La storia terribile della campionessa paralimpica: “Amputatemi la gamba, non ce la faccio più”
Musicista. Si arruola nella Royal Air Force ed entra a far parte della banda dell'aviazione di Sua Maestà. Si infortuna gravemente durante un'esercitazione militare e la sua vita cambia, costringendola a prendere una decisione estrema, coraggiosa. La storia di Shona Brownlee scivola sulle piste dei Giochi Paralimpici: nel sit-ski la sciatrice britannica è una delle più forti nonostante il suo debutto sia abbastanza recente, la sua presenza in pista è la testimonianza tangibile che la forza di volontà è tutto e nulla è perduto.
L'atleta di origine scozzese non s'è fermata, nemmeno quando la sorte l'ha messa dinanzi a una scelta durissima da prendere: restare con una gamba destra gravemente compromessa e perennemente dolorante oppure scegliere di perderla, lasciare che il chirurgo la amputasse applicandole una protesi.
Una decisione terribile, presa come rimedio estremo a una condizione fisica divenuta insostenibile. Credeva che quel malessere sarebbe andato via col tempo, con pazienza e una terapia medica. Non l'ha mai abbandonata rendendole impossibile fare ciò che ha sempre desiderato: suonare lo strumento prediletto – il corno francese – in un'orchestra o in una banda, trasformare in professione quella che era una passione alimentata studiando prima al Birmingham Conservatoire e poi all'Arizona State University in America. Aveva trovato un'opportunità nell'aviazione inglese almeno fino a quando non l'è capitato l'incidente fatale.
È successo tutto al termine della formazione militare di base: nel 2012 mise un piede in fallo, cadde e subì quella che sembrava una "semplice" distorsione alla caviglia. Continuò l'allenamento e l'esercitazione ma al rientro al quartier generale ebbe una brutta sorpresa. "Quando sono tornata alla base e mi sono tolta l'anfibio – ha raccontato Brownlee alla BBC -, la mia gamba era nera e blu, era tumefatta fino al ginocchio e molto gonfia".
Il suo calvario è iniziato allora ed è durato per 6 anni: le diagnosticarono una complessa sindrome del dolore regionale che causa un forte dolore persistente e invalidante. Ha provato diverse soluzioni per riuscire a guarire, dalla riabilitazione intensiva fino alla chirurgia, ma è stato inutile e nel 2018 (dopo aver convissuto con quel male) decise di farsi asportare l'arto: "Niente ha funzionato – ha aggiunto -. Ero bloccata con le stampelle con una gamba che non funzionava. Non c'era più niente da fare e ho scelto di farmi amputare la gamba sotto il ginocchio".
Una protesi la aiutò a riprendere la vita di sempre che ebbe di nuovo un punto di svolta quando, durante la riabilitazione, una pubblicità attirò la sua attenzione: avrebbe iniziato a sciare. Lo ha fatto grazie a un equipaggiamento (sit ski) che le ha permesso di cimentarsi sulle piste. È caduta e s'è rialzata fino a diventare una delle atlete di punta della sua nazionale: nella stagione 2019/2020, Brownlee ha conquistato 3 medaglie d'oro ai Campionati Paraalpini britannici. Ce l'ha fatta, di nuovo.