L’Italia vince la medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre: trionfo epocale ai Mondiali di Calgary
L'Italia vince la medaglia d'oro nell'inseguimento a squadre maschile a Calgary, in Canada, e firma un'impresa epocale. La firma di questa prestigiosa vittoria è di Davide Ghiotto, Michele Malfatti e Andrea Giovannini, che sul ghiaccio dell’Olympic Oval si sono messi al collo una medaglia storica: non era mai accaduto che un terzetto italiano riuscisse a salire sul gradino più alto in una rassegna iridata. Si tratta di un trionfo epocale perché gli olandesi vengono battuti in ambito iridato per la prima volta dal 2011, quando vennero battuto dagli USA.
I tre azzurri sono andati sempre a podio nelle gare internazionali disputate quest’anno e hanno fatto segnare il primato italiano nell’evento più importante della stagione con il tempo di 3:35:00: l’Italia, che non saliva sul podio nel team pursuit da ben sedici anni, e ha avuto ragione della Norvegia (+1.07), che ha vinto la medaglia di argento, e del Canada (+1.72), che ha chiuso al terzo gradino del podio col bronzo.
Una prova fantastica a parte del terzetto azzurro, che è stato trascinato da un immenso Davide Ghiotto: l'atleta di Altavilla vicentina è stato in grado di rimanere in testa a tirare dal primo all’ultimo giro, imponendo un ritmo indiavolato, spesso sotto i 13″ ogni mezzo giro.
Per l'Italia di pattinaggio velocità su pista lunga si tratta della seconda gemma in quest’edizione dei Mondiali dopo l’argento conquistato sempre da Davide Ghiotto nei 5.000 metri ieri nella giornata inaugurale. Per il classe 1993 è la quarta medaglia ai Mondiali dopo l'oro nei 10.000 e l'argento nei 5000 a Heerenveen nel 2023 e l'argento nei 5000 metri a Calgary di giovedì.
L'Italia non saliva sul podio nell'inseguimento iridato da ben 16 anni: il movimento azzurro ha archiviato il secondo titolo della storia nei Mondiali delle singole distanze e per il ‘trenino' è la terza medaglia iridata dopo gli argenti a Inzell nel 2005 (Enrico Fabris, Matteo Anesi, Ippolito Sanfratello) e nel 2008 a Nagano (Enrico Fabris, Luca Stefani e Matteo Anesi)