Sofia Goggia scossa dall’infortunio: “Tibia frantumata in più parti, ora ho una piastra a forma di L”
Sofia Goggia ha visto il mondo caderle addosso ad inizio febbraio. Il tremendo infortunio in allenamento è stato un colpo difficile da digerire, per la sciatrice bergamasca. La classe 1992 non è una abituata ad arrendersi e anche questa volta si è rialzata. In un incontro con i media, Sofia ha raccontato questo periodo tremendo, parlando a cuore aperto. Ha raccontato i dettagli del suo problema, spiegando quanto sia stato difficile per i medici rimetterla in sesto.
Sofia Goggia racconta l'infortunio in allenamento
Come reagire ad una frattura articolare composta pluriframmentaria del pilone tibiale che ha reso necessario l'inserimento di una placca con sette viti nella sua gamba? All'inizio Goggia ha vissuto un senso di sgomento. La sua mente si è azzerata quando era ancora stesa sulla pista: "Io ho avuto i primi 20 giorni dove sono stata malissimo, emotivamente non parliamone, però anche proprio a livello di dolore fisico, pensare che comunque io in pista quando stavo ancora strisciando, non ero ancora fermata dalla caduta, sapevo esattamente che la mia tibia era rotta proprio in quella maniera, in maniera trasversale e che non avevo più un piede, però sono riuscita ad arrivare a Milano senza alcun antidolorifico e anzi mi sono tolta lo scarpone quasi da sola. Quindi diciamo che in quel momento non ho avuto dolore, ma poi i 20 giorni successivi all'intervento sono stati devastanti, non ho dormito per notti, non riuscivo a stare in piedi, non riuscivo a star seduta, è stata una sofferenza. Sì, è stato molto difficile".
Con grande lucidità Sofia ha cercato di pensare a situazioni ben peggiori, per darsi forza. D'altronde il pragmatismo è stato una delle sue doti principali: "So bene che nel mondo ci sono drammi ben peggiori, ma per un atleta rompersi una gamba non c'è nulle di più difficile dover affrontare un infortunio, per me non è il primo ma è stata la mia settima operazione. Come ho reagito? Ho pensato che nel mondo ci sono drammi peggiori del mio. Ho pensato: ‘non sono sotto le bombe di Gaza'. Ho cercato di buttare lo sguardo oltre".
Pragmatismo, ma anche sincerità, perché Sofia non è una da parole di circostanza: "Quando ho visto le parole nel comunicato dopo l'infortunio ‘tornerò anche questa volta', ho pensato che erano parole che non sentivo mie questa volta. Poi ho iniziato a lavorare, il piede migliorava, a casa, poi palestra, piscina, ho trovato mia indipendenza. I miei programmi adesso guardano molto il quotidiano ma voglio guarire e tornare sugli sci per la prossima stagione".
L'infortunio di Sofia Goggia diverso dal solito: cosa si è fatta la campionessa di sci
Entrando nello specifico, Sofia ha spiegato perché il suo infortunio sia stato tremendo, con i medici costretti ad un'impresa: "In passato mi sono rotta delle ossa, ma mai ho subito una cosa complicata come mi è accaduta il 5 febbraio. Mi sono rotta il pilone tibiale trasversalmente in più parti, un trauma da compressione e torsione fortissimo e si è frantumata la tibia in più parti. Le premesse dell'intervento erano estremamente complicate, perchè la Tac era molto brutta e riuscire a costruirlo era una impresa per gli ortopedici. L'intervento è riuscito perfettamente. Un ottimo punto di partenza per il recupero, ma bisogna andare con calma".
Sofia Goggia dopo l'intervento con una piastra a forma di L nella gamba
Cosa le hanno fatto nello specifico i dottori? Questa la spiegazione, che mette i brividi: "Ho una piastra a forma di ‘L' che mi tiene la tibia ma essendo la frattura così bassa mi hanno fatto un taglio molto lungo per infilare la placca. I tempi per il ritorno? I tempi sono di sei mesi, quelli standard, una volta saldato l'osso e se ho un fisico idoneo per sciare posso anche andare prima, spesso sono tornata prima, accorciando i tempi, cosa che non voglio fare ora ma non è detto che debba aspettare i canonici sei mesi".
Quando tornerà a sciare Sofia Goggia, i tempi di recupero dopo l'infortunio
E ora è tempo di iniziare a pensare al futuro, e al ritorno: "Sinceramente in questo momento sto bene, ma ho bisogno di molta cura e molta pazienza affinché il callo si formi in tutte le linee di struttura quindi mi hanno detto che il recupero sugli sci inizialmente era di 6 mesi che sono i tempi diciamo standard. Non ho ancora parlato di recupero sugli sci perché mi sto focalizzando molto su quello che c'è da fare ogni giorno, il lavoro è tantissimo e prossimamente mi vedrò con il mio team di lavoro per fare una macro programmazione ma tutto dipenderà comunque molto dalla guarigione. Il Gigante? Si sicuramente lo correrò, ma gestirò il gigante come questa stagione dove non ho fatto tutte le tappe per preparare al meglio la velocità. Quest'anno ero prima in discesa con quasi una gara di vantaggio sulle altre che significa 100 punti e comunque in SuperG ero quarta, quindi sicuramente il lavoro in gigante ha pagato".
Ad aiutarla c'è anche la carriera universitaria, in cui sta collezionando successi: "In parallelo al lavoro fisico ho sempre avuto in questi anni il mio percorso universitario. E mi sto impegnando notevolmente. Ho già dato due esami e ho in pancia altri 4-5 per la prossima sessione. Sto cercando tra le sessioni di fisioterapia, gli allenamenti, il fatto di andare in piscina, le varie terapie qui a casa, di sfruttare il tempo che ho a disposizione in modo da portarmi avanti e studiare e dare più esami possibile. In questo momento sto preparando Statistica e Storia dei partiti politici".