Il segreto della guarigione miracolosa di Sofia Goggia: “Abbiamo usato il suo sangue”
La medaglia d'argento conquistata nella discesa libera da Sofia Goggia ai Giochi invernali di Pechino è stata straordinaria. È come se avesse vinto l'oro, solo sfiorato in pista. Ma tale è il valore della prestazione e dell'impresa compiuta dalla campionessa bergamasca. Nessuno, nemmeno lei, a un un certo punto credeva riuscisse a partecipare alle Olimpiadi per l'infortunio preoccupante che le aveva lesionato parzialmente il crociato del ginocchio sinistro e assestato un brutto colpo alla gamba (micro-frattura del perone).
Invece ce l'ha fatta nonostante i dubbi e le paure sulla tenuta dell'articolazione, lanciandosi in pista a una velocità di quasi 140 km/h, resistendo alle sollecitazioni della velocità e alle insidie delle neve, tenendo una coordinazione perfetta, in equilibrio dentro di sé e con lo sguardo fisso al traguardo. Arrivarci e sollevare le braccia al cielo, con il metallo al collo, in segno di successo le ha regalato emozioni fortissime.
Come ha fatto Goggia a essere così in forma a ristabilirsi in così poco tempo? Merito del percorso di allenamento personalizzato, studiato per aiutarla a essere pronta al cancelletto. Un prodigio dietro l'altro. Il primo, quello che le ha ridato speranza, lo aveva fatto Claudio Zorzi, chirurgo ortopedico e direttore del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell'ospedale Sacro Cuore di Negrar (Verona). È lui che ha curato il ginocchio della sciatrice azzurra contribuendo al "miracolo olimpico" (così lo definisce) grazie al suo intervento rigenerativo.
Un "gel piastrinico applicato al ginocchio lesionato" – come raccontato nell'intervista al Gazzettino – è il trattamento che ha trasformato in possibile ciò che era sembrato azzardato, pericoloso, folle: ovvero, che Goggia salisse sul volo per la Cina e fosse in pista tornando a casa perfino con un trionfo.
PRP è la sigla magica: Plasma Ricco di Piastrine. "È un gel che si produce con un normale prelievo di sangue venoso del paziente – ha aggiunto Zorzi -. Viene successivamente centrifugato e si ottiene un composto concentrato iniettato nell'articolazione con un'infiltrazione. È un trattamento che agevola il processo di riparazione del tessuto. Il primo beneficio è la scomparsa del dolore". La medicina biologica ha fornito lo strumento, s'è messa al servizio della campionessa ma il vero miracolo lo ha realizzato Goggia, armandosi di coraggio e determinazione. "Se sei come lei – ha concluso Zorzi – in pochi giorni risali sugli sci. È grazie alla sua volontà di ferro e al lavoro dei suoi preparatori se è riuscita nell'incredibile recupero".