Le macchie viola sul corpo di Paltrineri: “Staccano la pelle in superficie e riattivano la circolazione”.
Gregorio Paltrinieri (ma non è l'unico tra i nuotatori e gli sportivi) aveva alzato la voce per contestare un calendario di gare assurdo, che non lascia fiato e restringe i margini di recupero. "Il programma è assurdo – le parole di Greg, protagonista ai Mondiali e nelle acque libere con un filotto di medaglie da campione -. Hanno attaccato i 1500 alle prove di fondo ma dovrebbero cambiare tutto per la sicurezza degli atleti e per lo spettacolo".
A mali estremi, estremi rimedi. Ecco che per recuperare in tempi utili si ricorre a tutti gli stratagemmi perfettamente legali che la fisioterapia e la medicina offre per aiutare i muscoli a sopportare lo sforzo. Si spiegano anche così quegli strani segni viola, di forma circolare, di sfumatura differente (da quella più marcata ad altre più tenui) che si notano sul corpo del nuotatore.
Sono localizzati sulle spalle, sul dorso e in parte anche sul petto. Di cosa si tratta? È un metodo molto noto nel mondo dello sport: impressionante a vedersi ma molto efficace quanto rigenerante. Nel calcio Karim Benzema ha mostrato spesso la schiena sottoposta alla cosiddetta tecnica della "coppettazione", una terapia della medicina cinese che ha un'origine antica.
In cosa consiste? Nell'applicare sulla parte dolente una sorta di coppetta di vetro che viene riscaldata a mano creando un sottovuoto. L'effetto desta impressione a prima vista: sulla pelle compaiono protuberanze strane ma in realtà è il frutto dell'azione stimolante esercitata sui muscoli regolando l'afflusso di sangue, riducendo la sensazione di dolore e agevolando il rilassamento della zona interessata.
"Staccano la pelle in superficie e riattivano la circolazione. Io mi trovo molto bene, l’ho sempre fatto", è la spiegazione poco scientifica ma molto chiara data da un altro azzurro, Nicolò Martinenghi, reduce dagli ori nei 100 rana e nella 4×100 mista. Tra i nuotatori a rendere pubblico il trattamento fu l'ex campione, Michael Phelps, che in occasione delle Olimpiadi di Rio 2016 spiegò cosa erano quei lividi che aveva addosso.