Nicolò Martinenghi a Fanpage: “La mia passione non è il nuoto, ma quello che mi dà”
Il 2021 è stato l'anno di Nicolò Martinenghi. Il nuotatore di Varese è stato uno dei protagonisti dell'estate a tinte azzurre che ha incantato il nostro paese e dalle Olimpiadi di Tokyo è riuscito a sfruttare un momento positivo che lo ha portato a fare grandi cose sia agli Europei che ai Mondiali. Un anno straordinario che, come ammesso dallo stesso atleta, "è frutto del lavoro svolto negli anni precedenti": nel corso del 2021 Martinenghi è diventato consapevole della sua forza e i risultati lo hanno aiutato a sviluppare quella sicurezza che permette di reggere la pressione anche nei momenti di massimo sforzo.
Martinenghi ha conquistato la sua prima medaglia alle Olimpiadi nei 100 rana piazzandosi al terzo posto alle spalle di Adam Peaty e di Arno Kamminga in una gara difficilissima: l'azzurro è riuscito a mettersi dietro il cinese Yan Zibei e l’americano Michael Andrew con una prova strepitosa (58.33). Mancava da 21 anni il podio azzurro nella rana, l’ultima volta era Sydney 2000, quando Domenico Fioravanti e Davide Rummolo fecero l’impresa azzurra con l’oro e il bronzo nella stessa gara. Sempre a Tokyo è arrivato un altro grande risultato nella staffetta 4×100 mista con Thomas Ceccon, Federico Burdisso e Alessandro Miressi: "Siamo arrivati con grande spensieratezza e dopo le qualifiche ci siamo ritrovati il miglior tempo con la staffetta più giovane presente ai Giochi. Ci siamo detti ‘Beh, possiamo giocarcela davvero'". E non è finita qui.
Dopo Tokyo qualcuno poteva pensare ad un calo ma questo 22enne dal fisico straordinario dai campionati Europei in vasca corta di Kazan è tornato con la medaglia d'oro nei 100 rana e il nuovo record italiano (55″63). Non si molla un attimo. Il 2021 di Martinenghi si è chiuso ad Abu Dhabi con argento 100 metri rana (55.80), la certezza di una crescita enorme e di un potenziale importante ancora da esprimere.
A Fanpage.it il nuotatore classe 1999 si è aperto a 360° sul suo anno d'oro, da Tokyo ai Mondiali, passando dalla sua vita privata fino ai Campionati europei di nuoto che si terranno a Roma il prossimo agosto.
Bronzo alle Olimpiadi, oro agli Europei e argento ai Mondiali: che 2021 è stato per te?
"Tutto è frutto del lavoro svolto negli anni precedenti e io lo stavo solo aspettando. Anche con un po’ d’ansia, perché iniziavo a temere che i risultati non arrivassero. Credo che tutto sia nato da una consapevolezza personale che è cresciuta tanto durante l’anno e con l’Olimpiade ha avuto il suo culmine: la medaglia olimpica era il mio sogno da sempre e lo sarà ancora. Fortunatamente ho vinto la medaglia di bronzo quindi posso ambire ad arrivare più in alto. Il percorso era tutto finalizzato sui Giochi, quello che è venuto dopo è stato frutto di un trend positivo. Da lì in poi sono arrivati risultati inaspettati con molta più leggerezza. La parola del 2021 è sicurezza, sia dal punto di vista agonistico che personale".
Quale delle medaglie vinte a Tokyo più ti ha sorpreso e qual è quella in cui credevi di più?
"Lavoravo da tanto su quella medaglia (bronzo). Ogni arrivo era improntato sulla gara olimpica ed è stato il momento più bello perché è venuta nel modo che volevo, nel giorno giusto e nel momento giusto. Poi c’è la staffetta. Nel Mondiale 2019 non ci eravamo qualificati e potevamo farlo solo tramite la medaglia all’Europeo, dove abbiamo preso il bronzo. Siamo arrivati spensierati e dopo le qualifiche ci siamo ritrovati il miglior tempo. Ci siamo guardati e ci siamo detti ‘Beh, possiamo giocarcela davvero’. È stato bello perché fatta insieme ai ragazzi con cui ho condiviso il percorso giovanile. Eravamo la staffetta più giovane di tutte. Questa è stata la cosa più bella perché siamo riusciti ad arrivare vicinissimi a colossi come USA e Inghilterra".
