Alcaraz rivela l’inferno vissuto dopo le Olimpiadi: “Non volevo toccare nemmeno la racchetta”
Carlos Alcaraz in questa stagione ha vinto il Roland Garros e Wimbledon, e ha conquistato anche la medaglia d'argento alle Olimpiadi. Potrebbe essere più che soddisfatto, ma non è così. Perché Alcaraz, da campione qual è, vuole sempre il massimo e le fatiche per i successi lo hanno provato. Risultato: la sua estate americana è stata un disastro, talmente grande da fargli passare quasi la voglia di giocare tennis. Per questo motivo il successo ottenuto, sul filo, con Sinner a Pechino lo ha celebrato come fosse un titolo importantissimo. E dopo la partita ha parlato delle montagne russe che ha vissuto in questi ultimi mesi.
Due Slam e una medaglia olimpica
Alcaraz, è giusto ricordarlo perché talvolta lo si dimentica, di anni ne ha 21 ed ha già a casa 4 trofei Slam, ed è stato pure numero 1 del mondo. In questo 2024 si è spartito gli Slam con Sinner, che è stato molto più costante e la continuità lo ha portato al primo posto ATP, con un margine, attuale, di oltre 2800 punti (nella Race). Un margine rassicurante che dovrebbe mantenerlo al vertice a fine stagione. I successi del Roland Garros e Wimbledon sono stati pesantissimi, poi l'argento olimpico, un grande traguardo, ma che rappresenta comunque una mezza delusione, perché lui voleva l'oro. Tanta fatica fisica e mentale, che ha pagato a caro prezzo. Perdendo subito a Cincinnati, con annessa arrabbiatura, e agli US Open, malamente al secondo turno.
Il duro colpo del ko agli US Open
Ha vissuto male quelle sconfitte e quasi provato una crisi di rigetto per il tennis: il suo sport, la sua vita. Ha ricaricato le batterie, si è impegnato tanto. Ha giocato la Davis, che probabilmente gli ha dato tanta energia, e la Laver Cup poi è volato a Pechino dove è stato eccezionale. Un percorso netto prima di una finale spettacolare.
Sinner è stato eroico, Alcaraz ha vinto al tie-break decisivo con una rimonta stellare. Dopo il successo scintillante lo spagnolo ha regalato belle parole a Jannik, con cui ha poi viaggiato alla volta di Pechino, poi ha ringraziato il suo team e in particolare il suo allenatore e mentore Juan Carlos Ferrero, che si è commosso al termine della finale: "Sono un ragazzo fortunato a poter viaggiare con la mia famiglia e il mio team, che mi sostengono ogni giorno e mi dicono sempre cose che non voglio sentire. Voglio ringraziarvi per questo e per tutto il duro lavoro. Abbiamo attraversato momenti difficili negli ultimi due mesi. Ho potuto provare di nuovo tanta gioia in campo".
Alcaraz: "Devo essere più forte"
Parlando nello specifico in conferenza stampa ha detto: "Ferrero si è commosso? Si è emozionato perché sappiamo tutti cosa abbiamo passato nell'ultimo mese o negli ultimi due. È stato un momento molto difficile sia in campo che fuori. Come ho detto nel discorso, grazie a loro ho cominciato a ritrovare la gioia giocando, allenandomi, ritrovando la motivazione. Volevo davvero viaggiare, giocare di nuovo ai tornei. Probabilmente dopo lo swing americano ero un po' depresso, per un po' non volevo nemmeno toccare una racchetta. Non volevo viaggiare, diciamo. Dopodiché abbiamo parlato molto in quei giorni, sapendo che dovevo allenarmi di nuovo, essere più forte fisicamente, essere più forte mentalmente solo per superare quei problemi". Tutto passato. La rivalità con Sinner continua, in attesa di un altro capitolo.