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Evgenia Medvedeva racconta come la umiliavano i suoi allenatori: “La medaglia te la ficchi…”

La campionessa mondiale e olimpica di pattinaggio artistico Evgenia Medvedeva racconta i metodi durissimi usati dai suoi allenatori durante la sua carriera: “Non sei nessuno, proprio nessuno. Lascia lì la tua medaglia e ficcatela su per il…”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Evgenia Medvedeva apre uno squarcio sulla durezza degli allenatori che ha avuto finora nella sua carriera di pattinatrice artistica di altissimo livello (parliamo di una atleta che è stata due volte campionessa mondiale e due volte argento olimpico a Pyeongchang 2018), e sono parole che colpiscono come un pugno nello stomaco, perché evidentemente sono la punta di un iceberg gigantesco. Se non vai a picco e sopravvivi, ti sentirai pronta fare qualsiasi sacrificio pur di raggiungere il successo: questo è il principio ispiratore della disciplina spartana ‘somministrata' alla Medvedeva e solo non a lei. Con umiliazioni tipo: "Non sei nessuno, proprio nessuno. Lascia lì la tua medaglia e ficcatela su per il culo".

Evgenia Medvedeva in lacrime dopo una prova: alla sua destra l'allenatrice Eteri Tutberidze
Evgenia Medvedeva in lacrime dopo una prova: alla sua destra l'allenatrice Eteri Tutberidze

I modi spietati degli allenatori di Evgenia Medvedeva: "Non sei nessuno, proprio nessuno"

La Medvedeva sta per compiere 25 anni, si è ritirata da tre, ed oggi spiega cosa avviene lontano dai riflettori delle manifestazioni sul ghiaccio, quando nessuno può vedere come ci si allena, non solo fisicamente e tecnicamente, ma anche dal punto di vista delle motivazioni. In particolare, i momenti più umilianti sono quelli dopo le vittorie. Più grandi sono i successi, maggiore è la durezza delle parole pronunciate da chi l'ha allenata: "Ho vinto i Mondiali due volte. Lo schema è sempre lo stesso: se vinci, gioisci in quel giorno. Il giorno dopo ci sono spettacoli di esibizione, esulti. Poi torni a casa, l'allenatore ti mette sul ghiaccio e ti dice: ‘Non sei nessuno. Non sei proprio nessuno. Sei solo un'atleta. Lascia lì la tua medaglia e ficcatela su per il culo‘".

La pattinatrice russa col presidente Putin dopo le due medaglie d'argento vinte alle Olimpiadi nel 2018
La pattinatrice russa col presidente Putin dopo le due medaglie d'argento vinte alle Olimpiadi nel 2018

La campionessa russa di pattinaggio ammette: "Solo ora comincio a capire"

"E ti dice ancora: ‘Cosa, una stella? Non sei neanche una dannata stella. Hai le Olimpiadi davanti, vai a lavorare'. E questo è sempre: ‘Non sei nessuno, non sei nessuno'. Sai quanto era offensivo in quel momento? Come fa male? Cosa vuol dire che non sono nessuno?", continua Evgenia, che tuttavia riconosce col senno di poi che forse senza quelle motivazioni così feroci, non sarebbe diventata la campionessa che oggi tutto il mondo del pattinaggio ricorda: "Eccomi qui: ho una medaglia, un record mondiale (nel 2017 è diventata la prima donna a superare i 230 punti nel totale, ndr). Solo ora comincio a capire che, a quanto pare, allora mi avevano detto tutto correttamente. Ciò non significava che non fossi nessuno. Ciò significa che se capisco cosa farne, diventerò qualcuno in futuro".

Evgenia Medvedeva oggi, a quasi 35 anni
Evgenia Medvedeva oggi, a quasi 35 anni

Due sono stati gli allenatori della Medvedeva nella sua carriera da stella: prima la notissima Eteri Tutberidze – i cui modi spietati erano saliti agli onori delle cronache per come si era rivolta a Kamila Valieva dopo il suo crollo alle Olimpiadi di Pechino del 2022 – poi dopo il 2018 il canadese Brian Orser ed infine ancora la Tutberidze dopo il 2020.

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