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Olimpiadi Tokyo 2020

Nicolò Martinenghi alle Olimpiadi di nuoto contro Peaty, l’uomo-rana è pronto per il “mostro”

Dopo un avvio di carriera folgorante (nelle categorie giovanili da dominato nella rana), Martinenghi ha incontrato sulla sua strada il più grande di tutti i tempi, l’inglese Adam Peaty. Ha dovuto cambiare il suo modo di nuotare, superare infortuni, ma agli Europei di Budapest si è visto un nuovo Martinenghi. Ha stabilito anche il record italiano agli Assoluti di Riccione e può essere anche capace di insidiare il trono del re Peaty.
A cura di Jvan Sica
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A 16 anni Nicolò Martinenghi era già l’astro nascente del nuoto italiano, anche se le prime volte in piscina non gli piaceva nuotare, e tutti lo indicavano come l’uomo che avrebbe potuto portare il nuoto italiano sulle vette che ha toccato solo Domenico Fioravanti nella rana. Lo testimonia oggi il suo record italiano, ottenuto agli Assoluti di Riccione con 58″37, terzo tempo della storia. È entrato subito nella squadra senior ma poi è arrivato (in realtà già c'era ma non a questi livelli), proprio sul più bello, il mostro, l’avversario insuperabile, Adam Peaty, il più grande ranista della storia, che frantuma record del mondo ogni volta che tocca l’acqua e che vince 1 oro olimpico, 8 ori mondiali e 16 ori europei, un mostro appunto con cui è difficile anche solo pensare di andare a lottare. Nicolò Martinenghi, l’enfant prodige, subisce questo confronto impressionante e dopo vari anni di crescita costante si appanna, anche per colpa di diversi infortuni e problemi fisici.

Nicolò Martinenghi verso le Olimpiadi di Tokyo

Ai due Mondiali che partecipa non va oltre un nono posto sia nei 50 che nei 100 rana a Budapest 2017, così come è solo quattordicesimo in semifinale a Gwangju 2019. E stiamo parlando di un atleta che agli Europei giovanili di Netanya 2017 aveva vinto quattro ori e altri due ori mondiali a Indianapolis 2017. Agli Europei di Budapest 2020 però Nicolò Martinenghi ci arriva con un altro spirito, una rinnovata forza interiore e anche con la consapevolezza di essere cresciuto nel fisico e nella testa, oltre ad aver superato diversi problemi fisici che ne hanno contraddistinto la carriera fino a questo momento.

Io ci credo, la responsabilità di andare ai Giochi per puntare a vincere qualcosa me le prendo, non mi fa paura. Credo proprio che al giorno d’oggi bisogna sognare in grande, nello sport ma anche nella vita. Mal che vada, potrò sempre dire di averci provato dando tutto me stesso.

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La sfida contro Peaty prima di Tokyo 2020

La prima gara è quella dei 100 metri rana. In batteria Martinenghi piazza il terzo tempo, dietro Peaty e il bielorusso Ilya Shymanovich, ma è in semifinale, quando si trova spalla a spalla con Adam Peaty, l’imbattibile, che cerca il vero confronto. Finisce dietro l’inglese ma il cronometro dice 57″67 per Peaty e 58″45, lui è ancora molto lontano ma essere arrivato secondo era proprio quello che Nicolò stava cercando. In finale le energie, disperse per reggere il ritmo di Peaty in semifinale, sono poche e arriva un quinto posto che però non delude nessuno perché era appunto il confronto a pochi mesi dalle Olimpiadi che Martinenghi cercava.

L'attesa per Tokyo? Troppo lunga… sono qualificato da più di un anno e ovviamente fremo per un appuntamento che è il coronamento della carriera di chiunque anche se nel mio caso sono ancora giovane. Agli Assoluti sono stati giorni sull'onda dell'entusiasmo, sapevo di stare bene: sono stracontento, mi sono fatto il regalo di Natale in anticipo. Il record italiano col sesto tempo di sempre sui 50 rana mi da la consapevolezza di quanto posso valere a livello internazionale. La mia gara sono i 100 ho dato meno, ma ho risposto con i 50 e nei 200. L'avvicinamento all'Olimpiade è logorante ma avvicinarsi con questo entusiasmo lo auguro a chiunque.

La gara successiva è quella dei 50 rana e ancora una volta Nicolò Martinenghi lancia senza paura la sfida ad Adam Peaty. Ha il secondo tempo in batteria, vince la sua semifinale e in finale è bronzo, dietro sempre al mostro e a Shymanovich.

Battere Peaty per vincere l'oro olimpico

Al ritorno da Budapest intorno a Nicolò tutto diventa diverso. A Tokyo non va per piazzarsi in una finale o anche solo per raggiungerla come obiettivo già grande, ma va per guardare in faccia il mostro e magari mettergli anche un po’ di pressione. Per lui, classe 1999, una medaglia olimpica sarebbe già un grande risultato, ma in acqua sfiderà sul serio Peaty e cercherà di arrivare dove nessuno fino a oggi è mai arrivato, batterlo nella gara in cui l’inglese è il re.

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