Schizzi e veleni tra Rosolino e Pellegrini: “Da sempre sul piedistallo”. “A qualcuno rode il c…”
La ami oppure la odi. È stata collocata sempre su un piedistallo. Due frasi semplici e taglienti. Due concetti che Massimiliano Rosolino lascia sospesi a mezz'aria, a mo' di giudizio sommario, su Federica Pellegrini. Il contesto è l'intervista che l'ex nuotatore rilascia al Corriere della Sera. C'è un po' di tutto, dalle chiacchiere del gossip su un presunto flirt (smentito) con la "divina" fino a considerazioni di valore strettamente personale che lasciano intravedere altro. Più che un attacco diretto è come aver nascosto una carezza in un pugno: da un lato la valutazione esclusivamente tecnica, dall'altro il riverbero dell'immagine che tracima al di fuori della vasca.
Rosolino scinde i due aspetti e lascia intendere che nei confronti di ‘Fede' ci sia stata una sorta di benevolenza eccessiva che l'ha posta un gradino sopra gli altri. Quel piedistallo sul quale "sta sopra ancora adesso, diciamo la verità". E tanto per essere chiaro cita l'esempio della posizione privilegiata di cui la campionessa azzurra ha sempre beneficiato. "Arrivi a un punto della carriera nel quale sei inattaccabile. Lei lo è a prescindere… rappresenta lo sport nazionale al femminile e la longevità agonistica".
Ed è proprio quest'ultimo passaggio a confermare ruggine che arriva da lontano. In quel a prescindere si può leggere di tutto, risalendo a un passato nemmeno tanto lontano: nel 2013, in seguito al rapporto non proprio idilliaco tra Pellegrini e la Federazione, l'ex azzurro prese posizione nei confronti della connazionale invitando la Fin a far rispettare "la buona educazione". Ipotesi, interpretazioni che riaffiorano oggi al termine della carriera conclusa dalla campionessa con l'ultima Olimpiade di Tokyo.
La replica di Pellegrini è arrivata via social. Ha tolto il sassolino dalla scarpa e lo ha lanciato nello stagno. Schizzi e veleni, fastidio e ripicca espressi in due storie pubblicate su Instagram abbastanza esplicite. Non fa direttamente il nome di Rosolino ma la collocazione temporale e il riferimento temporale del suo intervento sembrano indirizzate proprio a lui. "Buongiorno gente, da quello che leggo sui giornali a qualcuno rode il c…", dice nella prima. E nella seconda conserva lo stesso tenore: "Eh eh… se vogliamo fare i paladini della giustizia almeno diciamo le cose esatte".