sentito più connesso con il tennis"

L'anno seguente continuarono a battagliare. Nel 1997 Agassi crollò e finì addirittura al numero 141. Ripartì dai Challenger e tornò nei piani alti della classifica mondiale, per ritornare poi al primo posto. Ripartire dal basso è stata una mossa vincente. Le parole dell'americano fanno capire bene che nella vita di un grande atleta non contano solo vittorie e denaro: "Tutti nel mondo erano sorpresi per la mia caduta, tranne me. Quando ho trovato la mia ragione per giocare ho dovuto ricominciare da capo. La gente pensava che fossi tipo Bruce Springsteen che suonava al bar. Ma è stata la volta in cui mi sono sentito più connesso con il tennis e avevo la mia ragione per tornare là fuori a giocare, mentre sfidavo ragazzi che probabilmente non avrebbero mai sognato di incontrarmi, figuriamoci di battermi. Ero dove dovevo essere. È stato bello".

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Il numero 1 nel 1995 poi i challenger e il ritorno al vertice del tennis

Agassi da ragazzino era già un fenomeno, nel 1987 vinse il primo titolo ATP a 17 anni, l'anno seguente ne conquistò sette e rapidamente si issò nella top ten. Capelli lunghi, look tutt'altro che da tennista classico era il classico predestinato, famoso anche per motivazioni extra-tennistiche. Nel 1990 giocò le prime finali Slam, poi vinse Wimbledon, gli US Open e gli Australian Open, divenne numero 1 nel 1995, l'anno successivo si prese l'oro olimpico. Nel 1997 il crollo in classifica, scese fino al numero 141. Poi la risalita e nel 1999 tornò numero 1 al mondo. Nel 2006 ha lasciato l'attività con 60 titoli vinti, 8 Slam (quattro Australian Open, due US Open, Wimbledon e Roland Garros)

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