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Olimpiadi Parigi 2024

L’allenatore di Martinenghi sapeva da chi andare dopo la medaglia d’oro: “Gli ho esultato in faccia”

L’allenatore di Nicolò Martinenghi, Marco Pedoja, si è tolto un macigno dalla scarpa dopo la vittoria dell’oro alle Olimpiadi dell’azzurro.
A cura di Paolo Fiorenza
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Nella finale dei 100 rana di domenica scorsa alle Olimpiadi di Parigi, Nicolò Martinenghi ha battuto – di soli due centesimi – la leggenda Adam Peaty e l'americano Nic Fink. Ma in quella piscina c'era anche qualcun altro, che si è piazzato solo settimo: il cinese Qin Haiyang. Un nome che nel mondo del nuoto non è certo visto con stima, assieme a quello di altri 22 connazionali, ovvero il gruppo di nuotatori cinesi scandalosamente ‘perdonati' dopo essere stati trovati positivi al doping prima dei Giochi olimpici di Tokyo. È nei loro confronti che adesso si toglie un macigno dalle scarpe l'allenatore di Martinenghi, Marco Pedoja: "Dopo l'oro sono andato ad esultargli in faccia".

Il trionfo di Nicolò Martinenghi nei 100 rana alle Olimpiadi
Il trionfo di Nicolò Martinenghi nei 100 rana alle Olimpiadi

Lo scandalo dei nuotatori cinesi positivi presenti alle Olimpiadi

In molti avevano storto la bocca – a dire poco – quando la Cina alla vigilia delle Olimpiadi aveva presentato il suo elenco di nuotatori per Parigi: in quella lista c'erano 11 dei 23 atleti che erano risultati positivi in test a sorpresa nel 2021, salvo vedere l'agenzia mondiale antidoping archiviare velocemente il caso, accettando la giustificazione cinese – alquanto risibile, come spiegato da una inchiesta giornalistica del New York Times, supportato dall'FBI – di una "contaminazione involontaria". Il tutto in uno scenario di insabbiamenti delle indagini, con pesante coinvolgimento non solo della WADA ma anche della Federazione Internazionale Nuoto.

Il flop di Qin Haiyang a Parigi non ha sorpreso Pedoja: "Ci si aspettava e si sperava che lui qui fosse così: non da podio. Perché non è possibile che un atleta così bersagliato dai dubbi, al centro delle polemiche, sia tranquillo. L'ho visto nuotare… Essere tranquilli è una condizione che ci si merita. I cinesi non fanno mai chiarezza, questi casi vengono sempre trattati in gran segreto, lontani dalla trasparenza richiesta".

Marco Pedoja sulle tribune della piscina di Parigi
Marco Pedoja sulle tribune della piscina di Parigi

L'allenatore di Martinenghi: "Gli ho detto ‘dopati' ad alta voce, nessuna reazione"

Il tecnico di Martinenghi adesso gonfia il petto, lui sì senza alcun ombra, assieme al campione varesino: "Ogni volta che ho incrociato qualcuno della squadra cinese qui, ho detto ‘dopati' ad alta voce. Loro non reagiscono. E dopo l'oro sono andato ad esultargli in faccia. Non hanno fatto un movimento – dice a La Stampa – compreso l'allenatore americano della ranista Tang Qianting, lo stesso che ci ha derisi ai Mondiali di Doha quando Qin Haiyang ha battuto Tete. Lo abbiamo sempre guardato fisso, ha continuamente fuggito il confronto".

"Ci sono troppe cose che non tornano, persino gli esercizi di forza che postano. Pan Zhanle, che ha il record del mondo dei 100 stile libero, che tira su 4 chili. Sui social ho replicato ‘Fitness for senior'… Un atleta ne solleva almeno 35. In più gli allenatori tengono strette le borracce, danno da bere e le riprendono. Perché? Se io fossi su quella lista non dormirei, l'ho detto a Tete: avranno troppi pensieri. Hanno protestato perché le accuse di doping hanno rovinato la loro preparazione con continui controlli. Se non hai nulla da nascondere, non ti innervosisci", conclude Pedoja.

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