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Il padre di Ceccon svela il lato oscuro del nuoto italiano: “Scherzi di cattivo gusto a Thomas”

Thomas Ceccon è uno dei campioni che danno lustro allo sport italiano, con due splendide medaglie d’oro appena vinte ai Mondiali di nuoto. Ma nel suo cammino verso la gloria ci sono delle ombre: “Quando vedi un figlio che sta male come puoi sentirti?”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Thomas Ceccon è uno degli atleti copertina dell'Italia del nuoto ai Mondiali in corso di svolgimento a Budapest, assieme ai vari Paltrinieri, Martinenghi e Pilato. Già, vari, perché in Ungheria la Nazionale azzurra ha semplicemente realizzato la spedizione perfetta, facendo segnare il record di medaglie in piscina: le gare si sono concluse sabato scorso coi trionfali 1500 di Greg e l'oro nella staffetta mista, simbolo per eccellenza della grandezza di un movimento.

Con le 9 medaglie ottenute nella piscina della Duna Arena (5 ori, 2 argenti e 2 bronzi, cui vanno aggiunte le medaglie vinte nel nuoto artistico e nelle acque libere, portando il parziale complessivo a 17), l'Italia ha superato il precedente primato di 8 ottenuto nella precedente edizione dei Mondiali a Gwangju nel 2019, dando seguito alle 7 medaglie delle Olimpiadi di Tokyo e dimostrando al mondo che oggi siamo al top in questo sport, soprattutto tra gli uomini.

A Budapest Ceccon è stato stratosferico, vincendo l'oro dei 100 dorso col record del mondo e poi trionfando anche nella 4×100 mista assieme a Martinenghi, Burdisso e Miressi, sparpagliando inoltre nelle tante gare disputate anche due record europei e sette italiani. E pazienza se nei 50 dorso prima gli hanno dato una medaglia di bronzo per squalifica di un avversario e poi gliela hanno tolta dopo il ricorso vinto da quest'ultimo. A 21 anni il ragazzo di Thiene è uno dei campioni più dominanti dello sport azzurro, una eccellenza anche per il modo di porsi fuori dall'acqua e l'immagine che esporta dello stile italiano: un ragazzo mai sopra le righe. C'è una foto molto particolare che lo ritrae subito dopo aver vinto i 100 dorso col primato mondiale: Thomas fa quasi una smorfia, laddove altri si sarebbero lasciati andare ad un'esultanza sfrenata.

La curiosa espressione di Thomas Ceccon dopo aver vinto l'oro col record del mondo
La curiosa espressione di Thomas Ceccon dopo aver vinto l'oro col record del mondo

"Perché ha fatto quella smorfia? Glielo abbiamo insegnato noi – spiega suo padre Loris – sin da bambino gli abbiamo detto di non esultare. Mai. Vedevamo certe scene di ragazzi che vincevano una garetta, era poco educativo, lui non doveva essere così. Se poi qualche volta comincerà ad alzare il braccio mi sembrerà anche giusto". Il 21enne Thomas è esattamente il prodotto di quello che la sua famiglia ha messo in cantiere per farlo essere questo: "In Sardegna era piccolino e già prendeva il largo con maschera e boccaglio, non è mica facile a quell'età, si tuffava dal motoscafo fino a cinque metri di profondità, cacciavamo polpi e conchiglie. Passava otto ore in acqua. Magro, braccia lunghe, mani lunghe. Nato per il nuoto. Allora ho cominciato a concepire il progetto".

Thomas Ceccon è nato a Thiene, nel vicentino, il 27 gennaio 2001
Thomas Ceccon è nato a Thiene, nel vicentino, il 27 gennaio 2001

Una strada verso la gloria che è stata intessuta di tanti sacrifici di entrambi i genitori, con trasferte quotidiane lunghissime per portarlo ad allenarsi, turni molto pesanti del padre in ospedale e la madre – che si licenziò per stare vicina ai figli – recentemente colpita da un ictus da cui si sta riprendendo. In mezzo le sveglie all'alba del giovane Thomas per andare a nuotare prima della scuola ed anche un rifiuto da parte di un centro nuoto che scartò il futuro campione del mondo perché "abitavamo troppo lontani". Ma la pagina più buia del cammino verso il successo di Ceccon è stata scritta proprio dove non ce lo si aspetterebbe, ovvero all'interno della Nazionale italiana di nuoto.

Il quotidiano Repubblica parla di episodi di nonnismo di cui Thomas è stato vittima nei suoi primi tempi nella squadra italiana, episodi confermati nella chiacchierata coi genitori. Valigie inzuppate di olio – "toccava a me pulire", dice ora la madre – e dentifricio sui vestiti. Papà Loris svela cosa succedeva in un ambiente che deve essere stato pesantemente tossico per il giovane Thomas: "C'era un gruppo di atleti che avevano dieci anni in più e facevano scherzi di cattivo gusto. I grandi non hanno accettato né Burdisso né Thomas, forse perché non riservava il rispetto che si aspettavano. Mio figlio non è tipo da leccare il culo. Lui e altri esordienti andavano allora con gli atleti stranieri, che li accoglievano sugli spalti, invece di fare il tifo con gli altri azzurri. Non è un caso se oggi lui dice, come ha fatto a Budapest: ‘L'Italia adesso è un bel gruppo, dove ci si sente uniti, si fa il tifo l'uno per l'altro'. Si fa parte di un gruppo – aggiungo io – dove finalmente lui si sente a suo agio".

Era una sofferenza silenziosa che il ragazzo si portava a casa: "Quando vedi un figlio che sta male come puoi sentirti? Ma Thomas è così, nemmeno nei periodi peggiori confidava qualcosa", dice mamma Gioia. Oggi Ceccon ha solo motivi per essere felice. L'oscurità di quei giorni è stata spazzata via: le medaglie sue e degli altri campioni azzurri brillano di una luce purissima.

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