Agli Australian Open irrompono bandiere pro Putin e la Z simbolo dell’invasione in ucraina
Zoran Pavlović è l'uomo che indossava la maglietta nera sulla quale era impressa in bianco una lettera Z, è il simbolo dell'operazione militare scatenata dalla Russia invadendo l'ucraina. È di origine serba ma vive in America da anni: in un'intervista a un giornale del suo Paese ha raccontato di recente che la California è l'ambiente ideale per vivere. Ma deve avere le idee un po' confuse…
Musicista da una vita, è un tifoso appassionato di Novak Djokovic che ha seguito nella sfida degli Australian Open contro il russo Rublev. Né lui né gli altri sostenitori balcanici che erano sugli spalti della Rod Laver Arena di Melbourne potevano passare inosservati, c'è stato perfino chi ha sventolato bandiere con l'immagine di Vladimir Putin. Impossibile che accadesse soprattutto in questo momento storico-politico molto delicato.
L'episodio ha spiazzato anche gli organizzatori, sorpresi da quei simboli che sono vietati compreso tutto ciò rappresenti insegne di Russia e Bielorussia banditi dagli eventi sportivi internazionali. Il tennista ucraino, Alex Dolgopolov, non ha perso tempo nel condividere critiche sui social rivolgendosi direttamente ai responsabili del torneo ("sarà bannato a vita, vero?" – ha scritto su Twitter). In calce al suo posto c'è stato anche chi ha spiegato come il tifoso serbo era riuscito a introdurre quella t-shirt: la teneva nascosta sotto un'altra di colore bianco.
Il caso delle bandiere russe aveva fatto discutere durante la sfida tra l'ucraina Kateryna Baindl e la russa Kamilla Rakhimov: ne era comparsa una e la reazione di Tennis Australia fu immediata. Il motivo? I giocatori di quei Paesi (Russia e Bielorussia) devono competere da neutrali "senza bandiere o riconoscimento dello Stato".
Scintille c'erano state anche in occasione del match tra Rublev e il finlandese Ruusuvuori. Allora si verificò una situazione inversa, a essere sventolate furono le bandiere ucraine che il giocatore accettò senza fare polemica ma chiese solo una cosa all'arbitro: "Non ho problemi se le espongono ma non devono insultarmi".