Come funziona il gioco del curling: a cosa serve la scopa e perchè si spazzola, le regole
Il curling è uno degli sport invernali più interessante nell'ambito delle Olimpiadi di Pechino 2022: l'Italia ha ottenuto una storica medaglia d'oro nel doppio misto grazie a Stefania Constantini e Amos Mosaner che in finale hanno sconfitto la Norvegia. Giovedì 10 scenderà in campo il team maschile di curling nella speranza che riesca a emulare i successi raggiunti nel doppio. Si tratta di uno sport praticato sul ghiaccio, che si fonda sulle basi del gioco delle bocce con qualche piccola, ma sostanziale, differenza. A partire dalla superficie ghiacciata che è lunga circa 45 metri e larga 4, che di partita in partita viene “innaffiata” con dell’acqua al fine di creare delle goccioline che possano ghiacciare rendendo irregolare il campo. A sfidarsi due squadre composte da 4 giocatori ciascuna.
I quattro giocatori si daranno battaglia lanciando a turno dei blocchi di pietra del peso di 20 kg dotati di manico (chiamati ‘stone'), lungo la superficie verticale del campo da gioco. Nel corso del lancio, quando la stone è in movimento, altri due membri della squadra iniziano a spazzare la superficie ghiacciata muniti di una scopa per migliorare la traiettoria della stone sperando di indirizzarla quanto più possibile verso l'obiettivo: la house. Una sorta di bersaglio disegnato sul ghiaccio che decreta quale delle due squadre abbia piazzato più stone vicine al centro.
Con tutta probabilità il curling fu inventato in Scozia durante il tardo Medioevo ma è stato ufficialmente riconosciuto come sport olimpico con l'introduzione di questa disciplina nel 1998 alle Olimpiadi di Nagano, in Giappone. Il curling è comunque molto diffuso nel nord America. Ad oggi Canada e Scozia sono tra le Nazionali più forti al mondo nel curling così come gli USA.
Quali sono le regole del curling
Le regole del curling sono molto semplici. Lo scopo del gioco è basato sulle stone. I blocchi lanciati alla base del campo ghiacciato, devono avvicinarsi il più possibile al centro di un bersaglio disegnato sul ghiaccio chiamato e tecnicamente ‘house'. I punti vengono calcolati in base al numero di stone più vicine al centro alla conclusione di ogni manche. Nelle gare internazionali si giocano dieci manche: ogni squadra lancia otto pietre a manche, due per giocatore, un tiro a testa per ogni squadra. I giocatori lanciano le pietre da un’estremità del campo appoggiandole delicatamente, con una minima spinta, sulla superficie ghiacciata, indirizzandola verso la house (il bersaglio ndr) con un movimento del polso.
Quanti sono gli end in una partita di curling?
Il numero di end, ossia le manche, variano in base al tipo di torneo che si gioca. Alle Olimpiadi di Pechino 2022, gli end sono 8: le squadre in gara hanno 5 stone a disposizione per ogni end. Negli altri tornei, invece, gli end sono 10: per ogni manche i lanci a disposizione sono 8. Sia nel torneo maschile che nel doppio misto, in caso di parità alla fine degli end, si gioca l'extra end, una manche aggiuntiva che decreta la squadra vincitrice.
Quanto pesa la stone del curling?
Le stone, ossia i "sassi" utilizzati durante gli end, nascono in Scozia. Inizialmente avevano forme e dimensioni differenti ma le stone olimpiadi hanno dimensioni orami standardizzate: 278mm di diametro, 136mm di altezza ed un peso di 20kg. La particolarità delle stone usate durante le OIimpiadi è legata al granito, il materiale in cui sono realizzate: l'unico granito ammesso è quello prodotto sull'isola di Ailsa Craig in Scozia. Il granito di questa piccola isola a largo delle coste scozzesi ha delle particolari proprietà, uniche al mondo che lo rendono particolarmente adatto alla realizzazione dei sassi.
A cosa serve la scopa nel curling e perché si spazzola
L'oggetto che desta maggiore curiosità nel curling è sicuramente la scopa. Elemento fondamentale che entra in gioco subito dopo il lancio della pietra. Due membri della squadra sono chiamati a spazzare con notevole coordinazione il terreno che la pietra sta per percorrere. Questo perché lo strato di goccioline ghiacciate presenti sulla superficie tende anche a far curvare la pietra. Ecco perché spazzare il campo serve sia ad aumentare la velocità della pietra spazzando via le goccioline e diminuendo temporaneamente l’attrito del campo, sia a farla procedere diritta.
Una dinamica di coordinazione che deve essere attuale da tutto il team e dallo skip che ha lanciato la pietra che urla ai compagni come indirizzare la traiettoria, modificando l’intensità e la frequenza delle spazzate. Nessuno dei giocatori sulla superficie ghiacciata può toccare minimamente la pietra in movimento: né accidentalmente e né con la scopa. Questo può essere punito con un'infrazione.
Cos'è il power-play?
Durante il match, le due squadre in gara posso utilizzare il power-play. Si tratta di una regola che permette alla squadra che ha chiesto il power play (che va chiesto all'inizio dell'end) di spostare la posizione delle due pietre iniziali portandole di lato. L'obiettivo è quello di avere la pista libera e riuscire così a mettere a segno più punti. Ogni squadra può chiedere il power-play una sola volta durante il corso della gara.
Come si vince a curling e come si fa punto
L’obiettivo del curling è simile a quello delle bocce: vince la squadra che alla fine della manche ha lanciato una delle pietre il più vicino possibile a una piccola zona circolare chiamata bottone, quasi in fondo alla pista. La squadra che vince la manche ha diritto a fare punti: ogni propria pietra posta più vicina al bottone rispetto alla prima pietra degli avversari a sua volta più vicina al bottone – segnato in rosso – equivale a un punto.
Ad essere calcolate nel punteggio complessivo saranno anche tutte le pietre presenti nel cerchio colorato più esterno al bottone, ovvero quello blu. Il massimo di punti che una squadra può fare in una manche equivale a 8. Questo accade solo quando tutte le pietre di una squadra sono posizionate all’interno del cerchio blu, e tutte più vicine al bottone di quelle dell’altra squadra. Difficilmente si verifica questa situazione di gioco: fare otto punti in una manche, in gergo, viene detto fare un “pupazzo di neve”.