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Olimpiadi Parigi 2024

Il senso dell’intervista di Benedetta Pilato, giovane donna che dalla sconfitta ha capito una cosa

Cosa c’è davvero dietro l’intervista di Benedetta Pilato alle Olimpiadi diventata virale per la reazione di Elisa Di Francisca: nasconde un messaggio molto più profondo.
A cura di Jvan Sica
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In tutti questi anni in cui si è presentata all’Italia dopo aver nuotato, Benedetta Pilato ha sempre dimostrato prima di tutto la sua età, senza nascondersi dietro frasi fatte per convenienza o suggerite. Essere sé stessi vuol dire prima di tutto mostrare la propria esperienza di vita, senza scimmiottare né le persone più giovani né quelle più mature. Sui social media e in televisione Benedetta Pilato è stata sempre una ragazza del suo tempo con tutto quello che vuol dire.

Premesso questo, il pianto con le parole di gioia di ieri dopo il quarto posto nei 100 metri rana sono prima di tutto lo sfogo emotivo di una ragazza di 19 anni, che ha appena corso la sua prima finale olimpica, un’implosione esagerata di tensioni ed emozioni che in pochissimi riescono a comprendere perché in pochissimi sono riusciti ad arrivare dove lei è arrivata.

Ma chi è Benedetta Pilato quarta a un’Olimpiade? È stata una bambina fenomeno, che a tredici anni vince l’argento sui 50 rana ai Campionati italiani e a quattordici anni vince un argento mondiale alle spalle di Lilly King. Da quel momento diventa oggetto di attenzioni esagerate, anche giuste perché attirate dal suo grande talento. A una bambina fenomeno inizia a essere chiesto davvero tanto e lei arriva all’Olimpiade di Tokyo con un carico di attese insopportabile. Talmente insopportabile da non reggere: nei 100 rana fa una batteria pessima ma il tempo non conta nemmeno perché viene squalificata per gambata irregolare. La sua prima Olimpiade, quella che l’avrebbe dovuta portare in cielo si sgonfia in un minuto scarso, con l’onta aggiuntiva della squalifica.

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In quel momento Benedetta Pilato sta passando dalla fase fanciullesca a quella adolescenziale, con un ennesimo portato di senso e di peso ulteriore. Decide di lasciare la sua culla, Taranto e il suo allenatore storico, Vito D’Onghia, per andare a Torino sotto la guida di Antonio Satta. Quando alla fine della semifinale che la qualifica per la finale dei 100 rana, lei ringrazia tutti quelli che le sono stati vicini, è molto probabile che voglia ringraziare tutte quelle persone che si sono prese cura di un adolescente, fenomeno nel nuoto, ma che resta un adolescente.

Insieme a tutto questo portato poi, quelle lacrime di gioia dicono anche un’altra cosa. Pilato è il fenomeno dei 50 metri rana, riuscire a riportare la stessa performance nei 100, unica specialità olimpica per quello stile, non è affatto facile. Serve una maturazione tecnica, fisica e mentale molto complessa e quando Pilato piange, piange anche perché tanti e in alcuni momenti lei stessa erano convinti che quei 50 metri non li avrebbe mai messi nell’arco della sua carriera. Ieri invece ha scoperto che li ha, anzi a 90 metri era addirittura prima. Ieri ha capito che a Los Angeles, al netto che quattro anni sono un’immensità e può accadere di tutto, quei dieci metri può metterli davvero.

Ieri sera quindi l’adolescente Benedetta ha una sorta di rito di passaggio in mondovisione, mentre la nuotatrice Pilato si rende conto che in futuro quella può essere la gara in cui domina. Di fronte alla profondità di questo doppio evento rivelatore, alcuni – come Elisa Di Francisca – su cosa si soffermano? Sul fatto che essere felici per un quarto posto è assurdo.

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Beh, fa quasi ridere riflettere su una cosa del genere. Benedetta Pilato è un patrimonio enorme del nostro sport e deve crescere secondo le sue direttrici e in base anche ai suoi viaggi emotivi, non puoi tenere a freno un cavallo con quella potenza, altrimenti lo deprimi e viaggia spompato. Chiudere la mente intorno a un centesimo che fa la differenza tra un bronzo e un quarto posto è sciocco, perché non riesce nemmeno a toccare la grandezza che può essere quello che è accaduto ieri sera. Una giovane donna capisce che quella sconfitta può darle la forza per diventare più brava, nessun allenamento e molto probabilmente nemmeno un bronzo olimpico te lo può dare, ci puoi riuscire solo scavando nelle emozioni che hai mostrato all’Italia senza paure e timidezze.

Benedetta Pilato nei prossimi anni sarà lì ad accompagnarci, chissà cosa si dirà quando la ragazza Benedetta sarà diventata donna e avrà raccolto i frutti di questo quarto posto. Tanti parleranno d’altro, come succede spesso quando si vuole soltanto parlare d’altro.

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