Il dolore della madre di Elena Fanchini ai funerali: “Ho chiesto a Dio che il tuo male lo passasse a me”
"Non dovevi entrare in chiesa così ma vestita da sposa… con l'abito bianco". È la frase che più di tutte provoca una stretta al cuore così forte e straziante da offrire un saggio del dolore che la madre di Elena Fanchini ha provato, sta provando e avvertirà ancora nel tempo. Nella basilica di San Giovanni Battista a Solato, una frazione di Pian Camuno (in provincia di Brescia), la donna ha preso la parola durante le esequie della "sua ragazza", morta a 37 anni l'8 febbraio scorso, stroncata da un tumore che ha reso vano ogni tentativo di cura.
I funerali della sciatrice azzurra hanno riunito una comunità intera, da gente comune fino alle ex compagne di disciplina (le discesiste storiche, quelle non attualmente impegnate nei Mondiali di Meribel) e alla sue Fiamme Gialle. Intorno al feretro di Fanchini s'è stretta una folla commossa, scossa, silenziosa e con gli occhi velati di lacrime, solidale con la famiglia della giovane strappata alla vita da quel brutto male che ne aveva consumato le energie vitali.
Molto toccante il momento della celebrazione del rito che ha concesso spazio alle parole della madre di Elena Fanchini: durante la funzione don Simone Caricari ha chiamato la signora Giusy Alessi e dall'altare ha lasciato che condividesse le sue emozioni più profonde nel ricordo della figlia e degli ultimi giorni di vita.
"Ho fatto tante preghiere per farti guarire – ha spiegato la donna – ma il Signore non mi ha ascoltato. Gli ho perfino chiesto che rendesse libera te dal male e lo passasse a me. Poi ho capito che aveva deciso di averti con lui e ha esaudito un mio ultimo desiderio: che negli ultimi giorni non soffrissi per la malattia".
Straziante. Non c'è altro vocabolo per raccontare la ferita profonda che c'è sul cuore della madre. Ha visto morire la creatura che ha portato in grembo, allevato e accompagnato fino a quando non fosse abbastanza grande da procedere da sola. Ha vissuto il periodo della malattia con il contegno che solo una mamma può avere nel tentativo di proteggere i propri figli: "Ho pianto sotto le coperte per tante notti perché non volevo che mi sentissi – ha aggiunto mentre le persone l'ascoltavano a capo chino . Venerdì scorso abbiamo anche mangiato la pizza tutti insieme. Ci siamo abbracciate quando mi ha detto che Nadia (la sorella, ndr) era di nuovo incinta".
L'ultima riflessione è un atto colmo d'amore, l'altra faccia del dolore che brucia forte dentro. "Sono orgogliosa di te. Elena, non dovevi entrare in chiesa così, oggi, dovevi entrare con l'abito bianco. Ti ho vestita per portarti dal signore, ora corri amore mio".