Messaggio motivazionale di Ceccon su Instagram, ma è un motto fascista: “Boia chi molla”. Poi le scuse
Ha pestato una buccia di banana e ci è scivolato sopra. Quando se n'è accorto per Thomas Ceccon era troppo tardi. Lasciare sui social un messaggio per 24 ore è un'eternità. Non è servito cancellare la storia su Instagram nella quale ha usato il motto fascista "Boia chi molla", a corredo della foto della piscina del Foro Italico che si staglia sotto un cielo azzurro, per darsi la carica in previsione dei prossimi allenamenti. Ha fame di vittorie, non teme fatica ed è pronto a spezzare le reni agli avversari. Lo ha fatto sapere al mondo intero usando le parole sbagliate, mettendosi dalla parte sbagliata e s'è trovato in mezzo alla bufera.
Dammi tre parole. Ceccon ha preso in prestito le peggiori potesse raccattare per spiegare, fuori dai denti, che lui ardisce e non ordisce. Che le tre medaglie conquistate ai Mondiali di Nuoto sull'asse di Fukuoka (in Giappone) sono la riprova che non basta essere bravi ma bisogna essere i migliori. Che chi si ferma è perduto e lui non ha alcuna intenzione di smarrire la strada che porta a Parigi 2024. Che chi osa, vince. Medaglia d'oro nei 50 farfalla, argento nella staffetta 4×100 stile e nei 100 dorso (di cui è primatista mondiale)… a me! a noi! Ma in questo caso ha perso senza alcuna attenuante.
Disattenzione, ignoranza, superficialità? Chi può dirlo se non lo stesso Ceccon a quale va sì concesso il beneficio del dubbio ma è grave che non sia a conoscenza del significato, del valore storico e del biasimo che si riflettono in certe espressioni che hanno accompagnato e scandito uno dei periodi più drammatici della storia italiana.
Per adesso il campione iridato s'è limitato a rimuovere il post senza fare commenti, sorprende che sia trascorso così tanto tempo tra la pubblicazione dello slogan fascista e l'opportunità di cassarlo, che nessuno (nemmeno di quelli più vicini a lui) gli abbia fatto notare come un atleta (in particolare del suo rango e per la sua notorietà globale) non possa abbandonarsi ad atti del genere, che l'eco di certe affermazioni può essere un boomerang.
Un buco nell'acqua. L'Italia del nuoto è rientrata dal Sol Levante con 14 medaglie, 8 in meno rispetto a quelle messe al collo a Budapest nel 2022. Qualcosa è andato storto e arde sotto la cenere. Del resto, le parole usate dallo stesso Ceccon a margine della delusione nella 4×100 stile mista avevano tradito un certo malumore: "Non prendo io le decisioni, ma sono evidentemente sbagliate. Parlo perché non sono un santo". Ma quando sei con l'acqua alla gola è sempre meglio tenere la bocca chiusa.
Le scuse e il chiarimento di Ceccon in un'altra storia su Instagram
In un'altra storia su Instagram lo stesso Ceccon è intervenuto a fare chiarezza su quanto accaduto: "Sono spiacente del fraintendimento e ho una cosa molto importante da precisare, assumendomi la responsabilità della mia inesperienza. Non conoscevo le connotazioni storiche della frase che ho scritto e mi dissocio da ogni suo significato politico e ideologico".