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Dominik Paris e lo Stelvio si rincontrano: rinascere alla Scala dello sci

Dominik Paris si è rotto il legamento crociato del ginocchio destro in un anno in cui poteva addirittura lottare per la Coppa generale. Tornato da poco, ha riassaporato le sensazioni della pista e adesso è pronto per sfidare ancora una volta lo Stelvio, il circuito magico dove ha già vinto sei volte e dove proverà a regalarci emozioni in Supergigante e Discesa Libera.
A cura di Jvan Sica
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Finalmente un binomio che ci ha fatto sognare in passato torna a incontrarsi. Dominik Paris torna a sfidare lo Stelvio in Supergigante e Discesa Libera. Per il nostro miglior uomo nelle specialità veloci stiamo parlando della pista più amata, dove ha trionfato addirittura sei volte nelle due specialità. La prima volta fu esattamente otto anni fa, era il 29 dicembre 2012 e Paris era un ragazzone di Merano che cercava di farsi vedere in mezzo ai giganti. In quella Discesa libera fu primo ex-aequo con Hannes Reichelt e per pochi centesimi si piazzò terzo Aksel Svindal. Inizia lì una rivalità con l’atleta norvegese che riscalderà il circo bianco per diversi anni. In quella stagione Paris vinse anche sulla Streif di Kitzbühel, diventando in un solo colpo uno dei grandi totem della velocità mondiale.

L’anno successivo sullo Stelvio Svindal si prende la rivincita, ma dal 2017, dopo che la pista più bella di tutte per tanti atleti torna agibile e rinnovata, Domme non fa più prigionieri. Vince in Discesa battendo Svindal e Jansrud, nel 2018 fa doppietta, battendo Innerhofer e Beat Feuz in Discesa, e Matthias Mayer e Aleksander Kilde in Supergigante. Questo è il suo anno magico perché vincerà ancora una volta a Kitzbühel e poi piazza altre due doppiette, in casa dei norvegesi a Lillehammer e nelle finali di Coppa del mondo a Soldeu ad Andorra, arrivando quarto nella Coppa generale che in quegli anni era dominata da Marcel Hirscher e vincendo la Coppa di Supergigante, arrivando dietro Feuz in quella di Discesa.

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Nel 2019 altro giro trionfale allo Stelvio, con due Discese libere in cartellone. La prima è vinta ancora una volta su Feuz, la seconda invece tiene dietro il sorprendente svizzero Urs Kryenbühl. Dopo Bormio Paris è secondo nella classifica di Coppa generale e senza più Hirscher tutto può succedere. Ma purtroppo succede che in un allenamento di preparazione per Kitzbühel cade e si rompe il legamento crociato anteriore del ginocchio destro a cui si aggiunge una microfrattura della testa del perone. Niente Streif, niente Coppa di Discesa e SuperG e niente lotta per la Coppa Generale, che andrà ad Kilde, un velocista che Paris ha spesso battuto, anche se il norvegese è molto più polivalente.

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Quel periodo è per fortuna alle spalle. Dominik si è rimesso in pista e nelle prime prove stagionali ha cercato di ritrovare sensazioni e misure. Saltata la trasferta nordamericana in cui ha sempre piazzato i suoi colpi, le gare di Val-d'Isère e sulla Saslong della Val Gardena non sono state mai le sue preferite, ma si è rivisto comunque un buon Paris.

Ora lo attende la sua pista, quella che su cui nel 2026 ci saranno le Olimpiadi, quella che Gian Franco Kasper ha definito “Il Teatro alla Scala degli sport invernali”, quella su cui i campioni dal 1982 in poi, anno in cui è stata inaugurata, hanno voluto mettere la loro firma. Qui hanno vinto Hannes Trinkl, Luc Alphand, Lasse Kjus, Hermann Maier, Fritz Strobl, Stephan Eberharter, Bode Miller. Ma il più vincente di tutti è il nostro Dominik Paris che ci riproverà di nuovo, facendo ancora una volta accendere il sogno.

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