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Nuoto sotto shock: “Sono stata drogata l’ultima notte dei Mondiali, dopo ero piena di lividi”

Il drammatico racconto della 22enne nuotatrice canadese Mary-Sophie Harvey: “C’è un vuoto di quattro-sei ore in cui non riesco a ricordare una singola cosa. L’unica cosa che posso dire è questa: non mi sono mai vergognata maggiormente”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il mondo del nuoto è sotto shock dopo la rivelazione fatta dalla 22enne canadese Mary-Sophie Harvey, con un lungo e dettagliato post su Instagram, di essere stata drogata l'ultima notte dei Mondiali di Budapest, svoltisi dal 18 al 25 giugno. Un racconto che è come un'immersione angosciante in uno spazio e in un tempo indistinti, in cui luci e suoni spariscono completamente fino a lasciare dietro di sé soltanto orrore.

Mary-Sophie Harvey con la medaglia d'argento vinta ai Giochi Panamericani del 2019
Mary-Sophie Harvey con la medaglia d'argento vinta ai Giochi Panamericani del 2019

La nuotatrice canadese, che in Ungheria si è qualificata per la prima finale mondiale della sua carriera piazzandosi ottava nei 200 misti, e poi ha contribuito – in batteria ma non in finale – alla medaglia di bronzo della sua staffetta 4 x 200 stile libero, mercoledì ha raccontato cosa le è successo a Budapest, pubblicando a corredo del testo anche alcune foto di lividi che ha detto esserle stati procurati mentre era priva di sensi, aggiungendo che ne aveva altri che non si sentiva a suo agio nel condividere.

I lividi che Mary-Sophie Harvey si è ritrovata sul corpo al suo risveglio
I lividi che Mary-Sophie Harvey si è ritrovata sul corpo al suo risveglio

La Harvey ha detto di non ricordare assolutamente nulla del lungo periodo in cui è stata incosciente dopo essere stata drogata – da quattro a sei ore – e che non sapeva come fosse accaduto. In quel momento si trovava, tra gli altri, con i suoi compagni di squadra, circostanza che tuttavia non l'ha salvata dall'aver subìto violenza, anche se la ragazza non pronuncia mai questa parola. "Ho discusso a lungo se dovessi o se non dovessi pubblicare nulla – scrive a premessa del post – Ma sono sempre stata trasparente con voi e queste situazioni purtroppo accadono troppe volte perché io stia in silenzio".

"L'ultima notte dei Mondiali, sono stato drogata – comincia il lungo racconto di Mary – All'epoca non ero consapevole di cosa fosse dentro di me, ricordo solo di essermi svegliata la mattina dopo completamente persa, con il nostro team manager e il medico al mio capezzale. Ricordo di aver festeggiato la mia competizione, essendo consapevole del mio prossimo obiettivo, che sono i Giochi del Commonwealth. Ma da allora non ricordo nulla. C'è questa finestra da quattro a sei ore in cui non riesco a ricordare una singola cosa. Ho sentito frammenti da parte di persone e ho anche sperimentato il giudizio. L'unica cosa che posso dire è questa: non mi sono mai vergognata maggiormente".

"Il giorno dopo sono tornata a casa e ho cenato con la mia famiglia – continua la nuotatrice canadese – Ricordo che mia madre diceva: ‘Sembri diversa'. Non sapeva che anch'io mi sentivo così. Sembrava che il corpo in cui mi trovavo non fosse mio (sembra ancora così). Sono tornata a casa e ho trovato una dozzina di lividi sul mio corpo. Alcuni dei miei amici mi hanno detto in seguito che si erano dovuti prendere cura di me mentre ero priva di sensi e probabilmente questo ha spiegato il perché. Non mi ha fatto sentire meglio. Ho chiamato una delle mie buone amiche sapendo che sua madre era una dottoressa, così potevano guidarmi un po'. Alla fine sono andata in ospedale, dove ho incontrato medici e psicologi. Mi hanno fatto esami e trattato nel miglior modo possibile. Mi hanno detto che succede più spesso di quanto pensiamo e che in un certo senso sono stato fortunata a uscirne con costola incrinata e una piccola commozione cerebrale. Mi ha aiutato a curare alcune delle paure che avevo ma purtroppo non tutte".

Mary nello scorso dicembre: la gioia di vivere nei suoi occhi
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"Purtroppo questi eventi accadono più di quanto pensiamo – ammonisce la nuotatrice – C'è stato un pericoloso numero crescente di casi segnalati nel corso degli anni, ma non se ne parla ancora abbastanza. Le risorse per le vittime sono ancora difficili da trovare e il giudizio degli estranei è ancora molto presente. Per chiunque legga questo messaggio, si prega di fare attenzione. Pensavo di essere al sicuro, che non mi sarebbe mai successo, soprattutto mentre ero circondata da amici. Ma è successo… e vorrei che qualcuno mi avesse istruita sulla questione prima di quella notte. Ho ancora paura di pensare alle incognite di quella notte. Sto ancora cercando di ritrovare la ‘Mary felice' che aveva trovato la felicità prima di questo evento. In un certo senso provo ancora vergogna per quello che è successo, e penso che sarà per sempre… Ma non lascerò che questo avvenimento mi definisca".

"Grazie alle persone che mi hanno aiutato mentre ero vulnerabile e a coloro che da allora mi hanno aiutato – conclude la Harvey – Mi scuso con chiunque abbia provato a contattarmi o mi abbia visto, ma ha sentito che qualcosa non andava. Sto ancora imparando ad affrontare tutto e ritrovare me stessa. Grazie per la comprensione".

Marie-Sophie Harvey compirà 23 anni il prossimo agosto
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A quanto si è appreso, l'incidente con la ‘droga dello stupro' – perché di questo evidentemente si è trattato – è accaduto durante una festa in cui erano presenti sia nuotatori che non nuotatori. La Federnuoto canadese, contattata da ‘Swimswam', ha dichiarato che stavano ancora esaminando la situazione, ma per quanto ne sapevano gli atleti avevano lasciato l'albergo della squadra dopo il meeting finale del team canadese, per andare a festeggiare l'ultima notte dei Mondiali.

"La salute e la sicurezza dei membri del nostro team vengono prima di tutto nelle squadre – ha affermato la Federazione – La direzione del nostro team e il personale medico sono sempre consapevoli di dove gli atleti si trovano e pienamente coinvolti in qualsiasi problema. Siamo a conoscenza che si è verificato un incidente la notte prima della partenza da Budapest. Non appena il personale del team è venuto a conoscenza, Mary ha ricevuto eccellenti cure mediche dal nostro medico in loco ed è stata autorizzata a tornare a casa. Il personale è stato in contatto con Mary sin dal suo ritorno e le stiamo offrendo supporto. Continuiamo a raccogliere informazioni sulla situazione e il file è stato inoltrato al nostro funzionario indipendente di Safe Sport". Sull'incidente ha aperto un'inchiesta indipendente la Federazione internazionale del nuoto, per Mary ci vorrà tempo per elaborare quello che le è successo.

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