“Mi hanno chiesto di rinunciare al SuperG, vergognoso”: a Pechino scoppia il caso nel Team Italia
Non è una buona giornata per l‘Italjet alle Olimpiadi invernali di Pechino, sotto tutti i punti di vista. La spedizione azzurra nel SuperG non riesce ad avvicinare mai la top ten e, al termine della gara vinta da Matthias Mayer, scoppia il caso che riguarda Matteo Marsaglia. Nelle scorse ore lo sciatore romano aveva parlato di pressioni nei suoi confronti da parte del direttore sportivo, Massimo Rinaldi, che gli avrebbe chiesto di rinunciare a disputare il SuperG di oggi in modo da poter lasciare il posto a Mattia Casse. Una vicenda che lui stesso aveva reso pubblica con queste parole a La Gazzetta dello Sport: "Mi hanno chiesto di non gareggiare perché avrebbero voluto far correre Casse. Io ho spiegato che non possono farlo. Dovrei dire che sto male, dichiarare il falso? Non si scherza con queste cose. E dovrei fare questo per cosa? Per riparare gli errori di chi ci ha portato ad avere solo sette posti ai Giochi per l’Olimpiade? Gente che cerca di salvarsi sulla pelle degli atleti?".
Queste dichiarazioni hanno infiammato la spedizione azzurra a Pechino e poco dopo erano arrivate le parole del direttore sportivo dello sci azzurro Rinaldi a smentire le accuse: "A Matteo non ho chiesto un bel niente, tantomeno di dichiarare il falso. Sarebbe una follia che avrebbe conseguenze legali anche a livello del CIO".
Sulla vicenda è intervenuto anche Mattia Casse, che è finito tra i protagonisti di questa querelle in maniera involontaria e ha espresso il suo punto di vista attraverso i social network: "Rispondo a chi chiede la mia opinione rispetto alle dichiarazioni rilasciate da Matteo Marsaglia. Matteo non è solo un compagno di squadra, ma è un caro amico; è a Pechino per gareggiare ed ha il sacrosanto diritto di sfruttare la sua convocazione. Sono arrivato in Cina sperando di riuscire a recuperare una quota dalla ri-allocazione tra stati; in cuor mio, confidavo nell'annullamento delle gare di Dubai, Kolasin e Malbun che, non è un segreto, sono state organizzate per perseguire scopi diversi da quello sportivo. Come me altri atleti Steven Nyman che dedicano la loro vita a perseguire il sogno olimpico, sono rimasti esclusi a causa di pass olimpici assegnati "in questo modo". Mi auguro davvero che questa ingiustizia non si ripeterà, per rispetto degli atleti e dello sport".
Le gare a cui fa riferimento Casse, arrivato a Pechino nei giorni scorsi come il primo degli esclusi della nazionale maschile, sono quelle sotto indagine che hanno permesso l'accesso ai giochi ad atleti di alcuni stati di accedere ai Giochi con risultati poco chiari.
Oggi Matteo Marsaglia ha ribadito la sua posizione ai microfoni di RaiSport al termine del deludente superG maschile, che lo ha visto chiudere al 18° posto: "È successo quello che avete letto e di certo non avevo nessun interesse nell’inventare qualcosa. Non c’era proprio motivo che inventassi qualcosa, perché avevo appena fatto la mia gara in discesa, dove ho fatto un errore e ho rischiato anche di farmi male. Ero comunque contento e avevo ancora tanta adrenalina addosso, ma ero sicuro di fare anche la gara il giorno dopo, quindi ero tranquillissimo".
Infine lo sciatore romano si è soffermato sulla vicenda anche sotto un altro punto vista, non riguardante solo la gara: "Mi sembra una cosa vergognosa e che va contro tutti i valori che lo sport mi ha insegnato in questi anni e che spero che insegni a tanti ragazzi, perché prima di diventare dei grandi campioni bisogna diventare dei grandi sportivi. È la più grande lezione che ci possa essere, perché la cosa più bella dello sport è proprio quella che ti fa crescere come uomo e di diventare un vero sportivo e poi magari se si è bravi e fortunati anche grandi campioni".