Sun Yang è stato un bluff chimico o è al centro di un intrigo più grande di lui?
Le parole che bisogna davvero mandare a memoria per capire che danno ferale fanno al loro sport atleti come Lance Armstrong e, fino a ultima prova contraria, Sun Yang, sono quelle del 28 febbraio scorso rilasciate da Gregorio Paltrineri dopo che il TAS ha comminato 8 anni di squalifica al nuotatore cinese per doping:
“Non riesco a gioire. Il mio dispiacere nasce dal fatto che Sun Yang ha segnato la mia crescita professionale come atleta. Fin da quando ero piccolo è sempre stato il mio punto di riferimento, è stato il campione che volevo battere. Sapere adesso che c'è stato l'aiuto del doping, veramente, dietro alcune sue gare, toglie un po’ il senso a tutto”.
Ed è proprio qui il grande problema e il grave danno. Non solo le vittorie sono fasulle, come i 7 Tour di Armstrong concessi da un mondo del ciclismo che all’inizio ha spinto, poi ha chiuso un occhio e poi ha fatto marcia indietro, perdendo in credibilità per anni e vedendo un interesse in picchiata e difficile da risollevare ancora oggi, nonostante i giovani leoni che stanno infiammando le strade, ma è l’essere un parametro di riferimento falsificato che finisce per minare l’intero processo sportivo e far schifare la disciplina stessa anche e soprattutto da chi ogni giorno cerca di superare quel nuovo orizzonte, che si scoprirà solo in futuro essere stato chimico.
Sun Yang, che oggi compie 29 anni non si è però arreso e può ancora sperare di partecipare all’Olimpiade di Tokyo a seguito del ricorso avanzato presso il Tribunale Federale Svizzero. Sarebbe l’ennesima grande sfida di un atleta che è diventato il centro del mondo sportivo per un Paese immenso, che proprio durante i suoi anni è diventato la nuova grande potenza mondiale e guarda allo sport come espressione di una Cina davvero nuova, superiore per talento e organizzazione e aperta al mondo.
E Sun Yang era proprio perfetto per questo ruolo. Quando arriva sul palcoscenico più importante, l’Olimpiade di Londra del 2012 è già il grande mostro delle piscine, ma deve dimostrare di saper vincere contro tutto e tutti anche lontano da casa. L’anno precedente infatti, ai Mondiali di Shangai 2011, vince 800 e 1500 metri, stabilendo anche il record del mondo, con una prova spaventosa di forza e capacità di scivolare sull’acqua.
È a Londra però che esplode, diventando il personaggio da copertina della Cina sportiva. Vince i 400 e i 1500 m stile libero, ritoccando il suo record di altri 3 secondi, è argento ex-aquo nei 200 m stile libero con Park Tae-hwan, battuti entrambi dal francese Yannick Agnel ed è anche bronzo nella staffetta 4×200 dietro gli Stati Uniti e la Francia. Intorno a lui cresce il nuoto cinese e cresce l’intero sport di una nazione-continente che vuole sedersi a tutti i tavoli in cui si decide come deve girare il globo. Da lì in poi diventa il mammasantissima del fondo e mezzofondo in piscina, con alcuni momenti thrilling, come quando ai Mondiali di Kazan nel 2015 non si presenta per la finale dei 1500 per un misterioso incidente durante il riscaldamento.
Mistero è una parola che ben si lega a Sun Yang. Da quando è apparso ai Giochi Olimpici di Pechino nel 2008, intorno a lui è sempre esistita una coltre di nebbia. Durante l’anno si sapeva pochissimo, gli allenamenti erano top secret, le preparazioni alle gare quasi monacali e in questo modo i sospetti sono nati subito, anche per il fatto che il suo fisico, all’inizio molto esile, ha avuto una trasformazione davvero notevole.
Ora però siamo alla resa dei conti e alla domanda finale, un po’ come quella che ci ha strappato il velo sul ciclismo di Armstrong. Quello che abbiamo visto fino ad oggi nelle piscine mondiali era un bluff chimico oppure Sun Yang è al centro di un gioco di sospetti più grande di lui? Non ci resta che aspettare il Tribunale Federale svizzero per la sentenza definitiva. Intanto i bookmakers danno favorito Sun Yang per i 200 m stile libero di Tokyo 2020.