Visintin bronzo alle Olimpiadi, due mesi fa aveva il braccio ingessato: “Un miracolo”
Un bronzo che vale oro e anche molto di più. Omar Visintin stringe tra le mani la medaglia conquistata nello snowboard alle Olimpiadi invernali di Pechino ed è felice. Piange e sorride. Sospira e prende fiato. Ce l'ha fatta: il risultato sportivo si mescola alla determinazione dell'uomo che non ha mollato mai. In gara come nella vita. Anche quando la sorte gli si è messa di traverso e s'è divertita a buttarlo giù provocandogli un brutto infortunio. In quegli attimi in cui ha ricevuto il trofeo, ha posato per la foto e sciolto la tensione ha fatto un viaggio nel tempo: andata e ritorno, dall'inferno al paradiso. "È una medaglia veramente importante per me, la aspettavo da anni. La dedico a me stesso per quello che ho passato. Me la sono guadagnata, è una cosa mia proprio".
Il 10 dicembre scorso a Montafon (in Austria), durante un evento di Coppa del Mondo, gli fu fatale un ruzzolone. Venne trasportato in ospedale in elicottero, in quei momenti a fargli compagnia erano dolore e paura che il danno riportato gli avrebbe potuto precludere la partecipazione ai Giochi. La diagnosi fu un colpo al cuore: trauma cranico, lussazione del gomito sinistro, rottura del tendine.
Fu costretto a fermarsi ma affrontò quella situazione col sorriso sulle labbra: qualche ora dopo l'intervento all'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano e il consulto medico pensava già a come e quando avrebbe ripreso l'attività agonistica. Aveva un pensiero fisso e non si sarebbe mai arreso: fare di tutto per inforcare lo snowboard ed esserci a prescindere da quel che sarebbe potuto accadere in gara.
Non poteva mancare l'appuntamento iridato. "Ero stato sfortunato, mi ero fatto male ma sono riuscito a tornare e salire sul podio è grandioso. E ora so che sono forte davvero. L'infortunio al gomito fu una mazzata – ha ammesso al sito della FISI – perché pensavo che avrei dovuto rinunciare alle Olimpiadi. I medici della federazione hanno fatto un miracolo… mi aveva rassicurato che ce l'avrei fatta e così è stato. Volevo solo essere qui e gareggiare. Il braccio non è al massimo ma è stato sufficiente per arrivare al bronzo".
Visintin sapeva di avere poco tempo a disposizione per il rodaggio e ha affrontato una tappa alla volta. Più andava avanti, più migliorava e acquisiva consapevolezza delle proprie condizioni. Ottavo posto in Coppa del Mondo a Cortina d'Ampezzo (ultimo appuntamento prima dei Giochi) e adesso la medaglia strappata in rimonta all’austriaco Julian Lueftner. "A Sochi 2014 ero favorito e poi venni eliminato nei quarti, a PyeongChang 2018 andò male. Qui sapevo di avere buone opportunità ma salire sul podio è una cosa diversa. Bellissima".