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Federica Brignone: “A 27 anni è cambiato tutto, oggi vinco perché so gestire il burnout e il pericolo”

Federica Brignone è stata la prima sciatrice italiana a vincere la Coppa del Mondo generale di Sci alpino, e in questa stagione è pronta al bis. In attesa di conquistare a Milano-Cortina il suo primo oro olimpico. In una escalation lenta ma inesorabile: “Forse ci ho messo troppo tempo, ma quello necessario per essere ciò che sono oggi. Una donna che ha lavorato duramente per arrivare dove voleva nella vita”
A cura di Alessio Pediglieri
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Federica Brignone è la campionessa italiana di sci cui tutti oggi guardano: lombarda di nascita, valdostana d'adozione è attualmente in testa alla classifica generale di Coppa del Mondo e sta lavorando per il sogno più grande: le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Un'ascesa lenta, costante e irresistibile che ha avuto il classico "switch" forse in ritardo ma che le ha permesso di essere l'atleta che oggi tutti invidiano: "Ho superato gli obiettivi che mi ero prefissata nello sport, ma per arrivare dove sono oggi, è stato necessario tutto ciò che ho passato. Forse ho impiegato troppo tempo, ma oggi sono felice".

Federica Brignone ha più vittorie che anni: 35 a 34. Un traguardo che la proietta nell'Olimpo dei più vincenti con gli sci ai piedi, e che però non rappresenta quello finale perché se oggi la priorità è trionfare in CdM dove sta dominando, l'obiettivo a lungo termine sono i Giochi di Milano-Cortina, che si disputeranno in casa. Occasione più unica che rara per conquistare ciò che ancora manca in una carriera già straordinaria: "Dopo quattro Giochi ho solo tre medaglie, nessuna delle quali d'oro. È molto difficile. Vedremo ma provo a non pensarci adesso: un passo alla volta perché sono concentrata sul presente".

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Un po' la filosofia che accompagna da sempre Federica Brignone sia dai suoi primi passi nello sport e poi sullo sci che l'hanno portata ad essere ciò che è oggi: "Ci sono arrivata con calma, passo dopo passo. Da bambina interpretavo il ruolo di bambina; da adolescente mi comportavo come una adolescente. Dieci anni fa non avevo la vita da atleta che ho adesso, vivendo la mia vita. Quando ho iniziato la Coppa del Mondo ho capito cosa significasse essere un'atleta di alto livello. La mia sfida è dare ogni volta qualcosa in più, ma sempre partendo da una premessa: essere positiva,  ottimista, cercando di godermi la vita".

Ma c'è stato il classico "switch" quel momento che ha cambiato la vita e la carriera di Federica Brignone e l'ha trasformata in ciò che oggi è sia come donna che come atleta: "Fino ai 25 anni non ho avuto un personal coach o un mental trainer, poi la scelta migliore che ho fatto: lavorare con mio fratello, che è mio amico e mio allenatore, e questo mi ha aiutato molto in questo senso: a 27 anni, tutto è cambiato molto per me. Con mio fratello Davide abbiamo imparato a lavorare sul piano mentale e su come evitare il burnout: l'affaticamento della testa è importante, tanto quanto quello fisico e quindi a volte, anche non sentiamo di averne bisogno, ci costringiamo a fermarci, pianificando tanto le pause quanto gli allenamenti. E a gestire il pericolo".

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Un aspetto che da fuori , e non solo, può essere un enorme impedimento, quasi un freno per chi fa del rischio il proprio mestiere. L'unica è imparare a governarlo: "Quando pratichi questo sport sai che potrebbero succederti cose molto brutte. Il tuo lavoro è fisico, devi essere forte, resistente, coordinato" racconta in esclusiva a Marca. "E allora mentalmente devi imparare a conoscere i tuoi limiti,devi sentire di avere il totale controllo sul rischio, rendendoti conto che sei tu il responsabile e non che la tua testa ti dice di fare tutto ciò che deve fare".

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Un lavoro di psicoanalisi che ha permesso a Federica Brignone di affrontare da vincente non solo le discese ma anche la vita di tutti i giorni: "Oggi sono una donna che ha lavorato duramente per arrivare dove voleva nella vita. Ho superato gli obiettivi che mi ero prefissato come atleta e nella mia vita cerco di essere coerente con i miei valori, di essere la persona che voglio essere, che è la cosa più importante".

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