La durezza delle Olimpiadi: Elena Curtoni non regge e crolla tra le braccia della sorella
Il paniere di sogni di Elena Curtoni era arrivato bello pieno a Pechino, con una data segnata in rosso: l'11 febbraio, ovvero il giorno in cui era in programma il supergigante. La 31enne velocista lombarda veniva da grandi risultati nell'ultimo periodo in questa specialità: un secondo e un terzo posto a dicembre e poi il trionfo a Cortina il 22 gennaio, un successo oscurato dalla brutta caduta di Sofia Goggia che ha costretto la campionessa bergamasca a non presentarsi al cancelletto del superG, sperando di esserci il 15 in discesa libera.
La Curtoni stanotte c'era, ma non è andata come sperato né da lei né dalle sue compagne, la favorita Federica Brignone, che è al comando della classifica di specialità in Coppa del Mondo, dove la Curtoni è seconda, e le altre due nostre rappresentanti Marta Bassino e Francesca Marsaglia. La Brignone si è piazzata settima, la Curtoni decima, la Bassino diciassettesima ed infine la Marsaglia ventiduesima. La delusione è stata fortissima, alla luce dell'attesa che poneva il supergigante femminile in cima alle nostre previsioni di medaglie, anche pregiatissime.
Il pendio facile e poco selettivo di Yanqing, dove serviva soprattutto far scorrere gli sci, con l'ulteriore appiattimento dei valori dovuto all'abbassamento della partenza, è stata una delle ragioni principali della debacle delle azzurre, più a proprio agio su piste dalle elevate difficoltà tecniche, come ha spiegato la Brignone al traguardo. Una lezione difficile da accettare, soprattutto pensando a quel paniere pieno di sogni messi da parte nel corso degli ultimi anni che hanno preceduto i Giochi di Pechino. La Curtoni ci era arrivata esattamente come voleva, ovvero al vertice della sua carriera a 31 anni. Tutto è crollato nella manciata dei secondi che separano il cancelletto dal traguardo.
Ed assieme a quel castello di sogni è crollata anche la ragazza di Morbegno, che non ha retto allo stress emotivo e si è tuffata in un rifugio sicuro, l'unico che in quel momento potesse alleviare la pena che aveva nel cuore. Con gli occhi lucidi, ha abbracciato la sorella Irene, che è presente a Pechino in veste di giornalista per Eurosport, addetta alle interviste nel parterre. Non c'era da intervistare, ma da abbracciare forte forte.
Soltanto dopo, una volta ricompostasi, Elena Curtoni ha detto cosa non ha funzionato nel superG olimpico: "Sono molto delusa, potevo fare meglio sicuramente. Si sa bene che in queste gare quello che conta sono le medaglie. Ci ho messo il cuore, ci tenevo tanto e non è andata come volevo. Ci ho provato, ma le gare di sci sono crudeli, questa più delle altre. Non ho ancora analizzato dove ho sbagliato, sicuramente Lara (Gut-Behrami, la vincitrice, ndr) ha fatto la differenza nella parte centrale sulla quale non ho teso le linee. Era un superG più facile di quello che ci aspettavamo, ma sono gare di sci, bisogna adattarsi, mi dispiace di non esserci riuscita. Ci ho messo il cuore, l'ho fatto per me, ci tenevo davvero tanto ed è andata così. Questo non cambia quello che ho fatto finora e ciò che sono. Ci sono nuovi obiettivi, cercherò di affrontare i prossimi giorni con un po' più di leggerezza e vedremo". I nuovi obiettivi sono già dietro l'angolo, visto che la sciatrice azzurra sarà al via anche della discesa.
Le Olimpiadi non erano cominciate sotto una buona stella per Elena Curtoni, che al suo arrivo a Pechino era stata messa in quarantena, in quanto contatto stretto sull'aereo per la Cina di una persona poi risultata positiva: "Non è stato un inizio di Giochi semplice con quel carico emotivo, ma sono riuscita a gestirlo comunque bene, perché ero focalizzata su cosa dovevo fare". Sicuramente le resterà nella memoria il ricordo di quella persona che in quei giorni di isolamento la aspettava fuori dalla stanza e la seguiva ovunque…