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Olimpiadi invernali 2022 a Pechino

Charlene Guignard e Marco Fabbri alle Olimpiadi di Pechino: nella danza sul ghiaccio sono da medaglia olimpica

Dopo essersi messi insieme nel 2010 e aver iniziato a vincere prima argenti e poi ori ai Campionati italiani, la coppia formata dalla francese Charlene Guignard e da Marco Fabbri arrivano alla prova olimpica con grandi possibilità. Dietro la coppia francese e quella russa, possono esserci loro.
A cura di Jvan Sica
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Charlene Guignard e Marco Fabbri sono i pattinatori di figura che rappresenteranno l'Italia ai Giochi invernali di Pechino 2022 per la danza sul ghiaccio. Lei francese naturalizzata italiana, lui milanese classe 1988, insieme parteciperanno alla loro terza Olimpiadi dopo Sochi 2014 e PyeongChang 2018.

Chi sono Charlene Guignard e Marco Fabbri, i pattinatori azzurri a Pechino 2022

Charlene Guignard è una ragazza francese, bretone per la precisione essendo nata a Brest ed è una campionessa di pattinaggio sul ghiaccio, specialità danza che pratica insieme a Guillaume Palumier per tutta la carriera giovanile, fino ad approdare ai Campionati francesi di specialità nel 2009. Ma sul ghiaccio nel 2010 incontra anche un altro uomo, l’italiano Marco Fabbri, altro pattinatore sul ghiaccio del quale si innamora e con il quale inizia a fare coppia nella vita e nello sport.

In Italia, come anche nelle grandi competizioni internazionali, è difficile scalzare dalle prime posizioni le coppie che propongono un programma e delle difficoltà che i giudici conoscono e valutano in maniera molto positive, se effettuate correttamente. In realtà all’inizio della loro relazione sul ghiaccio e sportiva Charlene Guignard e Marco Fabbri non potevano ancora gareggiare per la Nazionale italiana, in quanto Charlene non aveva ancora la nostro nazionalità. Sarà il Decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del 3 ottobre 2013 a conferirle la cittadinanza e a permetterle di rappresentare il nostro Paese anche alle prossime Olimpiadi

Dagli esordi ai giochi olimpici Pyeongchang 2018

Per questo motivo la nuova coppia Guignard-Fabbri, fin dal loro esordio ai Campionati italiani nel 2011, per otto edizioni consecutive, fino al 2018, si piazzano alle spalle della coppia formata da Anna Cappellini e Luca Lanotte, che hanno un certo peso anche in ambito internazionale, avendo partecipato a tre Olimpiadi, quella di Vancouver 2010, ai Giochi olimpici di Sochi 2014, dove hanno ottenuto il quattordicesimo posto, mentre hanno concluso la gara a squadre al quarto posto, per poi essere presenti anche a Pyeongchang 2018, dove sono arrivati in decima posizione. Quando la coppia principale della nostra danza decide di prendersi una pausa, ecco che Charlene e Marco riescono finalmente a vincere la loro prima edizione dei Campionati italiani, per poi rivincere ancora per altre tre volte consecutive.

Oggi quindi sono loro la coppia di riferimento della nostra danza sul ghiaccio grazie anche a due maestri d’eccezione. Il primo è Igor Shpilband, grande pattinatore russo che nel 1990, durante un tour in USA, decide di scappare e chiedere asilo negli Stati Uniti. L’altra è Barbara Fusar Poli, forse la più grande stella del nostro pattinaggio di coppia, che insieme a Maurizio Margaglio è riuscita a vincere un bronzo olimpico a Salt Lake City nel 2002, oltre a un oro e un argento mondiale e un oro e due argenti europei.

Guignard e Fabbri alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022

Per la coppia, raggiungere il primo o il secondo posto a Pechino 2022 sarebbe molto difficile: ci sono due coppie strepitose che si sfideranno ancora una volta, dopo l’ultimo Mondiale disputato in Giappone. Sono i francesi Gabriella Papadakis e Guillaume Cizeron, quattro volte campioni mondiali, e i russi Viktorija Sinicina e Nikita Kacalapov. Dietro di loro un piccolo gruppo per la medaglia di bronzo: gli americani Madison Hubbell e  Zachary Donohue, gli altri russi Aleksandra Stepanova e Ivan Bukin e soprattutto i nostri portacolori, Charlene Guignard e Marco Fabbri. Per il bronzo serve per forza di cose la grande prova ma i nostri atleti hanno spesso mostrato la possibilità di realizzarla. A Pechino l’ardua sentenza.

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