Il sogno distrutto della sciatrice alle Olimpiadi: “Ma perché è successo proprio a me? Condividete”
Immaginate di avere 20 anni e di avere sempre sognato di partecipare ad un'Olimpiade. Quegli occhi di bambina che fantasticava di discese a perdifiato e medaglie luccicanti sono diventati qualche giorno fa quelli di un'atleta iscritta a gigante e slalom dei Giochi invernali di Pechino. La bulgara Eva Vukadinova non è una sciatrice di primo piano del circo bianco, ma voleva semplicemente dare tutto per il suo Paese, lanciandosi al massimo delle sue forze lungo il pendio di Yanqing.
Le cose non sono andate come aveva sperato nella prima gara a cui era iscritta, visto che lunedì scorso si è procurata una frattura alla mano picchiando contro una delle porte del gigante, durante la prima manche. La Vukadinova è poi riuscita a disputare comunque la seconda manche, finendo tuttavia lontanissima, in 36sima posizione a quasi 16 secondi dalla vincitrice Sara Hector, che ha battuto la nostra Federica Brignone. È stata lei stessa a dare notizia dell'infortunio con un post su Instagram, assicurando comunque che non avrebbe mollato per la prova successiva: "Speriamo che la mano sia ok per lo slalom, farò tutto il possibile per mostrare il mio meglio tra due giorni".
Come promesso, la 20enne Eva si è dunque presentata al cancelletto di partenza dello slalom speciale di mercoledì, ma lì il suo sogno è andato in frantumi. E non per essersi piazzata ancora in posizioni di rincalzo, ma per quanto accaduto durante la prima manche. Un episodio che la bulgara ha raccontato con uno sfogo su Instagram che ha chiesto di condividere il più possibile per denunciare l'ingiustizia di cui è stata vittima. È accaduto che durante la discesa la giovane atleta si è dovuta bruscamente fermare, essendosi trovata di fronte un addetto alla pista che non doveva essere lì e che invece occupava il percorso per recuperare uno strumento che aveva lasciato vicino un paletto.
Ovviamente alla sciatrice è stata data l'opportunità di tornare alla partenza e ripetere la prova, ma secondo Eva "non è la stessa cosa". Classificatasi 49sima al termine della prima manche, con oltre 8 secondi di distacco, la bulgara è poi caduta nella seconda, finendo dunque non classificata. Un epilogo amaro che le ha fatto scrivere un lungo post sull'onda della grande delusione: "ANCORA NON RIESCO A CREDERE A QUELLO CHE È SUCCESSO OGGI – ha premesso in maiuscolo nell'incipit – Prima di tutto molte emozioni mi stanno attraversando in questo momento. Non riesco nemmeno a descrivere cosa ho provato dopo quella prima manche. Ho pensato ‘Perché a me?', ‘Perché non è successo a nessuna delle prime 30 ragazze?', ‘Potrebbe succedere anche a qualcuna di loro?', ‘È anche giusto?' ".
La Vukadinova si riferisce al fatto che le prime 30 partenti sono le migliori del lotto e dunque c'è maggiore attenzione nei loro confronti, con la conseguenza che difficilmente un addetto alla pista avrebbe compiuto quella mossa improvvida sapendo che avrebbe potuto ostacolare una delle migliori al mondo: "Non so quale sia la risposta giusta a queste domande – ha continuato Eva – Tutto quello che so è che anche con una mano fratturata, ho sciato molto bene (prima che quel ragazzo decidesse di lasciare l'attrezzo sulla porta). Ho dimostrato a me stessa che sono forte, che posso superare qualsiasi cosa! Sì certo, vengo da una piccola nazione sciistica rispetto alle altre che gareggiano oggi, ma dirò la mia opinione".
"Anche se mi è stata data la possibilità di ripetere la discesa, sappiamo tutti che non è la stessa cosa. Non quando devi scendere in seggiovia con gli sci, risalire, scendere alla partenza (con i miei sci da gara) e partire quasi subito. Certo, forse non sono una sciatrice di altissimo livello o in lotta per il podio, ma ho anche lavorato tanto per arrivare qui!!! Non merito almeno la stessa POSSIBILITÀ di tutti gli altri? Sono oltremodo delusa e non posso credere che sia successo in un evento sportivo di alto livello come le Olimpiadi. Comunque, forse è successo per un motivo – la 20enne prova a trovare un senso più profondo nella vicenda – Sono solo contenta di non essermi rotta le gambe su quella porta. Una cosa è stare sul percorso per riparare qualcosa, un'altra è lasciare un attrezzo pesante come quello vicino alla porta. E per di più fingere che sia del tutto normale. Sono triste, davvero triste, ma anche felice e orgogliosa di me stessa per aver lottato fino alla fine. Non toglierò mai il sorriso dal mio volto, perché niente può abbattermi. Vi sono molto grata per tutto il sostegno! Per favore condividete".