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Olimpiadi invernali 2022 a Pechino

La verità su Sofia Goggia è davvero crudele: per le Olimpiadi serve un “miracolo”

Il responsabile medico della FISI svela le reali chance di vedere Sofia Goggia al via della discesa libera delle Olimpiadi di Pechino. Intanto già è sicuramente saltata la partecipazione al gigante, pochissime possibilità per il Super G.
A cura di Paolo Fiorenza
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La sfortuna ha deciso di accanirsi su Sofia Goggia, da tempo regina assoluta della discesa libera nello sci femminile. La 29enne campionessa bergamasca, già costretta a saltare i Mondiali di Cortina l'anno scorso per la frattura composta del piatto tibiale laterale del ginocchio destro, adesso rischia di dover assistere in televisione anche alle Olimpiadi invernali di Pechino che cominciano il prossimo 4 febbraio, per un problema serio all'altro ginocchio.

L'infortunio subìto dalla Goggia durante il supergigante di domenica a Cortina è di quelli che solo a vederli spaventa ed il fatto che l'azzurra si fosse rialzata e fosse potuta scendere al traguardo sugli sci aveva fatto sperare che quella torsione brusca e innaturale del ginocchio sinistro, già operato al crociato nel 2013, non avesse lasciato conseguenze gravi. Ma ben presto si è intuito – vedendo che Sofia non riusciva neanche a camminare da sola, ma aveva bisogno di essere sorretta da due persone – che dagli esami effettuati nel pomeriggio a Milano non sarebbe uscito niente di buono. Sensazione confermata dalla diagnosi impietosa diffusa dopo gli accertamenti strumentali effettuati alla clinica La Madonnina: "Trauma distorsivo al ginocchio sinistro, con una lesione parziale del legamento crociato già operato nel 2013, una piccola frattura del perone e una sofferenza muscolo tendinea".

La nota diffusa dalla Federazione lascia peraltro uno spiraglio di speranza – "Sofia comincerà da domani il percorso riabilitativo con l'obiettivo di essere al via della discesa femminile di Pechino 2022 in programma martedì 15 febbraio" – ma quanto sia piccolo lo spiegano chiaramente le parole di Andrea Panzeri, responsabile della commissione medica della FISI: "La speranza olimpica va tenuta aperta. I giorni sono pochissimi, il trauma è stato importante. Dobbiamo attaccarci alla forza di Sofia e ai recuperi che è abituata a fare. Inizierà subito la riabilitazione e poi giorno per giorno vedremo. Niente è precluso al cento per cento e niente può essere dato per certo al cento per cento. Lei per prima se la deve sentire, noi possiamo dare l’ok, ma la decisione sarà sua, dovrà sentirsela, averlo nelle gambe e provarci. Stiamo parlando dell'Olimpiade, ne vale la pena ma il trauma è stato sicuramente importante".

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Il dottor Panzeri si lascia poi scappare alla Gazzetta dello Sport una parola che spiega tutto e fa quasi crollare il castello di illusioni, quando parla di "miracolo". È esattamente quello che serve per vedere Sofia Goggia al via della discesa libera di Pechino, in programma il 15 gennaio: "Né io né il dottor Schoenhuber (i due avevano operato assieme la sciatrice nel 2013 allo stesso ginocchio e l'avevano assistita anche l'anno scorso per l'infortunio a quello destro, ndr) avremmo voluto rivivere per l’ennesima volta questa situazione. Proprio un anno fa eravamo qui prima dei Mondiali di Cortina. Nel momento della massima forma, a poca distanza da un grande evento, questa sfortuna non ci voleva. Lei è forte, in questi anni ha sempre dimostrato di saper recuperare, sia fisicamente sia di testa. Vediamo se anche questa volta farà un miracolo".

"Ci vuole tanta energia e tanto lavoro. Lunedì inizierà in piscina, poi forzerà sempre un po' di più per trovare il feeling. Non andrà ai Giochi alla sprovvista, prima dovrà sciare in campo libero. Andare all'Olimpiade senza sentirsi competitiva per lei non ha senso, lei non va per partecipare. Ci devono essere tutti i presupposti per poter fare la sua gara al suo livello, ma è lei che se la deve sentire. Sofia conosce bene il suo ginocchio, ci ha già lavorato. Essendo ricostruito, questa lesione parziale del crociato in qualche modo può darle meno fastidio. In questo momento il vero ago della bilancia è lei, la sua testa, la sua forza. Nell'insieme possiamo ancora dire ‘può farcela' e questo è positivo. Una chance c'è, bisogna giocarsela. Ma la differenza la farà lei", conclude il dottor Panzeri. Ed allora anche noi e tutti i tifosi italiani ci appigliamo a questo esile filo e spingiamo la nostra Sofia a non mollare finché ci sarà ancora una possibilità di mettere le mani su un altro oro olimpico dopo quello vinto a Pyeongchang nel 2018.

Del resto quest'anno la Goggia è letteralmente ‘ingiocabile' in discesa libera, dove ha raccolto quattro vittorie, ma i suoi progressi in Super G sono stati tali che ha vinto anche lì due volte e sarebbe stata tra le favorite pure a Pechino. Sarebbe, perché se per la discesa libera c'è ancora qualche speranza, visto anche che è in programma il 15 febbraio, ce ne sono molte meno per il supergigante che si disputerà l'11, mentre è già saltata la partecipazione al gigante del 7. A spiegare chiaramente la situazione ci pensa Gianluca Rulfi, il Direttore Tecnico dell’Italia femminile di sci: "Abbiamo una mezza speranza, poi vedremo di giorno in giorno come sta Sofia e se e come potrà recuperare. In realtà ci sarebbe posto per lei anche per lo slalom del 9. Comunque il gigante di certo non lo farà. Il Super G? Vedremo, permetterebbe di testare la pista. E comunque, se sarà al via, lo farà da atleta competitiva, non con le stampelle. Gli uomini, arrivando prima, ci diranno se le piste di allenamento dei Giochi saranno adatte al lavoro sulla velocità di cui avrà bisogno, sempre ovviamente se sarà in condizione di farlo. Dovrà prima stare bene fisicamente, poi si ragionerà sul resto".

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