Rabbia Italia, 5 medaglie spazzate via dalla decisione dei giudici: caos in mare nella 25 km di fondo
Tre, forse cinque medaglie. L'Italia del nuoto di fondo aveva accarezzato il sogno di chiudere con un pokerissimo di trofei la 25 km nelle acque salmastre di Ostia. Poi è successo di tutto: il mare che da un po' mosso al mattino è divenuto più insidioso, le correnti, un difetto di comunicazione che mette in allarme i nuotatori, la gara che prosegue/sembra a rischio ma prosegue, concorrenti che si ritirano, la decisione inattesa di fermare la competizione per "motivi di sicurezza", il conciliabolo dei giudici di gara che dura ore e intorno alle 20 partorisce una beffa tremenda per gli azzurri.
Dopo una sfida in mare che si era spinta oltre la metà del percorso (rendendo così valido ogni piazzamento anche in caso di stop) nessuno aveva immaginato che l'epilogo avrebbe riservato una coda polemica così forte.
E così, dopo la combinazione oro/argento di Paltrinieri e Acerenza nella 5 km del mattino, all'Italia è toccato ingoiare il boccone amaro della cancellazione di ogni sforzo compiuto in quel momento tanto in campo maschile quanto in quello femminile.
Nel primo caso, quando mancavano una manciata di chilometri al traguardo erano tre gli italiani davanti a tutti: Mario Sanzullo, Dario Verani, Matteo Furlan. Un tris potenziale di oro/argento/bronzo. Nel secondo, fino a pochi istanti prima della pausa, la francese Caroline Jouisse scandiva il ritmo in testa, seguita da Barbara Pozzobon, e Veronica Santoni con l'altra azzurra, Silvia Ciccarella, più indietro. Anche in questo caso due podii virtuali.
Cosa è successo? Le condizioni del mare hanno influito sulla scelta ma la confusione generata da una gestione della gara che ha sollevato perplessità la fa da padrone tra le proteste dei nuotatori. A spiegare bene qual è il livello di disagio e disorientamento sono le parole di Dario Verani ai microfoni di Rai Sport: "Abbiamo nuotato per oltre 20 chilometri… c'è grande delusione".
A causa di un caso di emergenza dovuto alle condizioni meteorologiche – si legge nella nota LEN -, sia i capi arbitri che il delegato alla sicurezza hanno deciso di interrompere immediatamente le gare per la sicurezza degli Atleti e degli Ufficiali di Gara sul percorso. Poiché i Chief Referees non avevano una visione delle classifiche finali di entrambe le gare, il Comitato tecnico LEN Open Water ha deciso di annullare la classifica per entrambe le gare.
LEN si scusa con tutti gli atleti partecipanti a questa gara, che si sono dedicati al duro lavoro per essere pronti a questo evento, per non essere stati in grado di determinare la classifica finale, nonostante l'evento si sia svolto in queste condizioni estreme. Secondo i principi della LEN, la sicurezza degli atleti e degli ufficiali di gara prevarrà in ogni circostanza.
Le gare di 10 km di domenica e la staffetta di 5 km a squadre si svolgeranno secondo il programma annunciato in precedenza, rispettivamente dalle 10:00 e dalle 16:00. Tuttavia, in caso di condizioni meteorologiche avverse, le gare possono essere posticipate o annullate.
Il caos scoppia alle 16.30 quando la giuria è pronta a fermare la gara ma nonostante le bandiere gialle e rosse – e un mare proibitivo – in acqua la competizione prosegue. Il gruppo si sgrana, c'è chi abbandona ma si va avanti. Alle 18 lo stop e l'annuncio che i risultati erano stati congelati perché erano in corso valutazioni da parte dei commissari.
Due ore più tardi il verdetto che è un pugno nello stomaco: gara cancellata, medaglie non assegnate. "Lasciare tutto al caso e non sapere che la gara è finita è inammissibile – ha aggiunto Verani, reduce dal titolo mondiale -. Siamo ad un campionato europeo…".