Trionfa alle Olimpiadi ma in Cina non vogliono accettarlo: “Vattene via, traditore”
Uno degli atleti copertina di queste Olimpiadi è stato senza ombra di dubbio Nathan Chen. Il giovane campione di pattinaggio artistico ha conquistato la medaglia d'oro nell'evento individuale maschile. Ha saputo reggere il peso dell'emozione e anche la pressione di dover gareggiare in un'atmosfera particolare. Nathan nato e cresciuto negli Stati Uniti è figlio di Zhidong Chen e Hetty Wang immigrati cinesi. In Cina però il classe 1999 non è visto di buon occhio, come confermato dai tantissimi insulti e commenti negativi sul popolare social network Weibo. Una situazione che può essere paragonata a quella di altre due atlete, ovvero Zhu Yi e Gu Ailing.
Natah Chen, medaglia d'oro alle Olimpiadi bersagliato di critiche sui social cinesi
Nathan Chen ha dunque confermato, nella terra originaria della sua famiglia l'eccezionale talento. Probabilmente però nemmeno il campione del pattinaggio artistico si aspettava un clima così ostile in Cina, soprattutto sul web. È stato definito "traditore", con tanto di inviti a lasciare in fretta il Paese orientale, e insulti beceri. Basti pensare che è stato apostrofato con il termine "banana", usato in maniera assolutamente dispregiativa per descrivere qualcuno che è asiatico solo nei tratti somatici, e dunque "giallo" all'esterno e "bianco" all'interno come il frutto.
Perché Nathan Chen è stato insultato in Cina durante le Olimpiadi
Ma dove nasce tutto quest'astio per Chen in Cina? Innanzitutto i tifosi non riescono a digerire il fatto che un atleta di origini cinesi possa rappresentare e vincere per un Paese nemico come gli USA. Come se non bastasse poi a gettare benzina sul fuoco, c'è stato anche il fatto di aver rifiutato interviste cinesi, sostenendo di non saper parlare bene il mandarino. Senza dimenticare che Chen si è schierato apertamente a sostegno del collega e connazionale Evan Bates che ha criticato apertamente le violazioni dei diritti umani nei confronti delle minoranze in Cina. Alla luce di tutto questo su Weibo, Nathan Chen è stato bersagliato di critiche. Come ha risposto? Postando su Instagram un'immagine in compagnia della principale fonte d'ispirazione, ovvero la famiglia.
Il caso di Zhu Yi, distrutta dai cinesi su Weibo dopo la caduta alle Olimpiadi
È andata forse anche peggio ad un'altra pattinatrice, che ha fatto un percorso inverso rispetto a quello di Nathan Chen. Si tratta di Zhu Yi, che è nata anche lei da genitori cinesi trasferitisi negli Stati Uniti. Nel 2018, quella che finora era conosciuta come Beverly Zhu, ha deciso di competere per la Cina rinunciando alla cittadinanza a stelle e strisce, cambiando il nome in Zhu Yi. È bastato questo a garantirle la stima del popolo orientale? Assolutamente no: se Chen è stato considerato alla stregua di un traditore, la pattinatrice è stata accusata di portare "vergogna" al suo Paese di adozione, dopo la caduta alle Olimpiadi invernali.
Anche in questo caso pioggia di commenti su Weibo è critiche per una ragazza considerata addirittura "non abbastanza cinese". Non sono state dimenticate le sue prime interviste in inglese e non in mandarino e poi i risultati deludenti. Già quando aveva deciso di rappresentare la Cina, in molti l'hanno accusata di aver tolto il posto ad una collega più competitiva ed esperta ovvero Chen Hongyi, facendo riferimento anche a presunti favoritismi legati all'importanza del padre, famoso scienziato. In poche ore, dopo la performance ai Giochi, l'hashtag "Zhu Yi" è caduta ha ottenuto 200 milioni di visualizzazioni. Una pressione enorme per questa giovane atleta che dopo la gara si è lasciata andare alle lacrime: "Volevo mettermi alla prova, perché ieri non sono andata bene e quello che tutti hanno detto su Internet mi ha davvero colpito".
Gu Ailing in trionfo in Cina dopo il no agli USA
Il sospetto che le cose sarebbero andate diversamente se Zhu Yi avesse vinto è fortissimo. D'altronde c'è un altro caso emblematico in queste Olimpiadi, è quello di Gu Ailing Eileen, campionessa olimpica nella disciplina del Freestyle. Dopo aver effettuato tutta la trafila giovanile con numerose affermazioni, rappresentando gli Stati Uniti, la classe 2003 famosa anche per il suo lavoro da modella, ha deciso di difendere i colori della Cina.
Non poche le critiche ricevute questa volta dai suoi ex tifosi oltreoceano soprattutto per le sue dichiarazioni: la Gu ha affermato di voler fare il possibile per aiutare i giovani cinesi e favorire la comunicazione e la comprensione. Difficile farlo in un Paese che fa discutere per le violazioni ai diritti umani e per l'atteggiamento ostile verso le minoranze. Il fatto che sia vincente, che abbia voltato le spalle agli States e che sia anche un volto noto della moda, però è bastato per farla diventare una vera e propria celebrità al contrario di quanto accaduto alla sua collega negli sport invernali.