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Olimpiadi Tokyo 2020

Oltre l’argento, la vera vittoria della 4×100 e del nuoto italiano: “Una pagina di storia”

La vittoria dell’argento olimpico di Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo certificano il grande livello a cui è arrivato il nuoto azzurro. Prima potevamo disporre di grandi eccellenze, da Magnini alla Pellegrini, da Paltrinieri a Detti, oggi abbiamo una qualità diffusa che ci avvicina alle grandi scuole natatorie come quella americana e australiana.
A cura di Jvan Sica
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La prima frase che Alessandro Miressi a fine gara ha detto ai microfoni della Rai è stata: “Abbiamo scritto una pagina di storia”. Ed è proprio così, perché vincere una medaglia olimpica nella 4×100 stile libero non era mai successo e sembrava un miraggio davvero irraggiungibile solo pochi anni fa quando abbiamo avuto comunque dei nuotatori eccellenti come Filippo Magnini, oro mondiale a Montreal nel 2005 e a Melbourne nel 2007.

Magnini era una grande eccellenza del nostro nuoto, come in questi ultimi 20 anni ne abbiamo avuti molti, un nome su tutti Federica Pellegrini, ma non avevamo una qualità diffusa e allo stesso tempo anche una consapevolezza di dover migliorare anno per anno per restare al top già solo nella tua Nazione. Questo è un effetto psicologico classico dei grandi paesi del nuoto, come USA e Australia, per i cui nuotatori è quasi più semplice vincere una medaglia olimpica che arrivarci alle Olimpiadi per l’enorme qualità natatoria da affrontare ai Trials o nelle altre gare nazionali.

Sono alcuni anni invece che anche da noi, grazie ai tanti eventi che si organizzano in Italia, ai Campionati Italiani sempre più interessanti, ai giovani e giovanissimi che si affacciano subito a livello nazionale e addirittura internazionale, la qualità media è cresciuta molto e ci possiamo permettere una staffetta 4×100 stile libero capace di vincere un argento olimpico, oltre ad avere delle belle possibilità di dar fastidio a tutti anche nella 4×200 sl e nella 4×100 mista, in cui schiereremo Miressi nello stile libero, Ceccon nel dorso e Martinenghi nella rana, bronzo olimpico appena conquistato in questa giornata trionfale.

Grande merito di queste vittorie deve essere data al Presidente della FIN Paolo Barelli, e al Direttore tecnico, Cesare Butini, che ha cesellato questa grande staffetta costruendola giorno per giorno, facendo migliorare i nostri quattro atleti (senza dimenticare il quinto, Santo Condorelli fondamentale nella semifinale). Sì, perché in acqua sono scesi quattro nuotatori dai 20 ai 26, il che fa ben sperare anche per il futuro.

Il primo frazionista è stato Alessandro Miressi, l’uomo che guarda con speranze alla gara regina delle Olimpiadi del nuoto, i 100 metri stile libero. Miressi è già campione europeo con l'oro sui 100 metri ottenuto a Glasgow 2018 e ha messo nel mirino i califfi della velocità, sfidandoli senza paura. Oggi gli USA hanno messo in vasca per contrastarlo il loro miglior uomo veloce, Caleb Dressel. Per fargli subito paura Dressel è partito e razzo, ma Miressi alla fine si è avvicinato tantissimo, rimandando la sfida diretta alla gara individuale.

In seconda frazione per noi c’era Thomas Ceccon, la nostra incognita più grande. Non tanto per la classe di Thomas che è un atleta dal talento cristallino, ma per il fatto che a 20 anni, alla sua prima Olimpiade, doveva rendere alla grande in una staffetta dopo che si era qualificato con il quarto tempo nella finale dei 100 dorso. A fine gara è stato il più freddo di tutti: “Sapevamo di avere una buona possibilità di medaglia. Ho fatto la scelta di fare entrambe le gare, dato che ero andato bene nel dorso non potevo che fare altrettanto in staffetta”.

Ma se Miressi e Ceccon li aspettavamo a questi livelli, a fare il salto di qualità in questa gara sono stati Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo. Lorenzo Zazzeri, fiorentino, è cresciuto anno dopo anno partendo da molto lontano. Il nuoto italiano lo scopre nel 2016 quando vince nel 2016 i 100 sl al trofeo Mussi Lombardi Femiano e nello stesso anno abbatte una soglia anche psicologica importante, quella dei 49”, nuotando 48”96 ai Campionati italiani e qualificandosi per le Universiadi di Taipei 2017, dove vince la sua prima medaglia internazionale con la 4×100 sl nuotando in prima frazione 48”89.

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Fino a oggi aveva brillato molto di più in vasca corta, con due bronzi ai Campionati europei di Copenaghen nel 2017, bronzo vinto nella 4×50 ai Mondiali di vasca corta a Hangzhou nel 2018. Il Direttore tecnico della nostra Nazionale di nuoto, Cesare Butini, lo ha voluto fortemente e oggi Lorenzo lo ha ripagato con una frazione ottima che non ha lasciato scappare gli americani, prima dell’ultima affidata a Manuel Frigo. A fine gara era il più emozionato di tutti e ha tenuto a sottolineare l’importanza del gruppo: “Sono felicissimo di far parte di questo gruppo”, ha detto ai microfoni Rai prima della consegna della medaglia, “siamo uniti, ci siamo abbracciati anche prima di partire, eravamo convintissimi di poter fare una grande gara”.

Manule Frigo invece alla fine era il classico amico che non sa bene cosa sia successo e continuava a dire “Non ci credo, non ci credo”. E invece Manuel Firgo deve crederci perché anche senza baffo, che lo ha accompagnato nelle prime uscite olimpiche, ha tenuto di forza, cuore e carattere, tenendo dietro i grandi finali di Australia e Canada.
Con questo argento nella 4×100 stile libero il nuoto italiano esce con un marchio diverso, di eccellenza internazionale ormai evidente. Ci sono le nostre punte e infatti non vediamo l’ora di vedere in vasca Pellegrini, Quadarella e Paltrinieri, ma ci sono tantissimi atleti che tengono su il movimento, stimolano tutti a fare di più e fanno crescere col botto i giovani (Pilato male in questa Olimpiade ma il futuro della rana è suo). Non possiamo che continuare a divertirci grazie al nuoto azzurro.

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