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Olimpiadi invernali 2022 a Pechino

Sgomento alle Olimpiadi, all’improvviso c’è una tigre regolarmente in gara: nessuno sa cosa succeda

“Bisogna capire cosa sta succedendo”: i telecronisti restano senza parole alle Olimpiadi di Pechino.
A cura di Paolo Fiorenza
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Tra le scene memorabili delle Olimpiadi invernali di Pechino sicuramente resterà anche quella verificatasi durante la gara di big air di snowboard femminile. Immagini che hanno fatto strabuzzare gli occhi e colto di sorpresa gli stessi telecronisti, che si sono chiesti cosa stesse succedendo. Alla partenza in cima alla rampa si è infatti materializzata un'atleta completamente vestita da tigre, generando subito due domande. Possibile che potesse gareggiare con quel costume? Ed ancora: possibile che per mettere in atto quella follia buttasse alle ortiche le possibilità di far segnare un buon risultato alle Olimpiadi, qualcosa che resta per sempre?

Prima di rispondere agli interrogativi, sveliamo chi c'era sotto il costume da tigre: la 26enne snowboarder francese Lucile Lefevre, alla sua seconda partecipazione ai Giochi invernali, dopo quella di Pyeongchang 2018, quando si era classificata 25ª nello slopestyle ed aveva poi dovuto rinunciare al big air perché infortunata. Le cose sono andate in maniera pressocché identica anche a Pechino: 27ª e non qualificata alla finale nello slopestyle, poi acciaccata a tal punto da decidere di sacrificare le sue ridottissime chance di competere nella gara big air, per dar vita allo spettacolo in costume da tigre in diretta televisiva mondiale.

Ovviamente la Lefevre non ha eseguito alcuna evoluzione aerea dopo lo stacco, saltando dritta per dritta e salutando il pubblico prima di atterrare al traguardo, ottenendo un punteggio chiaramente bassissimo. L'olimpionica francese ha raccontato che i problemi fisici si erano palesati già al suo arrivo in Cina: "Il mio ginocchio si è gonfiato per la prima volta sull'aereo in arrivo a Pechino. All'inizio non era drammatico. Non ho avuto dolore, sono riuscito a fare lo slopestyle abbastanza bene. Poi, senza sapere davvero perché, il dolore è diventato più intenso durante la preparazione per il big air. Non sono stata in grado di fare i salti per i quali avevo lavorato per quattro anni. Sapevo che avrei avuto la possibilità di qualificarmi per la finale, ma non volevo lasciare che la delusione prendesse il sopravvento. La vita va avanti, è bella, va tutto bene".

Con questo approccio positivo, che peraltro è tipico degli atleti di snowboard e freestyle, Lucile ha dunque pensato di rendere comunque indimenticabile la sua partecipazione alle Olimpiadi di Pechino: "Quella mattina non sapevo se avrei avuto la capacità di competere, ma non riuscivo a vedermi non prendere il via. È stata l'ultima gara di queste Olimpiadi e della mia vita. Volevo essere lì, divertirmi con le ragazze che sono diventate amiche prima di essere mie concorrenti. Ho preferito finire in questo modo piuttosto che non fare nulla. Ho lavorato quattro anni per essere qui, ho dovuto approfittarne. L'idea del costume è venuta parlando con gli altri snowboarder. Sapevano tutti che stavo per fare la mia ultima gara e uno di loro mi ha detto: ‘Negli Stati Uniti si travestono per la loro ultima corsa. Dovresti fare lo stesso!'. Mi piaceva l'idea, ma qui è difficile trovare un travestimento. Siamo nel villaggio olimpico, in una bolla sanitaria. Non possiamo andare a comprare cose. Poi, parlando con una ragazza svizzera, ho saputo che un membro della sua delegazione aveva un costume da tigre. La sera stessa l'ho provato, mi ha fatto ridere, quindi l'ho tenuto".

Quanto all'altra questione, se fosse possibile gareggiare abbigliata in quel modo, è servito avere il via libera dagli organizzatori, che non hanno voluto negare alla giovane francese la cartolina più originale che mai si ricordi in un torneo olimpico. Anche perché la Lefevre ha già annunciato il ritiro: "È una decisione che ho preso un anno fa. Quando avevo tre anni, ho avuto una malattia all'anca piuttosto grave. I medici mi hanno detto che non potevo fare sport. Una cosa tira l'altra, ho iniziato a fare snowboard, ho partecipato alle mie prime gare e sono arrivata ai massimi livelli. Poi, un anno fa, ho iniziato ad avere un dolore piuttosto forte ad un'anca. Il mio chirurgo mi disse che dovevo dimenticare i Giochi, che non avrei potuto andarci, che i dolori si svegliavano perché la mia anca si stava deteriorando e che forse avrei dovuto prendere in considerazione l'idea di una protesi. Dopodiché, ho smesso di allenarmi, mi sono riposata. Riprendendo a fare sport, a poco a poco, il dolore è diventato sopportabile. Il mio medico mi ha confermato che prendere parte ai Giochi alla fine non avrebbe peggiorato la situazione, quindi mi sono presentata. Ma questa è stata la mia ultima gara". A suo modo è stata indimenticabile.

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