Arianna Fontana alle Olimpiadi 2026 ma non con l’Italia, l’ultimo sfogo: “Non posso più accettarlo”
Arianna Fontana è una delle atlete italiane più forti in assoluto. Nello short track ha vinto 11 medaglie alle Olimpiadi, due d'oro, e 12 ai Mondiali. Una campionessa assoluta che però negli ultimi Giochi Olimpici ha mostrato tutto il suo malessere. Disse di essere stata trattata malissimo da uno dei pattinatori maschili e da quel momento ha dato il là a uno scontro con il presidente federale. Vennero fuori anche problemi seri. Dichiarò che la federazione non aveva fatto nulla per aiutarla, e che la osteggiava perché si allenava con il suo allenatore (che è anche suo marito). Fontana non si disse certa di partecipare ai Giochi di Milano e Cortina 2026, ma ora addirittura fa capire che potrebbe disputarli, ma sotto un'altra bandiera.
Dopo l'oro vinto nei 500 metri nello Short Track alle Olimpiadi di Pechino 2022, Fontana festeggiò il prestigioso successo, ma poi si tolse non un sassolino ma degli enormi massi dalle scarpe attaccando il presidente federale: "Altri quattro anni così non so se li reggo. Il presidente Gios dice che vuole che arrivi a Milano-Cortina, ma dentro i paletti Fisg: non è un buon inizio".
Poi svelò di aver subito dei maltrattamenti durante gli allenamenti da parte di alcuni componenti della squadra maschile: "La prima stagione dopo Pyeongchang 2018 c’erano atleti maschi che mi prendevano di mira sul ghiaccio, facendomi cadere. Provavano ad attaccarmi ogni volta che ne avevano l’opportunità. Non era sicuro per me allenarmi in Italia con la squadra e questo è uno dei motivi per cui me ne sono dovuta andare in Ungheria". Aggiunse che uno degli atleti che l'avevano presa di mira aveva ottenuto una medaglia ai Giochi 2022.
Nell'intervista concessa a Fanpage.it qualche mese fa Fontana confermò i problemi ed esternò i suoi dubbi sulla partecipazione ai Giochi che si terranno in Italia nel 2026: "Ora come ora Milano-Cortina la vedo molto lontana. C’è stato un incontro con la federazione a Roma, quando abbiamo riconsegnato la bandiera, e dopo avevamo concordato che ci saremmo rivisti. Avevamo provato ad organizzare un incontro e poi una video-call, che è stata cancellata. Sto aspettando. Per questo dico che la vedo lontana".
Al suo fianco c'è sempre stato il marito, Anthony Lobello, italo-americano, che è anche il suo allenatore. Con Lobello nelle scorse settimane è volata a Salt Lake City, negli Stati Uniti, dove ha iniziato i suoi allenamenti, o meglio li ha ripresi. E di ritorno dagli States Arianna Fontana ha scritto un post lunghissimo sui social in cui fa capire che le Olimpiadi di Milano e Cortina le farà, ma probabilmente non per i colori dell'Italia, e la notizia è clamorosa. "Lascio Salt Lake City dopo aver rimesso i pattini ed esplorato nuove opzioni. Ho deciso di aggregarmi al viaggio che Anthony aveva già in programma qui per vedere cosa hanno da offrire gli Stati Uniti e Salt Lake City nel caso dovessi continuare il mio viaggio olimpico".
Ma soprattutto ha scritto: "Purtroppo non ci sono state comunicazioni costruttive sulla mia partecipazione ai Giochi Olimpici del ‘26 da parte della FISG dopo che, dall’aprile scorso, ci sono state ammissioni, da parte del presidente della FISG, di errori commessi e fatto promesse che non sono mai state mantenute. Lo staff rimane, in parte, quello che ha permesso ad atleti di prendermi di mira durante gli allenamenti e questo non è accettabile. La strada davanti a me non è facile, ma so che non tollererò più che il personale tecnico e federale prenda decisioni per isolarmi senza assumersi la responsabilità di queste decisioni".
Nelle fase finale di questo lungo messaggio Fontana ci va giù pesante, parla di mancanza di rispetto e scrive che non può gareggiare per una federazione che non la protegge. Dice che la fiducia nello staff tecnico e federale è irrecuperabile. Nemmeno un intervento del presidente del Coni Malagò sembra poter dirimere la questione. Ma se Arianna Fontana vuole disputare i Giochi dovrà farlo quindi con un'altra nazionale: "Alla base della nostra società c’è il senso di responsabilità nei confronti delle proprie azioni e parole. Non vedo perché dovrebbe essere diverso nello sport. Negare e non affrontare i problemi ha solo creato più problemi e so che non posso avere quel tipo di persone o problemi intorno a me se decidessi di continuare.
Questo non è mai stato un “anno sabbatico”, non ho gareggiato perché non posso giustificare di gareggiare per una federazione che condona comportamenti e decisioni dannose nei miei confronti. Finché quelle decisioni e azioni saranno approvate, non tornerò e se dovessi decidere di competere in futuro, il mio percorso sarà completamente separato da quello che il direttore tecnico e il suo staff hanno pianificato per il gruppo italiano. In quel caso, mi dispiacerà non allenarmi con il resto degli atleti italiani, ma la mia fiducia nello staff tecnico e federale è irrecuperabile".
Non si può ipotizzare esattamente il futuro di Fontana, ma considerato quello che ha scritto: "Salt Lake City dopo aver rimesso i pattini ed esplorato nuove opzioni. Ho deciso di aggregarmi al viaggio che Anthony aveva già in programma qui per vedere cosa hanno da offrire gli Stati Uniti e Salt Lake City nel caso dovessi continuare il mio viaggio olimpico" e considerata anche la nazionalità del marito si può pensare che possa gareggiare con gli Stati Uniti.