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Cancellate anche le discese femminili a Cervinia-Zermatt, tra le polemiche: “Così non c’è futuro”

La FIS ha ufficializzato anche la cancellazione delle due discese femminili di Coppa del Mondo in programma il 5-6 novembre per mancanza di neve: “Non può essere garantita l’incolumità degli atleti alle gare”. E si è inasprita la polemica su un appuntamento già da tempo criticato.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non c'è nulla da fare, la Coppa del Mondo di Sci non si disputerà nei prossimi weekend e la tappa transfrontaliera Cervinia-Zermatt è stata praticamente annullata. Causa bel tempo: le alte temperature di questo periodo hanno infatti cancellato ogni traccia di neve utile per organizzare le gare e così dopo quelle maschili, la FIS ha comunicato in via ufficiale anche la sospensione degli appuntamenti femminili. Dunque, tutto verrà rimandato a Lech in Austria ma nulla è oramai certo. E intanto cresce la polemica su un problema che era stato da molti previsto in anticipo e che ha puntualmente condizionato l'organizzazione di un evento che voleva essere il primo nella storia dello sci.

Cambiamento climatico, effetto serra, aumento delle temperature della superficie terrestre. Tutte tematiche che negli ultimi anni sono entrate nell'agenda mondiale con prepotenza ed urgenza e che stanno incidendo in modo tangibile anche nel mondo dello sport,  in particolare dello sci alpino che vive e si nutre di neve, ghiaccio e temperature basse. Così, il progetto ambizioso di Zermatt-Cervinia, approntato per organizzare le prime discese transfrontaliere nella storia della Coppa del Mondo tra l'Italia e la Svizzera si è sciolto – è il caso di dirlo – come neve al sole: temperature eccessive, con lo zero termico fissato a 3 mila metri e con l'impossibilità di sparare anche artificialmente la neve necessaria per creare le piste. Così, dopo la decisione di cancellare la tappa di discesa libera maschile prevista il 29 e 30 di ottobre è arrivata anche  la decisione di archiviare quella femminile, in programma il 5 e il 6 di novembre.

"La pista sul ghiacciaio è in perfette condizioni, ma la parte bassa è troppo morbida e non può essere garantita l’incolumità degli atleti alle gare" ha scritto la Federazione Internazionale Sci in una nota ufficiale, tirando una riga sul programma e spiegando che le gare cancellate non saranno più recuperate. Una decisione che non poteva essere differente, viste le condizioni della Grande Becca, come viene chiamato il Cervino dagli abitanti della Valtournanche, appaiono più vicine ad un paesaggio estivo che di pieno autunno. Ed è questo che ha scatenato ulteriori polemiche su una organizzazione che ha lasciato molti addetti ai lavori esterrefatti dal calendario di Coppa.

Sotto accusa c'è ovviamente la FIS, con la sua decisione di organizzare una tappa di Coppa del mondo a cavallo tra ottobre e novembre a Cervinia quando non c'erano i presupposti per farlo. Tradizionalmente, l'apertura avviene sul ghiacciaio Rettenbach di Sölden dove in questi giorni, a quota 3.000 metri continuava a piovere ed era stato già cancellato lo slalom gigante femminile. Poi c'era la tappa di Levi, in Finlandia, quindi il trasferimento in Nord America. Tutte terre ben più fredde di Cervinia-Zermatt dove le gare in programma hanno subito tutte la stessa fine: cancellate. "Se le temperature fossero state di 2-3 gradi più basse almeno negli ultimi 7 giorni, ci sarebbero state abbondanti nevicate fino al traguardo e avremmo potuto produrre neve artificiale" ha spiegato Franz Julen, presidente del Comitato Organizzatore, finito nell'occhio del ciclone. Perché la riflessione, sacrosanta, era stata fatta da molti molto tempo prima e tutto si poteva evitare.

Nei giorni scorsi si era esposto in prima persona sull'argomento, l'ex campione olimpico francese Johan Clarey, intervistato da RTS Sport, già medaglia d’argento alle Olimpiadi di Pechino: "Questa gara non ha senso e questo appuntamento non ha futuro. È sufficiente osservare le condizioni dei ghiacciai, che peggiorano ogni anno. Questa discesa richiede enormi risorse, dall’utilizzo degli elicotteri ai crepacci da tappare. Tutto questo non va nella direzione in cui dovrebbe volere andare la FIS" ha concluso il 41enne ex discesista: "Sono stati fatti grandi sforzi in favore dell’ambiente nelle varie località, allestendo queste gare non credo si dia una buona immagine del nostro sport".

Stesso filone di pensiero arrivato anche da Max Julen, campione olimpico di gigante ai Giochi di Sarajevo '84, e fratello di Franz, il presidente del Comitato Organizzatore dell'evento: "Non si può ignorare o respingere il cambiamento climatico. Due anni fa, nel mese di ottobre, si era svolto un allenamento simile ad una gara, ma solo nella parte inferiore di questa pista. Realisticamente non sarà facile anche in futuro preparare una discesa in questo periodo dell'anno. Per questo siamo disponibili e più che aperti a discutere una nuova data con la FIS". Pensiero in linea con Markus Waldner direttore di gara FIS della Coppa del Mondo che aveva già preso la parola alla riunione dei capitani, di sabato pomeriggio, dopo la cancellazione delle gare a Sölden: "È troppo presto per gare di questo tipo, bisogna ripensare la programmazione dell'evento".
Tutto corretto ma manca ancora la risposta e la spiegazione più importante: davanti a tutto ciò come è stato possibile rovinare un evento come Cervinia-Zermatt, primo e unico nel suo genere?

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