Lisa Vittozzi alle Olimpiadi invernali 2022: da grande enigma può diventare una mina vagante
Lisa Vittozzi è il più grande enigma non solo del biathlon italiano, ma si potrebbe dire di tutti i nostri sport invernali. In estrema sintesi riesce a essere tra le prime al mondo in alcuni momenti delle gare, soprattutto quando lancia la staffetta e in maniera costante è insieme ai colossi Norvegia e Svezia, per poi sbagliare in maniera clamorosa le gare individuali o altri momenti specifici delle gare, saltando letteralmente in aria con tre e anche quattro errori nel tiro a terra che invece in altri momenti padroneggia alla perfezione.
È davvero un caso al limite dell’assurdo che non ha spiegazioni da un punto di vista fisico o tecnico, ma è un evidente problema psicologico in cui ormai Lisa è avviluppata da un sacco di tempo e non riesce a venire fuori in maniera definitiva. E pensare che Lisa Vittozzi ha tutte le carte in regola per stare con le prime al mondo anche nella Coppa generale, come ha dimostrato fino a due anni fa.
Chi è Lisa Vittozzi, biatleta italiana alle Olimpiadi di Pechino 2022
Da giovane è stato un fenomeno, vincendo due ori ai Campionati mondiali giovanili di biathlon del 2014 a Presque Isle. Esordisce a 19 anni in Coppa del Mondo e ai Mondiali dello stesso anno, il 2015, è già bronzo in staffetta. Ma il dato che fa strabuzzare gli occhi è la sua precisione al tiro: 88% a fine stagione, sesta in classifica in questo fondamentale. Un’Italia in cui Wierer sta dimostrando proprio in quella fase di essere una campionessa vera e una giovane così forte si sfrega le mani per un futuro radioso. L’anno successivo infatti, questa sensazione diventa subito reale, perché già alla seconda tappa di Coppa Lisa vince a Hochfilzen la staffetta femminile insieme a Dorothea Wierer, Karin Oberhofer e Federica Sanfilippo.
La medaglia di bronzo a Pyeongchang 2018
Le stagioni si susseguono e Lisa Vittozzi non fa che crescere, iniziando ad andare a podio anche nelle gare individuali. Alle Olimpiadi di Pyeongchang 2018 vince subito un bronzo nella staffetta mista con Dorothea Wierer, Lukas Hofer e Dominik Windisch, che sottolinea anche l’ottimo movimento azzurro del biathlon, con l’indicazione chiarissima che mentre Dorothea sia il presente della specialità al femminile, Lisa ne sarà di sicuro il futuro.
Nel 2018-2019 iniziano le vittorie davvero pesanti, quelle che costruiscono una grande carriera. A Oberhof, nel tempio del biathlon, vince due gare consecutive, la sprint e l’inseguimento, seconda italiana a riuscirci dopo Nathalie Santer nel 1993. Le prestazioni e i podi sono tanti, tanto è vero che chiude la classifica di Coppa del Mondo generale al secondo posto dietro l’altra azzurra Wierer. Siamo la nazione giuda del biathlon femminile e questo non solo è sorprendente, ma fa anche ben sperare per il prossimo futuro.
Il secondo posto nella Coppa del Mondo individuale del 2019
La stagione successiva in Coppa del Mondo però Vittozzi non è brillante come la precedente ma soprattutto si inizia a parlare di problemi interni alla squadra fra le due regine, Wierer e Vittozzi appunto, che di sicuro non sono amiche e non fanno nulla per negarlo.
Il problema è che mentre Dorothea vince di nuovo la Coppa del Mondo generale per la seconda volta consecutiva e ai Mondiali casalinghi di Anterselva conquista due ori e due argenti, Vittozzi per la prima volta dimostra quei problemi enormi in alcune fasi di gara che poi ne mineranno le certezze fino a oggi.
La Coppa di quest’anno ha soltanto evidenziato ancora di più problemi per forza di cose di natura psicologica soprattutto nel tiro a terra, che le fanno letteralmente buttare via le gare dopo pochi minuti dal loro inizio.
Lisa Vittozzi alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022
Cosa può fare un’atleta del genere in un contesto olimpico? È la domanda più difficile da fare. Può letteralmente annullare ogni tentativo di rinascita, affossando anche le altre nelle staffette, oppure può all’improvviso ritrovarsi e diventare una mina vagante per tutte in ogni gara. Pechino ci dirà, noi speriamo solo che Lisa torni quella che era e non solo che faceva supporre a tutto il mondo del biathlon. Se accadrà a Pechino, siamo certi che ne vedremo delle belle.