La medaglia nella 4×100 misti è stata, probabilmente, quella più inaspettata: come si prepara e come si affronta una gara del genere?
"Credo che ad un certo livello la differenza la faccia la capacità psicologica e mentale perché il fisico lo alleniamo tutti più o meno allo stesso modo. Lì la differenza l’ha fatta chi riusciva a estraniarsi dal contesto olimpico e concentrarsi solo su se stesso. Se uno pensava ad altro diventava difficile rimanere sul focus. Non mi sembrava il caso di buttare un lavoro di tanti anni solo perché volevo godermi l’Olimpiade. Il lavoro mentale è molto impegnativo perché alla fine i Giochi sono come un Mondiale ma è il contesto, la pressione che si respira, è diverso. Nel mio caso è stato quello che mi ha aiutato a raggiungere due medaglie".
C’è una componente che non deve mancare per far funzionare una staffetta?
"La fiducia e lo spirito di squadra, perché se iniziano ad esserci delle discrepanze è difficile condividere un momento come quello. La coesione del gruppo è stata un punto di forza perché avevamo grandi veterani come Federica (Pellegrini, ndr) e altri che avevano meno esperienza. Questo è servito. La staffetta è l’unico momento che rende il nuoto uno sport di squadra perché in acqua c’è sempre lo sforzo individuale ma il risultato è collettivo".
55″63 è il nuovo record italiano che hai raggiunto a Kazan: quanto lavoro c’è dietro questi primati?
"Per migliorarsi nello sport bisogna farlo giorno dopo giorno, quindi tutto viene da un lavoro lungo. È stato la conseguenza di un percorso fatto al 100% tra 2020 e 2021 che ha dato i suoi frutti. Quella di Kazan è stata la più inaspettata, perché in vasca corta non riuscivo ad esprimermi al meglio e arrivavo molto tranquillo. Prima della finale dei 100 rana ero con un ragazzo turco ed eravamo molto rilassati, questo forse ha aiutato la mia prestazione e a non disperdere energie. Il lavoro fatto alle spalle ti dà consapevolezza e quindi devi solo entrare in acqua per dare il meglio".
Essere capitati nell’era di un fenomeno come Adam Peaty è sfortuna o ti porta ad alzare sempre di più il livello?
"Senza di lui avrei vinto molto di più ma non la vedo come una cosa negativa perché ti rendi conto che la posizione in cui sei è quella giusta, vuol dire che sopra di te c’è il migliore. Sto gareggiando nell’epoca della rana più veloce di sempre: quindi se arrivo primo o secondo vuol dire che è ciò che merito. In più grazie a lui si è fatto un salto di qualità non indifferente".
"Ho sempre saputo che nuoto per me stesso, e per nessun altro": cosa vuol dire nuotare per te?
"Per me nuotare è una liberazione e pensare solo a te stessi, qualsiasi cosa la faccio solo per me. La passione non è il nuoto in sé ma cosa mi dà il nuoto. Per me è inseguire un qualcosa. Il nuoto per me è la meritocrazia assoluta e in questo sport io ho trovato la massima espressione di questo concetto".
Segue anche altri sport? Quali sono quelli che più la appassionano?
"Mi piace tutto ma seguo con attenzione il basket, qui a Varese. Appena posso vado al palazzetto ma in generale mi piace vedere, provare e cimentarmi con tutto. Lo sport è sempre stato presente nella mia vita".
Cosa fa Nicolò Martinenghi durante il tempo libero?
"Cerco di stare con gli amici e sviluppare conoscenze al di là del mondo del nuoto, perché così riesco a tenermi ancorato ad altre dinamiche. Io sono Nicolò e sono anche nuotatore".
Tra le ricerche di Google legate al suo nome c’è ‘fidanzata’.
"Sono fidanzato da quattro anni e cerco di tenere lontano la mia vita privata lontano dai social. Mi piace tenere alcune cose solo per me".
Quali obiettivi si pone Nicolò Martinenghi per il suo prossimo futuro?
"La fortuna del mio sport è che si è sempre legati al tempo, pensare a migliorarsi è molto facile ma poi bisogna farlo. Questo il primo passo. Poi ci sono gli Europei di nuoto a Roma e non credo che mi capiterà più nella mia carriera una cosa del genere: vorrei fare qualcosa di importante e quella è certamente la tappa fondamentale di quest’anno".