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Olimpiadi invernali 2022 a Pechino

Regala la medaglia delle Olimpiadi alla figlia del prigioniero politico: “Per non dimenticare”

Dopo aver vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi invernali di Pechino, Nils van der Poel si è reso protagonista di un gesto molto significativo e sorprendente.
A cura di Marco Beltrami
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Nils van der Poel è considerato da colleghi e addetti ai lavori, come uno dei pattinatori di velocità su ghiaccio più forti di tutti i tempi. Lo svedese due volte medaglia d’oro ai Mondiali, si è preso la scena anche alle Olimpiadi, dove ha collezionato altrettanti trionfi. Sue le gare dei 5mila e 10mila metri, a confermare le sue doti eccezionali. Senza dubbio il classe 1996 è stato uno degli atleti copertina di Pechino 2022, ed è stata incontenibile la sua gioia dopo anni di estenuanti allenamenti. Pur consapevole del valore immenso di quelle medaglie conquistate, van der Poel ha capito che c'è qualcosa di ben più importante di un trionfo sportivo. Ed è quello che ha voluto dimostrare con un gesto tanto eclatante, quanto importante e rivoluzionario.

Van der Poel regala la sua medaglia d'oro delle Olimpiadi ad Angela Gui

Van Der Poel ha infatti voluto consegnare una delle sue medaglie d'oro ad Angela Gui, ovvero la figlia di Gui Minhai scrittore ed editore imprigionato per motivi politici in Cina. Si tratta della protesta più importante e audace da parte di un atleta che ha preso parte alle ultime Olimpiadi invernali di Pechino. Una situazione a dir poco clamorosa, con l'obiettivo di usare la sua vittoria e la sua popolarità per denunciare i metodi del governo cinese e le repressioni di libertà di parola, dissenso e minoranze etniche.

Van der Poel celebra la medaglia Olimpica
Van der Poel celebra la medaglia Olimpica

Perché van der Poel ha donato l'oro alla figlia di Gui Mihai

In realtà, stando al racconto del New York Times, il pattinatore avrebbe voluto già mettere in scena la sua presa di posizione, in occasione del trionfo olimpico, magari rifiutandosi di salire sul podio in segno di protesta. L'atleta svedese noto anche per il suo essere un anticonformista con il dono della schiettezza, ha preferito evitare per tutelare la sua posizione e quella degli altri atleti. D'altronde in occasione dei Giochi i funzionari hanno avvertito i partecipanti che avrebbero rischiato sanzioni e provvedimenti in caso di commenti contrari alla legge, sulla scia dei contrasti avvenuti in precedenza quando le organizzazioni per i diritti umani hanno chiesto il boicotaggio dei Giochi per le repressioni cinesi sulle minoranze e il mancato rispetto dei diritti umani.

Ad Olimpiadi finite, van der Poel si è recato a Cambridge per consegnare la sua medaglia d'oro ad Angela Gui, la figlia del signor Gui, in una piccola cerimonia improvvisata. Il pattinatore ha spiegato così il suo gesto: "Mi rendo conto che Gui Minhai non sarà liberato per questo. Mi rendo conto che il popolo cinese non smetterà di subire l'oppressione per questo motivo. Ma credo davvero, davvero nella libertà di parola. È surreale regalare ciò per cui hai combattuto per tutta la vita. Ma tutto questo dà anche più valore al risultato ottenuto e agli sforzi fatti".

Chi è Gui Minhai, lo scrittore ed editore imprigionato in Cina

Gui Minhai è nato in Cina ed è  in possesso della doppia nazionalità svedese e cinese. Si è guadagnato da vivere come scrittore e poi editore ad Hong-Kong. Nei suoi 10 anni di carriera, ha pubblicato circa 200 libri, con lo pseudonimo di Ah Hai, oltre ad essere uno degli azionisti di Causeway Bay Books. Tra le sue opere, anche quelle relative alla politica e ai leader del Paese orientale, che sono stati subito bandite in Cina in quanto spesso molto critiche. Nonostante tutto tanti viaggiatori hanno introdotto di nascosto in Cina i volumi di Minhai, che comunque hanno avuto un notevole seguito. Ecco allora che nel 2015 Gui è stato rapito mentre si trovava in Thailandia, da agenti di sicurezza cinesi.  L'uomo poi è apparso in tv sul canale di Stato del regime dove ha ripetuto la linea ufficiale di Pechino secondo cui era tornato volontariamente in patria per rispondere di un incidente stradale mortale risalente ad un decennio prima.

L'immagine di Gui Minhai diffusa dopo il suo primo rapimento
L'immagine di Gui Minhai diffusa dopo il suo primo rapimento

Condannato, è stato trattenuto in Cina e non gli è stato permesso di tornare in Svezia dove aveva ottenuto la cittadinanza. Nel 2018 il signor Gui è stato accompagnato per una visita medica, ma ancora una volta è stato rapito da agenti di sicurezza cinesi. Un anno dopo è stato condannato a a 10 anni di carcere per "fornitura illegale di informazioni" ad un destinatario straniero. Un accusa smontata dalla famiglia dell'editore che ha sottolineato come Mihai avesse vissuto gli ultimi anni sotto stretta sorveglianza, incapace dunque di acquisire e rivelare segreti.

L'emozione della figlia dell'editore cinese

Angela Gui al momento di ricevere la medaglia, si è mostrata molto colpita. La 28enne laureatasi in terra britannica ha sottolineato l'importanza di questo gesto di van der Poel: "Mi rendo contro che questo potrebbe essere ingenuamente considerato, troppo poco. Ma penso anche che un po' di ingenuità sia importante per cercare di ottenere un cambiamento. Penso che sia molto importante che Nils che mi abbia dato la sua medaglia in onore di mio padre per onorare i prigionieri politici come lui, molti dei quali sono sempre più hongkonghesi e uiguri".

In realtà van der Poel prima fino a pochi mesi fa non era a conoscenza di questo tipo di situazioni, concentrato esclusivamente sulla sua disciplina e sull'allenamento in vista delle Olimpiadi. Qualcosa però è poi cambiato a novembre, quando ha assistito ad una presentazione online di Civil Rights Defenders, un gruppo svedese che informa gli atleti sugli eventi internazionali, in particolare quelli nei Paesi in cui ci sono delle violazioni dei diritti umani. In quell'occasione Nils è rimasto molto colpito dalla storia del signor Gui, turbato dal fatto che chiunque potesse essere rapito all'estero e portato al carcere: "Sentivo di essere obbligato a fare qualcosa poiché ho avuto l'opportunità che pochissime persone hanno".

Ovviamente il gesto del pattinatore farà sicuramente arrabbiare le autorità cinesi, anche se il responsabile della squadra olimpica svedese Peter Reinebo ha già dimostrato totale solidarietà e sostegno al suo atleta. E quest'ultimo si è congedato da Angela Gui incassando da parte sua una promessa, che tutti sperano che possa essere mantenuta prima o poi, ovvero: "Forse quando l'ultimo prigioniero politico verrà rilasciato, potrai riavere la tua medaglia".

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