L’Italia maschile ai Mondiali di sci, tra un Paris in crescita e i dubbi di Vinatzer
In questa stagione di Coppa del Mondo di sci la squadra maschile italiana ha dimostrato di vivere una classica situazione intermedia. Ci sono alcune punte storiche che hanno avuto fino a questo momento risultati altalenanti, così come dei veri e propri su è giù emotivi e tecnici hanno vissuto i nostri giovani. Ad oggi abbiamo ottenuto solo due terzi posti, il primo in Slalom speciale da parte di Alex Vinatzer a Madonna di Campiglio e poi il marchio del campione, Dominik Paris che riesce ancora una volta a domare la Streif di Kitzbühel dietro ad altri due grandi campioni come Beat Feuz e Matthias Mayer. Pensando proprio alle discipline veloci, sono proprio queste le uniche potenziali gare da medaglia per i nostri Azzurri.
Sarà per forza di cose Dominik Paris il riferimento in queste specialità. Lo scorso anno Paris ha subito un brutto infortunio in allenamento, la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, oltre ad una microfrattura della testa del perone, un infortunio dal quale si ritorna anche in buone condizioni ma solo se si è capaci di rimanere tranquilli e attendere che la forma cresca. Così sembra stia succedendo a Paris, il quale ha iniziato con una sorta di freno a mano psicologico tirato nelle gare in Val Gardena e Bormio, lasciando a Matthias Mayer lo Stelvio dopo che l’aveva conquistata quattro volte consecutive in Discesa libera, per poi mostrare un netto scatto di forma nelle gare di Kitzbühel, in cui ha ottenuto anche un podio, e con la vittoria di Garmisch.
Discorso in un certo senso simile per Christof Innerhofer, l’altra nostra punta nelle gare di velocità. Dopo un inizio davvero disastroso, in cui sembrava non avere nemmeno più voglia di sciare al massimo, ha piazzato un quarto posto nella seconda discesa sulla Streif, ripetendosi con un’altra posizione ai piedi del podio nel Supergigante sempre a Kitzbühel. Questo lo ha fatto ritornare al centro dell’attenzione e reso di nuovo un potenziale protagonista soprattutto del SuperG mondiale. Gli altri italiani, da Buzzi a Casse, fino a Matteo Marsaglia sono praticamente non pervenuti fino a questo momento e con pochissime speranze di ben figurare anche a Cortina.
Se passiamo dalle discipline veloci a quelle tecniche, il contesto cambia del tutto. I nostri “vecchi” o stanno definitivamente mollando, come Stefano Gross, mentre Manfred Moelgg dopo un inizio zoppicante è tornato a buon livello, oppure fanno una buona gara per poi peggiorare sensibilmente nella successiva, come Riccardo Tonetti. In combinata abbiamo una speranza di medaglia proprio con Tonetti, se riesce a stare dentro nello Slalom speciale, mentre in parallelo difficilmente possiamo giocarcela contro i vari Pintaurault, Kristoffersen e Zenhäusern.
In Slalom gigante possiamo sperare nella prova della vita di Luca De Aliprandini, ma deve essere davvero il coniglio che esce dalla tuba, mentre in Slalom speciale abbiamo Alex Vinatzer che stiamo aspettando tutti. Ecco, proprio il classe 1999 di Bolzano è l’atleta italiano più atteso di questi campionati del mondo. Non tanto perché può essere il favorito nella sua gara, ma in quanto sono questi eventi a dimostrare il valore di un atleta, anche proiettandolo nel futuro.
Alex ha iniziato molto bene la stagione e per tutti sembrava l’uomo giusto per riportare in alto lo Slalom italiano. Poi è uscito in due gare successive ed è saltato mentalmente e tecnicamente. Per paura di continuare a non finire le gare ha sciato contratto e senza accelerare troppo, finendo un abisso dietro ai migliori. In questo Mondiale Alex deve trovare un punto di equilibrio in ogni senso e mostrarcelo, per poter davvero mettere tutte le fiche su di lui da qui in avanti.
Nota finale per Giuliano Razzoli sempre nello Slalom speciale. Non è tra i favoriti, forse nemmeno da top 10, ma è sempre un campione olimpico e la zampata può esserci quando uno meno se lo aspetta.