Novella Calligaris, per sempre la nostra prima stella del nuoto
Cosa è stata Novella Calligaris, che oggi compie splendidamente 66 anni, per il nuoto italiano? Non è stato il risultato di un determinato percorso. Prima di lei la tragedia di Brema ci aveva costretti e ricominciare daccapo. Il 28 gennaio 1966 un aereo della Lufthansa partito da Francoforte precipitò in fase di atterraggio all'aeroporto di Brema. Il conto finale fu di 46 vittime e vi era un’importante selezione della Nazionale di Nuoto insieme al giornalista Nico Sapio. Persi quegli atleti, il nuoto italiano era all’anno zero.
Non è stata una scintilla, perché dopo di lei non abbiamo avuto punte, atleti in grado almeno di lottare per le medaglie olimpiche. Solo con i bronzi di Battistelli e Sacchi a Barcellona ’92 si è iniziato a pensare ad un vero e proprio movimento nazionale che potesse competere con gli altri. Non è stato nemmeno un modello, perché irraggiungibile è la sua acquaticità, una caratteristica che non puoi insegnarla nemmeno con la visione perenne di un esempio.
È stata semplicemente una stella luminosa e abbagliante, nata per nuotare e incredibilmente tenace. Qualcosa di irripetibile e senza eredi, come ci siamo accorti appena lei smette nel 1974. Per raccontare la straordinarietà di Novella Calligaris bisogna partire dalle dimensioni fisiche. Novella a Monaco 1972 era alta 1,67 e pesava 48 kg. Lottava contro atlete come Shane Gould, australiana con 65 kg di muscoli, contro l’americana Keena Rothhammer, che sfiorava il metro e 80, per non parlare delle tedesche dell’Est di cui per alcune (eufemismo) scopriremo l’uso di additivi chimici. In mezzo a queste atlete Novella Calligaris era in tutto e per tutto una bambina, come d’altronde i suoi occhi dichiaravano.
Però aveva qualcosa di speciale e se ne accorse subito un grande uomo di nuoto come Costantino Dennerlein, che la prese sotto la sua ala protettrice. “Bubi” Dennerlin si accorse subito di due cose: la bimba aveva carattere e poi scivolava sull’acqua. Le disse di insistere e Novella toccò vette mai viste in Italia. Ha vinto la seguente sfilza di campionati italiani: 10 nel 1969 (aveva 14 anni), 13 nel 1970, 14 nel 1971 e nel 1972 e 13 nel 1973. Il primo primato italiano è del 1968 negli 800 metri, da lì in poi migliorerà vari primati per 80 volte, essendo diventata primatista in tutte le distanze dello stile libero, oltre che nei 200 m farfalla, nei 200 e 400 m misti. Nel 1971 migliora anche i primati europei nei 400, 800 e 1500 m stile libero e con la forza della farfalla arriva a Monaco di Baviera nel 1972 per sfidare il mondo.
Inizia con i 400 sl, nei quali si piazza seconda con 4'22″44, dietro solo all’australiana Gould che stampa il record del mondo con 4'19″04. Poi gareggia nei 400 misti, dove riesce con una caparbietà incredibile a ottenere un bronzo sempre dietro a un’australiana, Gail Neall che piazza un altro record del mondo con 5'02″97. Il 2 settembre ha ancora la sua gara, gli 800 sl, in cui arriva di nuovo terza con 8'57″46, battuta dall’americana Keena Rothhammer, che ovviamente stabilisce il record del mondo con 8'53″68.
Da quel momento in Italia, ma con ripercussioni in tanti altre parti del mondo, scoppia la Calligarismania, perché Novella sembra la compagna di banco, la figlia del vicino di casa, la ragazzina sulla bici che incontri per strada, eppure è una campionessa strepitosa. Nel 1973 ci sono i primi Campionati Mondiali FINA di nuoto a Belgrado. Piovono subito medaglie: seconda nei 200 misti, terza nei 400 misti, terza nei 400 sl. Manca il benedetto e tanto agognato oro. Il 9 settembre 1973, negli 800 metri sl, Novella sa che deve fare la gara della vita per battere le avversarie. Ci riesce, stampando un record del mondo fantascientifico, con 8:52.973.
Finita. Grazie di tutto, faccio altro. Proprio così, a 19 anni, dopo altre gare minori e un bronzo e un argento agli Europei di Vienna nel 1974, la carriera di Novella Calligaris finisce. Prima i nuotatori erano pensati come cerini da bruciare subito e così sarà anche per Novella. Per fortuna continueremo a seguirla da giornalista, ma in bocca quel sapore di interrotto ci resterà per sempre.