Martinenghi medaglia di bronzo nei 100 rana alle Olimpiadi: “È un sogno”
Medaglia di bronzo nei 100 rana. Nicolò Martinenghi l'ha conquistata con il tempo di 58″33 alle Olimpiadi di Tokyo riportando l'Italia sul podio ventuno anni dopo Domenico Fioravanti che a Sydney 2000 era salito sul gradino più alto con l'oro al collo. Una gara perfetta al netto delle sue possibilità considerata la qualità e la forza degli avversari: l'azzurro ha chiuso alle spalle di Adam Peaty (oro in 57″37) e di Arno Kamminga (argento in 58″00).
La prestazione in finale ha confermato le sensazioni positive emerse in batteria e in qualificazione, basta dare un'occhiata alle performance sancite anche dal cronometro in vasca: passaggio da 27″27 ai 50 metri e un ritorno da 31″06 sono stati i parziali di Martinenghi che è rimasto incollato ai primi due. "Ancora non mi rendo conto di cosa sia successo – ha raccontato Martinenghi ai microfoni della Rai –. è una cascata di emozioni non ci credevo troppo prima della gara, ma ho cercato e voluto da tempo questa medaglia. Mi sono sognato gli ultimi 15 metri tante volte in allenamento. È favoloso”.
Nicolò ha dato tutto in una gara indirizzata subito dai primi tre che sarebbero andati a medaglia e tutti gli altri staccati abbastanza da non destare preoccupazioni. Ne è la prova anche il quarto posto dell'americano Michael Andrew (58″84) che non è riuscito a tenere la scia. “Dedico questa medaglia al mio primo allenatore Franco che sta vivendo un periodo difficile”, ha aggiunto l’azzurro tesserato per CC Aniene, allenato da Marco Pedoja.
La medaglia olimpica arriva a coronamento di un cammino iniziato Il 12 dicembre 2019 quando, agli Assoluti invernali di Riccione, vinse la finale dei 100 rana in 58″75, primo italiano nella storia a scendere sotto i 59 secondi. Ennesima tappa di una carriera che lo vede tuttora primatista mondiale juniores dei 50 e 100 rana.
La gioia per il risultato e per la qualificazione e olimpica ottenuti allora vennero smorzati dalla delusione con il quinto posto a Budapest. Adesso la grande soddisfazione ai Giochi. “Avevo tanti pensieri – ha concluso con la voce rotta dall’emozione Martinenghi – oggi riesco a capire le emozioni che hanno vissuto 21 anni fa Fioravanti e Rummolo. Ringrazio tantissimo anche il mio allenatore Marco Pedoja perché sapevamo entrambi da dove partivamo e dove ci eravamo prefissi di arrivare”.